lunedì 30 settembre 2013

San Girolamo

dottore della Chiesa (ca. 345-420) 30 Settembre
Eusebio Geronimo Sofronio fu uno dei santi più eruditi, difficiliinstancabili es. girolamo combattivi di tutti i santi del calendario ecclesiastico. Visse e lavorò in una cella ricavata dalla roccia vicino al punto che la tradizione identifica come luogo di nascita di Gesù. Il suo volume sul valore della verginità come libera scelta suscitò molte controversie tra i sostenitori del matrimonio. Stesso tono ebbe contro chi accusava il cristianesimo di idolatria quando si parlava di santi.
Nacque in una famiglia benestante e probabilmente cristiana a Stridone, una cittadina vicino ad Aquileia, tra il 340 e il 347: il padre, dopo essersi assicurato di dare al figlio una robusta istruzione alla fede cristiana, oltre che nelle materie secolari basilari, lo mandò presto a terminare gli studi a Roma, dove ebbe come tutore il grande grammatico Elio Donato, la cui opera Ars minor fu adottata come testo base in tutto il Medio Evo. Girolamo svolse gli studi con zelo ed entusiasmo; la sua lingua madre era l’illiricoma presto imparò fluentemente sia il latino sia il greco, riuscendo a leggere e familiarizzare con i migliori autori che scrivevano in entrambe le lingue. Studiò anche retorica con buoni risultati, come dimostrarono in seguito le sue opere, e successivamente affermò di dolersi di aver trascurato a questo punto solo l’istruzione religiosa; tuttavia, sebbene Alban Butler lo descriva al momento di lasciare la scuola di Donato come «infelicemente estraneo allo spirito cristiano», le cose non possono essere andate peggio di quanto si pensi.

VIDEO-STORIA

Girolamo stesso ricorda che di domenica aveva l’abitudine di visitare, insieme con alcuni amici che la pensavano come lui, «le tombe dei martiri e degli apostoli»nelle s. girolamo1catacombe, e a un certo punto prima  del 366, fu battezzato, dopo aver rimandato il battesimo come molta gente faceva a quel tempo. Dopo un soggiorno a Roma di circa tre anni, decise che per migliorare la sua istruzione e farsi po’ d’esperienza, era necessario viaggiare, perciò, con il suo amico d’infanzia e compagno di studi, Bonoso, trascorse i successivi anni in Gallia, Dalmazia e Italia. Durante il loro soggiorno a Treviri, luogo di residenza dell’imperatore in quel periodo, sembra che Girolamo abbia intrapreso un certo tipo di conversione religiosa, decidendo poi di diventare monaco.
Nel 370 circa, cominciò la vita monastica insieme a diversi altri amicimentre si trovavano ad Aquileia, che alla fine del IV secolo era un centro cristiano vivace, col circolare delle false accuse riguardo la sua relazione con loro, in particolare con Paola, provocando la sua giusta indignazione. Tuttavia, invece di restare e lottare per la sua difesa, decise di cercare la pace e la quiete in Terra Santa; prima di partire, nell’agosto 385, chiarì la sua posizione in una lettera indirizzata alla sorella di Marcella, S. Asella  (6 dic), chiedendole di salutare Paola ed Eustochio da parte sua («mie in Cristo, che piaccia al mondo oppure no») e aggiunse: «Dite loro che ci troveremo tutti al cospetto di Cristo nel giudizio universale, e allora lo spirito in cui ha vissuto ognuno di noi sarà evidente agli occhi di tutti».
Video della grotta di Betlemme dove è nato Gesù e si stabilì San Girolamo
Girolamo si trovava ancora ad Antiochia nove mesi dopo, quando venne raggiunto da alcune delle donne romane, inclusa Paola ed Eustochio, che avevano deciso di condividere con lui l’esilio. Il gruppo raggiunse prima Gerusalemme, ma presto proseguì per l’Egitto per consultare i monaci di Nitria e un famoso insegnante cieco di nome Didimo alla scuola di Alessandria, poi essi tornarono in Terra Santa e si fermarono a Betlemme dove, con una generosa donazione di Paola, istituirono un monastero per uomini e tre congregazioni di donne. Girolamo stesso visse e lavorò in una cella ricavata dalla roccia vicino al punto che la tradizione identifica come luogo di nascita di Gesù.
Cominciò immediatamente a lavorare su alcuni commentari sulle Lettere di S.s. girolamo2 Paolo sull’Ecclesiaste, e allo stesso tempo aprì una scuola e un ospizio gratuiti […] una descrizione Interessante della loro vita in quel luogo: «Pane, la nostra verdura e latte (il prezzo della campagna) costituiscono la nostra dieta, semplice ma salutare. In estate gli alberi ci fanno ombra, in autunno l’aria e fresca e le foglie cadute non si fermano, in primavera il canto dei salmi è reso più dolce al canto degli uccelli, e in inverno, quando è freddo e cade la neve, non ci manca la legna».
Girolamo, però, pur in quest’ambiente rurale tranquillo non potè evitare di essere coinvolto nelle controversie. L’ultima volta che era stato a Roma aveva scritto un trattato sulla verginità perpetua di Maria in risposta all’affermazione di Elvidio che la Madonna ebbe altri figli da S. Giuseppe, dopo la nascita di Gesù, e quando quest’opinione fu difesa e poi portata avanti da un uomo di nome Gioviniano, S. Pammachio (30 ago.), genero di Paola, un certo numero di laici furono sconvolti e mandarono a Girolamo le sue opere, a cui rispose scrivendo due grossi volumi, uno sul valore della verginità come libera scelta, e l’altro in risposta agli altri problemi posti da Gioviniano.
Il suo stile diretto offese, cosa prevedibile, molte persone a Roma, che pensavano che le sue affermazioni sminuissero il matrimonio. Pammachio lo informò di questo, e allora Girolamo scrisse un terzo trattato, dal tono che non facilitò certo le cose. Alcuni anni dopo, diresse la sua indignazione contro un uomo di nome Vigilanzio (a Girolamo piaceva chiamarlo Dormanzio, cioè assonnato), un sacerdote gallo-romano che denunciò sia il celibato sia la venerazione delle reliquie, considerata idolatria e adorazione di ceneri, ma Girolamo, che sentiva fortemente il potere d’intercessione dei santi, usò un linguaggio veemente per convincerlo che sebbene i cristiani onorino i santi, tuttavia non li adorano.
s. girolamo4Tra il 395 e il 400, Girolamo fu coinvolto in una controversia sugli insegnamenti di Origene che ebbe tristi conseguenze personali. Grande ammiratore di Origene, si era basato in modo esteso sulle sue opere, ma quando scoprì che i cristiani orientali erano spinti nell’errore da alcune delle sue opinioni, lottò contro ciò che considerava come un grave pericolo. Rufino, che viveva in un monastero di Gerusalemme, aveva tradotto alcune opere di Origene, che difendeva appassionatamente. Non vi sono prove che Rufino intendesse appoggiare il pensiero di Origene, considerato eretico, tuttavia Girolamo non riuscì a distinguere tra le opinioni a lui attribuite e opinioni realmente sue, perciò continuò ad attaccare l’uomo piuttosto che il suo pensiero. Sfortunatamente, la moderazione e il compromesso erano estranei alla sua natura, e sembrava che pensasse che la sua visione e la verità fossero una cosa sola. In generale, il polemico spietato lasciava il posto all’amico leale e fedele, ma in questo caso permise che ciò che era solo una discussione intellettuale  distruggesse una vecchia amicizia, Rufino non fu l’unico dei suoi amici che lo irritò, giacché fu provocato da S. Agostino (28 ago.)  durante un dibattito sul secondo capitolo della lettera ai Galati, e ci volle tutta la diplomazia di quest’ultimo per riportare la situazione alla tranquillità.
Girolamo diventò famoso soprattutto come studioso, in particolare come traduttore e commentatore della Bibbia. Durante il soggiorno a Roma aveva scritto un’edizione riveduta dei Salmi e dei Vangeli, oltre al resto del Nuovo Testamento. A Betlemme cominciò a lavorare sull’Antico Testamento, traducendo  alla fine la maggior parte dei libri direttamente dall’ebraico in latino (Sapienza, Ecclesiastico, Baruc, e ilPrimo e Secondo Libro dei Maccabei sono gli unici testi che non tradusse, o su cui non lavorò). I risultati costituirono un ostacolo all’inizio, giacché ponevano in dubbio la versione in uso fino ad allora, ma la sua traduzione gradualmente fu accettata, e la cosiddetta edizione Vulgata fu formalmente riconosciuta nel 1942 come testoufficiale latino della Bibbia della Chiesa cattolica (le traduzioni di Douai del XVI secolo e quelle inglesi di Knox del XX secolo sono state entrambe tratte dalla Vulgata). Scrisse anche molto della vita monastica, che pensava dovesse essere basata sulla lectio divina (uno studio devoto della Scrittura e degli scritti dei Padri della Chiesa, di cui fu uno dei massimi esponenti, venerato come uno dei quattro dottori latini).
Alcune sue affermazioni sul celibato e il matrimonio sarebbero oggi considerate s. girolamo5eccessive. Chiaramente incapace di lodare i pregi del primo senza denigrare il secondo, disse una volta: «Per quanto riguarda il matrimonio, lo apprezzo perchè da come risultato delle vergini; dalle spine colgo la rosa», tuttavia aveva una grande predisposizione per l’amicizia, specialmente con le donne.
Dalle sue lettere e da altri scritti, apprendiamo che si tenne in contatto con i suoi amici a Roma, e che condivideva intensamente le loro sfortune. «All’improvviso,» scrisse una volta Girolamo, «mi riferirono la morte di Pammachio e di Marcella, il sacco di Roma e la fine di molti fratelli e sorelle: fui sopraffatto (in realtà molto stordito), e non facevo niente per tutto il giorno tranne pensare alla sicurezza di ciascuno e di tutti.» I tentativi di minare la sua integrità, specialmente per quanto riguarda la relazione con Paola, non proseguirono, a ogni modo non  vi è dubbio che le fosse devoto, e fu inconsolabile alla sua morte, nel 404.
Roma fu saccheggiata da Alarico, re dei visigoti (395-410), nel 410, perciò Girolamo fu costretto a interrompere le sue attività di studioso per aiutare i numerosi rifugiati che scappavano verso oriente. «Non posso aiutarli tutti,» scrisse «ma mi dolgo e piango per loro. Totalmente occupato nell’attività che il dovere della carità m’impone, ho messo da parte il mio commentario su Ezechiele e quasi tutti gli studi, giacché oggi dobbiamo tradurre le parole della Scrittura in azioni, e invece dipronunciare parole sante, dobbiamo passare all’azione.»
I suoi studi furono interrotti in modo simile ancora una volta nel 416, quando una banda di malfattori, evidentemente mandati dai pelagiani, attaccò il monastero, picchiando monaci e monache, uccidendo almeno una persona, e s. girolamo6incendiando gli edifici del complesso monastico. Eustochio non guarì mai, e morì l’anno seguente; anche Girolamo stava peggiorando, consumato dalle privazioni e dal duro lavoro, e stava perdendo la vista, strumento essenziale del suo lavoro di studioso. Girolamo morì in pace a Betlemme il 30 settembre 420 e fu seppellito nella chiesa della Natività, vicino a Paola ed Eustochio. I resti furono successivamente trasferiti in Santa Maria Maggiore a Roma. Dato che non scrisse mai una regola (aveva semplicemente adottato quella di Pacomio) i monasteri in realtà non sopravvissero a lungo, tuttavia, nel X[V secolo vari gruppi adottarono questa qualità particolare d’ascetismo, scegliendo nomi come gli Eremiti di S. Girolamo della Congregazione di Fiesole oppure i Poveri Eremiti di S. Girolamo.
É INVOCATO: – come protettore di archeologi, bibliofili e bibliotecari, eruditi, librai, studenti e traduttori
FonteIl primo grande dizionario dei santi Alban Butler

Preghiera dei 33 giorni

passione 1La forza e la potenzialità di questa preghiera sono straordinarie. Se recitata con fede e costanza, grandi sono le grazie che essa può far ottenere. Innanzitutto, può servire per la salvezza certa di tante anime del purgatorio che aspettano le nostre preghiere, ma può essere utilizzata anche come preghiera personale per ottenere la grazia a noi necessaria.
La preghiera deve essere ripetuta per 33 giorni. Una volta a settimana si deve prendere la Comunione, ed in più la Comunione deve essere presa in suffragio di detta anima. 
  • La prima settimana si offrirà il sangue della mano destra
  • La seconda settimana si offrirà il sangue della mano sinistra
  • La terza settimana si offrirà il sangue del piede destro
  • La quarta settimana si offrirà il sangue del piede sinistro
  • Gli ultimi 5 giorni si offrirà il sangue e l’acqua scaturiti dal Sacro Costato
Occorrerà, infine, ogni settimana e l’ultimo giorno della preghiera, (il 33°) prendere la comunione in suffragio di detta anima. Si suggerisce nel limite del possibile far coincidere il 33° giorno con una festa importante come il Natale o il giorno dei Santi, perché la preghiera risulti essere ancora più forte.
Inizio 30 settembre per la festa del 1 novembre

1a settimana

mano destra crocifissioneRipetere 33 volte di seguito 
“Eterno Padre, io ti offro il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo scaturito dalla piaga della mano destra in suffragio dell’anima più sofferente del purgatorio. Vergine Maria, consolatrice degli afflitti e Tu, San Giuseppe intercedi per questa anima. E tu, anima benedetta, vai avanti a Dio, domanda per me questa grazia, e se è utile alla salvezza dell’anima mia fai in modo che mi sia concessa”. Amen.
Ripetere 7 volte di seguito 
“Addolorata Vergine Maria prega per quest’anima del Purgatorio”.
7 L’eterno riposo
***

2a settimana

Ripetere 33 volte di seguito chiodo
“Eterno Padre, io ti offro il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo scaturito dalla piaga della mano sinistra in suffragio dell’anima più sofferente del purgatorio. Vergine Maria, consolatrice degli afflitti e Tu, San Giuseppe intercedi per questa anima. E tu, anima benedetta, vai avanti a Dio, domanda per me questa grazia, e se è utile alla salvezza dell’anima mia fai in modo che mi sia concessa”. Amen.
Ripetere 7 volte di seguito 
“Addolorata Vergine Maria prega per quest’anima del Purgatorio”.
7 L’eterno riposo
***

3a settimana

chiodo2Ripetere 33 volte di seguito 
“Eterno Padre, io ti offro il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo scaturito dalla piaga del piede destro in suffragio dell’anima più sofferente del purgatorio. Vergine Maria, consolatrice degli afflitti e Tu, San Giuseppe intercedi per questa anima. E tu, anima benedetta, vai avanti a Dio, domanda per me questa grazia, e se è utile alla salvezza dell’anima mia fai in modo che mi sia concessa”. Amen.
Ripetere 7 volte di seguito 
“Addolorata Vergine Maria prega per quest’anima del Purgatorio”.
7 L’eterno riposo
***

4a settimana

sotto la croceRipetere 33 volte di seguito 
“Eterno Padre, io ti offro il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo scaturito dalla piaga del piede sinistro in suffragio dell’anima più sofferente del purgatorio. Vergine Maria, consolatrice degli afflitti e Tu, San Giuseppe intercedi per questa anima. E tu, anima benedetta, vai avanti a Dio, domanda per me questa grazia, e se è utile alla salvezza dell’anima mia fai in modo che mi sia concessa”. Amen.
Ripetere 7 volte di seguito 
“Addolorata Vergine Maria prega per quest’anima del Purgatorio”.
7 L’eterno riposo
***

Gli ultimi 5 giorni

croceRipetere 33 volte di seguito 
“Eterno Padre, io ti offro il sangue e l’acqua scaturiti dal Sacro Costato in suffragio dell’anima più sofferente del purgatorio. Vergine Maria, consolatrice degli afflitti e Tu, San Giuseppe intercedi per questa anima. E tu, anima benedetta, vai avanti a Dio, domanda per me questa grazia, e se è utile alla salvezza dell’anima mia fai in modo che mi sia concessa”. Amen.
Ripetere 7 volte di seguito 
“Addolorata Vergine Maria prega per quest’anima del Purgatorio”.
7 L’eterno riposo

domenica 29 settembre 2013

MADONNA DI ANGUERA

prima apparizione – 29 settembre
4 angueraDa 25 anni, la Madonna appare ad Anguera (Bahia – Brasile) a Pedro Régis, dettandogli messaggi per tutta l’umanità. I messaggi vengono trasmessi 3 volte a settimana: ogni martedì e sabato, più un altro giorno variabile.
Traduzioni dai testi originali pubblicati sul sito ufficiale http://www.apelosurgentes.com.br/

VIDEO MESSAGGIO DEL 5 FEBBRAIO 2013

La storia

Pedro Régis (il veggente) è cresciuto in una piccola fattoria del comune di Anguera (stato di Bahia, Brasile) in una famiglia di semplici agricoltori, che vivevano della coltivazione di fagioli, mais e manioca. Figlio del signor Jonas e della signora Amália, ha 14 fratelli.
4 Pedro RégisA 17 anni, mentre frequentava l’istituto magistrale ad Anguera, Pedro iniziò a soffrire di ripetuti e inspiegabili svenimenti, senza che i medici riuscissero a diagnosticare alcuna malattia. Il 29 settembre 1987, tre mesi dopo aver compiuto 18 anni, Pedro stava tornando da scuola assieme a un compagno, Celestino Cruz. Scesi dall’autobus, sentì che stava per perdere i sensi e si sedette a terra, senza accorgersi di essere vicino a un formicaio. Mentre Celestino correva in cerca di aiuto, una bella ragazza vestita di bianco lo prese per le braccia senza alcuno sforzo e rialzandolo disse: “Ti porto via dalle formiche”. Quindi lo accompagnò nell’atrio di una scuola situata a poca distanza e sparì. Quando riprese i sensi, Pedro chiese di quella giovane, ma i familiari pensarono che stesse delirando.
Pochi giorni dopo, il 1° di ottobre, mentre Pedro era in casa e stava parlando con due delle sue sorelle, sentì i soliti sintomi dello svenimento e rimase privo di sensi per un po’ di tempo. Al risveglio, vide nuovamente la ragazza che lo aveva aiutato e la presentò alle sorelle che, sorprese, non videro nessuno. La giovane chiese a Pedro che le sorelle li lasciassero soli per alcuni minuti. Queste, ancora confuse, si ritirarono, ma rimasero a sbirciare attraverso una fessura della porta: videro che il fratello parlava con qualcuno, fermo in un determinato punto della stanza, senza emettere alcun suono. La ragazza consigliò a Pedro di rivolgersi a un sacerdote che lo avrebbe aiutato, gli confidò un segreto che per il momento non doveva essere divulgato e gli chiese che la sua famiglia recitasse il rosario tutti i giorni.

VIDEO

sui temi principali dettati dalla madonna di Anguera ( Brasile)
mariaangueraIl 3 ottobre 1987, verso le 18, mentre Pedro stava pregando il rosario con la famiglia, sentì una voce fuori casa che lo chiamava: chiese a una delle sorelle di andare a vedere chi fosse, ma lei non vide nessuno. Il richiamo continuava, sempre più nitido, finché Pedro decise di uscire: sorpreso, vide a una distanza di circa 50 metri una grande luce e si sentì attratto in quella direzione. Per la terza volta, gli apparve la giovane vestita di bianco, che si presentò così: “Non avere paura. Sono la Madre di Gesù. Sono qui perché ho bisogno di te per aiutare i miei poveri figli, che hanno bisogno del mio soccorso”. Quel giorno, la Madonna lo guarì dai misteriosi svenimenti e gli chiese che in quel luogo fosse collocata una croce.
Il sabato successivo, il 10 ottobre 1987, la Regina della Pace dettò a Pedro il primo messaggio pubblico:
Sono la Regina della Pace e desidero che tutti i miei figli stiano al mio fianco per vincere insieme un grande male che può abbattersi sul mondo. Per far sì che tale male non accada, però, dovete pregare e avere fede. Figli miei, desidero la conversione di tutti il più velocemente possibile. Il mondo corre grandi pericoli e, per liberarvi da questi pericoli, dovete pregare, convertirvi e credere nella Parola del Creatore, perché pregando troverete la pace per il mondo. Figli miei, molti di voi vanno in chiesa, ma non vanno con il cuore limpido, vanno senza fede. Molti vanno solamente per mostrarsi cattolici e sono in grave errore. Dovete seguire un solo cammino: quello della VERITÀ. Ci sono figli che non hanno imparato a perdonare, ma dovete perdonare il vostro prossimo. L’inimicizia è opera di Satana, che è felice quando riesce a separare un fratello dall’altro. Per questo vi prego con tutto il mio cuore, che arde in fiamme: convertitevi, pregate e imparate a perdonare il vostro prossimo.”
Ancora oggi, la Madonna continua ad apparire a Pedro tre volte alla settimana: si presenta come una ragazza di circa 20 anni, con i capelli neri e gli occhi celesti. Appare quasi sempre vestita di bianco, a volte con un manto azzurro, sempre scalza, e si ferma a ca. 30 cm da terra, davanti alla croce dove i fedeli depositano fiori. Avvolta da una luce intensa, la Vergine Maria guarda tutti, a volte fissa lo sguardo su alcune persone, gesticola soavemente e parla un perfetto portoghese. Estremamente umile, è di una bellezza straordinaria e parla con grande amore.

VIDEO MESSAGGIO DEL 1° GENNAIO 2013

4 anguera.2Messaggio del 13 febbraio 2013
Cari figli, restate con Gesù. Non abbiate paura. Dio ha tutto sotto controllo. Siate uomini e donne di fede. Accogliete coraggiosamente il Vangelo del mio Gesù e non tiratevi indietro. Voi appartenete al Signore e nessun male vi colpirà se rimarrete fedeli. Io sono vostra Madre e conosco le vostre necessità. Con i vostri esempi e parole mostrate a tutti che siete nel mondo, ma non siete del mondo. Ecco il tempo che vi ho annunciato in passato. Coraggio. Ora iniziano i primi passi in direzione del Calvario, ma il cammino della croce è ancora lungo. Abbiate fiducia, fede e speranza. Dopo tutta la tribolazione verrà la vittoriaNon tiratevi indietro. Amate e difendete la verità. Inginocchiatevi in preghiera. Tornate a Colui che è il vostro Tutto e vi conosce per nome. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
Cari figli, il compito che vi ho affidato è grande. Portate al mondo tutti i miei messaggi! Ho bisogno di ciascuno di voi. (n. 1000 – 29/8/1995)

2 messaggi dell’ 11 marzo 2013

angueraCari Figli, vi amo come siete, vi chiedo di mantenere accesa la fiamma della fede e di essere in tutto come Gesù. Voi non siete soli; camminate nella certezza che Gesù è molto vicino a voi. Non tiratevi indietrodate il meglio di voi nella missione che il Signore vi ha affidato. Non c’è vittoria senza croce. La chiesa porterà una croce pesante, sarà perseguitata e umiliata affronterà una tempesta dolorosa, ma non affonderà. State attenti, avrete ancora lunghi anni di dure prove. Coraggio io supplicherò il mio Gesù per voi. Rallegratevi perchè i vostri nomi sono già scritti in cielo. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della SS Trinità grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.
II messaggio dell’11 marzo 2013
Cari figli, confidate in Gesù, egli calmerà ogni tempesta che colpirà la grande imbarcazione. Ci saranno conflitti, ma alla fine l’imbarcazione arriverà al porto sicuro. La vittoria sarà di Gesù. Voi che state ad ascoltarmi non perdetevi d’animo. Sono venuta dal cielo per aiutarvi, non temete, sono vostra madre e so cosa vi aspetta. Inginocchiatevi in preghiera; solo con la forza della preghiera potete ottenere vittoriaAmate e difendete la verità, accogliete il vangelo e testimoniate ovunque la vostra fede. Voi state nel mondo ma non siete del mondo. Aprite i vostri cuori e seguitemi voglio portarvi a colui che è la vostra via, verità e vita, conosco le vostre necessità e supplicherò il mio Gesù per voi. Avanti senza paura. questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della SS Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo. Amen Rimanete nella pace.
Fonti: http://www.messaggidianguera.net/ ; http://nostrasignoradianguera.blogspot.it/
Sito ufficialehttp://www.apelosurgentes.com.br/

Beato Riccardo Rolle di Hampole

(ca. 1300-1349) 29 settembre
Importante figura della tradizione mistica inglese, anche se di lui non si hanno B. Riccardo Rolle di Hampoleinformazioni di esperienze fisiche particolari, non lo si può definire monaco e nemmeno eremita, ma sembra che con il suo amore per Dio riuscisse a coinvolgere e convertire molti cuori.
La devozione popolare nata dopo la sua morte giustifica l’attribuzione del titolo “beato” anche se il culto di Riccardo Rolle di Hampole non è mai stato confermato ufficialmente. Si raccontarono i miracoli avvenuti sul suo sepolcro e s’iniziarono le pratiche della canonizzazione. A York era stato persino preparato un Ufficio per la sua festa, pubblicato con un avvertimento: «L’Ufficio di S. Riccardo, eremita, da recitare dopo la sua canonizzazione da parte della Chiesa, perché nel frattempo non è permesso cantare le ore canoniche de eo in pubblico, né rendere la sua festa solenne, tuttavia, data l’evidenza della sua santità,possiamo venerarlo e chiedere la sua intercessione nelle preghiere private, e affidarci alla sua protezione». La causa di canonizzazione per qualche ragione non fu mai portata a termine, tuttavia le lezioni per il mattutino contenute nell’Ufficio restano, assieme con le sue opere, la fonte d’informazioni principale su questa figura importante della tradizione mistica inglese.
Riccardo nacque nel 1300 circa a Thornton (tradizionalmente identificata come Thornton-le-Dale, vicino a Pickering) nello Yorkshire settentrionale, e i suoi genitori, con l’aiuto del maestro Thomas Neville, successivamente arcidiacono di Durham, lo mandarono a Oxford, dove svolse gli studi per un breve periodo, ma che abbandonò all’età di diciotto o diciannove anni, senza laurearsi. In base al racconto contenuto nelle lezioni del suo ufficio, a questo punto ritornò subito a casa, chiese a sua B. Riccardo Rolle di Hampole1sorella due o tre abiti, per farne una tonaca simile a quella indossata dagli eremiti. La sorella reputò espressamente che fosse impazzito, perciò Riccardo, temendo la reazione del padredecise di lasciare furtivamente casa sua. Si narra che si sia recato nella chiesa di una parrocchia vicina (Topcliff), dove s’inginocchiò nel banco riservato al signore del villaggio, Giovanni Dalton, e che fu riconosciuto dai figli di quest’ultimo che erano stati a Oxford con lui.
Il giorno dopo era la festa dell’Assunzione (15 ago.) e Riccardo riapparve, questa volta indossando una cotta, e con il permesso del sacerdote «pronunciò un’omelia al popolo straordinariamente edificante, tanto da commuoverlo fino alle lacrime e dissero tutti di non aver mai udito un sermone così ricco di qualità e potenza». Dopo la Messa, Giovanni Dalton invitò Riccardo a cena, e dopo essersi accertato della sua buona fede, gli donò un posto dove vivere sulla sua proprietà, oltre a cibo, vestiti adatti, e tutto il resto necessario. Riccardo allora «cercò con la massima diligenza sia di giorno sia di notte, di perfezionare la sua vita e di cogliere ogni opportunità di migliorare la contemplazione ed essere devoto all’amore divino».
Questo racconto presenta alcuni problemi, ed è più che probabile che l’autore abbia esposto gli eventi in versione ridotta e semplificata, per rendere la storia più edificante agli occhi dei lettori. Riccardo stesso definisce la sua giovinezza «colpevole e peccatrice», e ciò, pur riconoscendo la sua umiltà, non si adatta a quanto è affermato nelle lezioni. E più probabile che gli eventi descritti non abbiano avuto luogo subito dopo aver lasciato Oxford, ma circa dieci anni dopo, quando aveva già circa ventotto anni e aveva fatto qualche esperienza di vita.
Può anche essere stato dottore di teologia, ma non un sacerdote (oggi sono tutti generalmente d’accordo che non fu mai ordinato), e questo concorderebbe con ciò che si racconta di lui in un martirologio inglese pubblicato nel 1608 da un sacerdote, John Wilson: «Fu prima dottore, e poi lasciò il mondo per fare l’eremita». Per alcuni B. Riccardo Rolle di Hampole2anni Riccardo portò avanti la sua vita solitaria, ma non di clausura, sulle proprietà di Dalton;all’inizio soffrì molto in seguito alle privazioni estreme cui si sottoponeva: «Sono così debole e soffro di mal di testa così forti da non poter stare in piedi, a meno che non  mi rinforzi ingerendo del cibo sano».
Gradualmente s’accorse che la virtù della moderazione avrebbe potuto essere maggiore: «È giusto che colui che usa valorosamente l’amore di Dio sia veramente forte, poiché il fisico è indebolito da malattie gravi al punto che spesse volte l’uomo non può pregare, e quindi a maggior ragione non può innalzarsi verso le cose elevate a cui aspira con ardore. Preferirei perciò che l’uomo fallisse per quanto riguarda la grandezza dell’amore piuttosto che per aver digiunato troppo». Per anni Riccardo sopportò di buon grado l’ostilità e le critiche cattive di alcune persone (tra cui alcuni di cui si era fidato in precedenza e che considerava amici leali), che pensavano che tutti coloro che vivevano nelle proprietà di un ricco signore non avrebbero potuto essere vicini a Dio.
Alla morte della moglie di Giovanni Dalton, Riccardo, «per ragioni  molto urgenti e pratiche», lasciò la proprietà e si recò nella zona di Richmond, e in questo periodo sembra non abbia avuto nessuna residenza fissa, «cosicché, abitando in molti posti avrebbe potuto portare a molti il beneficio della salvezza». Un giovedì santo fu chiamato presso il letto di una reclusa e amica intima. Dame Margherita Kirkby, che per una quindicina di giorni era stata costretta a letto ed era incapace di parlare. Mentre si trovava là, la donna cade in un sonno profondo, durante il quale ebbe violente convulsionie al risveglio riuscì di nuovo a parlare; le sue prime parole furono Gloria tibi, Domine a cui Riccardo rispose con la seconda metà del versetto {qui natus es de Virgine) ricordandole di usare le sue parole «come una donna che parla per fare del bene». Alla fine, Riccardo si stabilì a Hampole, sulla strada per Wakefield a circa sei sette chilometri da Doncaster.
B. Riccardo Rolle di Hampole3La sua cella si trovava vicino al priorato delle monache cistercensi, ma non è chiaro se fosse il loro cappellano o semplicemente un consigliere e un amicoTutto il resto del tempo che non dedicava alla preghiera o a consigliare gli altri, Riccardo lo impiegava a scrivere. La sua opera più conosciuta è Incendium amoris (Il fuoco dell’amore), riguardo al quale afferma: «Cerco di spingere tutto il popolo all’amore, e sto impegnandomi nel mostrare il desiderio d’amore più forte e soprannaturale». Qualcuno pensa che avesse scritto quest’opera a Hampole, ma sembra più probabile che risalga a un periodo precedente (nel momento in cui si recò a Hampole scriveva solo o principalmente in inglese).Aveva tradotto e commentato i salmi per Margherita Kirkby (una copia era conservata nel priorato di Hampole); aveva scritto un libretto in inglese per una monaca benedettina a Yedingham; e ora s’accingeva a scrivere Commandament of Love to God per una delle monache di Hampole. Molte delle sue affermazioni si fondano direttamente sulla sua esperienza, e in precedenza potevano essere considerate autobiografiche, anche se ciò non si adatta mai bene, nonostante gli scrittori mistici abbiano tentato di combinare le sue opinioni sul progresso nella vita spirituale con lo schema classico in modo da perfezionarle, chiarirle e dar loro una certa unità; inoltre, sebbene parli di «consolazioni », non afferma nessuna delle rivelazioni e delle visioni dirette narrate da molti mistici, e per quanto si sa, le sue esperienze spirituali non erano accompagnate da nessun fenomeno fisico insolito. Sembra sia stato un metodo mistico molto pratico (forse solo molto inglese).
Non fu esente (e non lo è tuttora) dalle criticheI suoi contemporanei più vicini a lui, Walter Hilton e l’autore di La nube della non conoscenza sospettavano dei suoi insegnamenti, e ci sono ancora alcuni che notano una mancanza di sviluppo nelle sue opere, in cui a volte può sembrare un po’ loquace, specialmente quando sente la necessità di giustificare il suo modo di vivere contro coloro che affermavano che gli eremiti erano pigri, inferiori ai sacerdoti e ai monaci. Ma la nota fondamentale del suo messaggio è gioiosa, come si può dedurre dalle parole: «Chi ama Dio in modo santo non si mostra mai né troppo felice, né troppo serio nel suo esilio, ma unisce l’allegria alla maturità. [...] Il riso, perciò, che proviene dalla luce e dalla vanità intellettuale dovrà essere biasimato, ma bisogna lodare quello che nasce veramente dalla felicità della coscienza e dello spirito, che si trova solo nel giusto, ed è definita gioia dell’amore di Dio».
FonteIl primo dizionario dei santi di Alban Butler

Letture di domenica 29 settembre 2013

XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Signore, tutto ciò che hai fatto ricadere su di noi l’hai fatto con retto giudizio; abbiamo peccato contro di te, non abbiamo dato ascolto ai tuoi precetti; ma ora glorifica il tuo nome e opera con noi secondo la grandezza della tua misericordia.

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen

PRIMA LETTURA

Am 6, 1.4-7
Amos profetaDal libro del profeta Amos.
Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 145
affidoRIT: Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. RIT
Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. RIT
Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. RIT

SECONDA LETTURA

1 Tm 6, 11-16
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo.
paolo Guercino51-242x300Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo. A lui onore e potenza per sempre. Amen.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.
Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.

VANGELO

Lc 16, 19-31
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto diriccoepulone piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Lettura ed Omelia di Don Ferdinando Colombo su 

http://www.sacrocuore-bologna.it/it/audio.php  (DISPONIBILE DA DOMENICA)

COMMENTO

Beati i poveri in spirito…
ricco epuloneIn vita tu hai ricevuto beni e Lazzaro mali; ora lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Una parabola molto nota, quella che ci propone la liturgia odierna. Per la sua chiarezza, una sua semplice lettura, ci indica già un profondo insegnamento di Gesù. L’attenzione è oggi rivolta verso l’uso delle ricchezze, rimproverando un loro uso in modo non generoso. L’esortazione è per chi tende semplicemente a costruire un regno terreno fatto solo di beni materiale e con il rischio di perdere anche i veri valori umani. L’esortazione di Gesù è infatti a considerare i poveri che ci stanno vicino. Certamente Egli parla della povertà materiale. Una povertà che oggi è diffusa e che si sta diffondendo, anche perché – con gli strumenti di comunicazione di massa sempre più efficienti – i nostri “vicini” appartengono sempre di più a vaste aree della terra. Nella figura di Lazzaro, però possiamo trovare tutti quelli che chiedono il nostro aiuto, materiale ma anche spirituale. La povertà che sempre di più fa paura nel cosiddetto “mondo ricco” è quella della solitudine, dell’abbandono, della malattia che nessuno vuol guarire. Gesù ci invita a non nasconderci dietro un perbenismo che in realtà erige steccati fondati su giudizi o pregiudizi. Quanti “Lazzaro” incontriamo, e a quanti prestiamo veramente soccorso? Può RICCO EPULONEessere interessante guardare alla figura del ricco. Gesù ce la presenta come un gaudente, dedito solo allo svago quotidiano, in una esistenza assolutamente frivola. A prima vista, ci sembra che questo ricco sia lontano dalla nostra mentalità. Chi può dire di avere tante ricchezze e chi può permettersi il lusso quotidiano come il ricco della parabola? Una analisi più attenta, soprattutto in riferimento alla mentalità dell’epoca, ci fa scorgere, in quest’atteggiamento del ricco, un qualcosa che ci può riguardare. La ricchezza era considerata benedizione di Dio e quindi poteva essere giusto spenderla come si ritiene più opportuno, e senza molti rimorsi della coscienza. Gesù non specifica come quest’uomo, il protagonista della parabola, sia diventato ricco. Non possiamo presumere che ci sia stato anche un arricchimento illecito; potrebbe essere dovuto a ricchezza familiari, per il conseguimento di un’eredità o frutto di un lavoro onesto. Vestire in modo ricercato e mangiare con gli amici, di per sé, non può essere definita come un’azione cattiva. Da come Gesù ci presenta la parabole, la povertà di Lazzaro non è imputabile al ricco e neanche le sue sofferenze sono una causa diretta del suo agire. Qual’è, allora, la vera colpa che Gesù imputa a questo ricco? Semplicemente che, nell’ordinarietà della sua esistenza non si è accorto di qualcuno che chiedeva il suo aiuto. Può essere, questo il nostro caso? Possiamo sentirci, infatti soddisfatti di ciò che abbiamo legittimamente raggiunto e, con diritto, ne godiamo con che riteniamo giusto. Il diritto sociale giustificherebbe, quindi – in questa prospettiva – qualsiasi nostra ricco epulone e povero lazzarodisattenzione, anche se non volontaria. La vigilanza evangelica in questa parabola, si incarna sulla necessità di avere occhi e cuore pronti per chi chiede il nostro aiuto.(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

Consapevoli che saremo giudicati da Te o Signore secondo quanto saremo stati in grado di mettere in pratica del Vangelo, Ti chiediamo di renderci Tuoi validi testimoni. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Dio della salvezza, aiutaci a portare apertamente e fieramente il nostro nome cristiano, perché Gesù Tuo Figlio ci possa un giorno riconoscere davanti a Te che sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

I SANTI ARCANGELI

Papa Giovanni Paolo I affermò che gli angeli sono i grandi sconosciuti dei i santi arcangelinostri tempi. “Michele il Guerriero, Raffaele il Guaritore, Gabriele il Messaggero”.
Don Marcello Stanzione, uno dei massimi esperti di angelologia ha scritto un bellissimo libro a loro dedicato: “Michele il Guerriero, Raffaele il Guaritore, Gabriele il Messaggero”. Questo testo, vuole fare luce sui tre principali arcangeli venerati dal cattolicesimo, di cui ci racconta la storia. Michele è l’angelo militante per eccellenza, che combatte contro il Drago citato nell’Apocalisse e contro gli spiriti maligni nell’aria e i loro seguaci sulla terra. Gabriele è scelto da Dio per annunciare alla Madonna il mistero dell’Incarnazione di Gesù. Legato ai messaggi messianici, la sua presenza indica la pienezza dei tempi. Raffaele, uno dei sette spiriti che stanno innanzi a Dio, è l’arcangelo medico, .. accompagnatore ed amico dell’uomo, che custodisce e protegge nelle necessità.

VIDEO STORIA

SAN MICHELE 

i santi arcangeli1La Sacra Scrittura usa la denominazione di Arcangelo solo per San Michele e lo fa nella lettera di Giuda. Nel libro di Daniele, Michele viene chiamato “Il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo” (Dn 12, 1), ed anche “Michele, il vostro principe” (Dn 10,21). Nel libro dell’Apocalisse appare come il capo vittorioso degli eserciti che lottano contro satana e la tradizione vuole che abbia scacciato dal cielo lucifero, insorto contro il Signore, al grido “Chi è come Dio?” ( che è il significato del nome Michele). Anche oggi, come allora, San Michele Arcangelo continua questa lotta contro il male, aiutando e sostenendo la Chiesa (e chiunque si ponga sotto la sua protezione) verso la vittoria finale di Gesù sulle tenebre.

PREGHIERA A SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le insidie del Diavolo; sii nostro aiuto te lo chiediamo supplici . O Principe delle milizie celesti con la potenza che ti viene da Dio ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo alla perdizione delle anime.  Amen.

SAN RAFFAELE

La Scrittura definisce San Raffaele “uno dei sette angeli che stanno davanti al i santi arcangeli2Signore“; tra i tre arcangeli, tuttavia, Raffaele è quello meno conosciuto, probabilmente a causa del fatto che egli appare solamente nell’Antico Testamento, e mai nel Nuovo, dove figurano invece sia l’Arcangelo Michele che l’Arcangelo Gabriele. Nella Sacra Scrittura si racconta di ciò che l’Arcangelo San Raffaele fece per il giovane Tobia, divenendo sua guida e il suo difensore, procurandogli la riscossione del suo credito, un felice matrimonio e la guarigione del padre dalla cecità. Il significato del suo nome è “medicina di Dio“. Non a caso, San Raffaele è il protettore dei medici, e molti ospedali gli sono dedicati, a dimostrazione del continuo intervento nelle cose terrestri, in merito alla salute dell’anima e del corpo, ad opera di Raffaele.

PREGHIERA A SAN RAFFAELE ARCANGELO 

Nobilissimo Arcangelo San Raffaele, che dalla Siria alla Media accompagnaste sempre fedele il giovanetto Tobia, degnatevi di accompagnare anche me, nel pericoloso viaggio dell’eternità.
Sapientissimo Arcangelo San Raffaele che, camminando presso il fiume Tigri, preservaste il giovane Tobia della morte, insegnandogli la maniera di impadronirsi di quel pesce che lo minacciava, preservate anche l’anima mia dagli assalti di quel mostro che dappertutto mi circonda per divorarmi.
Pietosissimo Arcangelo San Raffaele che ridonaste al cieco Tobia il preziosissimo dono della vista, liberate l’anima mia dalla cecità che l’affligge e la disonora, affinchè, cammini sempre sicuro nella via dei divini comandamenti.
Perfettissimo Arcangelo San Raffaele che state sempre dinanzi al trono dell’Altissimo, a lodarlo, a benedirlo, a glorificarlo, a servirlo, fate che anch’io non perda mai di vista la divina presenza, affinchè i miei pensieri, le mie parole, le mie opere siano sempre dirette alla Sua gloria ed alla mia santificazione. Amen

SAN GABRIELE 

i santi arcangeli3Tra gli Angeli inviati da Dio, Gabriele occupa un posto di primaria importanza. Gabriele in ebraico significa “Dio è grande“, e questo Angelo appare sempre come il messaggero di Dio per compiere missioni speciali: lo troviamo, infatti, in quattro passi della Bibbia e sempre come portatore di notizie felici.
Gabriele spiega a Daniele la sua visione e poi lo consola (Dn 8,16; 9,20-27).
Ma il suo ruolo più importante lo svolge con Zaccaria e poi con la Santissima Vergine.
Annuncia la nascita del Battista e l’incarnazione del Verbo. Porta a Maria il saluto del cielo e la incoraggia a dare il suo consenso al piano divino.“Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù…Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio” (Lc 1, 30-31; 1, 35).

PREGHIERA A SAN GABRIELE ARCANGELO

O glorioso Arcangelo San Gabriele, io condivido la gioia che provasti nel recarti quale celeste messaggero a Maria, ammiro il rispetto con cui ti presentasti a lei, la devozione con cui la salutasti, l’amore con cui, primo fra gli Angeli, adorasti il Verbo incarnato nel suo seno e ti prego di ottenermi di ripetere con gli stessi tuoi sentimenti il saluto che allora rivolgesti a Maria e di offrire con lo stesso amore gli ossequi che allora presentasti al Verbo fatto Uomo, con la recita del Santo Rosario e dell’Angelus Domini. Amen 
Fonti: http://sentinelledimaria.jimdo.com/santi-ed-angeli/i-3-arcangeli/ http://www.photomarco.it/arcangeli%20di%20don%20marcello/arcangeli%20di%20don%20marcello.htm

Le apparizioni di San Michele Arcangelo

Le apparizioni di San Michele Arcangelo forse non sono note a tutti. Di sicuro le piùi santi arcangeli1 famose sono avvenute sul Gargano dove abbiamo addirittura la famosa grotta a Lui dedicata e il Santuario di Monte Sant’Angelo. Eppure egli è apparso un po’ in tutto il mondo.   
La prima apparizione di San Michele è detta del “Toro” e risale al 490 d.C. Elvio Emanuele, un ricco possidente di Siponto, smarrì un toro e dopo non poca fatica lo ritrovò in una grotta dove egli stesso non riusciva ad entrare, ne a far uscire l’animale, tanto che preso da un attacco d’ira gli scagliò contro una freccia che miracolosamente tornò indietro e lo colpì ad una gamba.  Con il passare del tempo sono sorte diverse versioni, c’è chi dice che fosse a cavallo e semplicemente cadde a terra accorgendosi di avere davanti a se l’Arcangelo. Comunque, quale sia la storia, nei dettagli, ne parlò con il vescovo che gli dette tre giorni di preghiera fino a che egli stesso non ebbe un apparizione in sogno dell’arcangelo che gli diceva:
 “Io sono l’Arcangelo Michele, e sono sempre alla presenza di Dio. La grotta è a me sacra ed Io l’ho scelta. Non ci sarà più spargimento di sangue di animali. Dove si apre la roccia il peccato dell’uomo potrebbe essere perdonato. Ciò che è stato richiesto in preghiera sarà concesso. Perciò risalite la montagna e consacrate la grotta al culto cristiano.”
Il Vescovo decise di fare una processione fin sul monte ma non trovarono la grotta.
monteLa seconda apparizione è detta della “Vittoria” e avviene due anni dopo, nel 492 d.C., a Siponto dove un popolo di barbari aveva assediato la città. Il vescovo riuscì ad ottenere tre giorni di tregue e in questi cominciò a pregare insieme a tutta la popolazione l’intercessione dell’Arcangelo che prontamente apparendo al vescovo, promise il suo aiuto. Il giorno dopo un violento temporale accompagnato da tempeste di sabbia e grandine, si abbattè sulle truppe nemiche, che in preda al terrore scapparono. E di nuovo si fece una processione.
La terza apparizione è detta della “Meditazione” in quanto è la prima che “lascia un segno tangibile” della presenza di San Michele Arcangelo. Il Vescovo riconoscente a San Michele Arcangelo per il precedente salvataggio ottenne da Papa Gelasio I il permesso di poter consacrare la grotta in cui San Michele era apparso. Ma San Michele Arcangelo riapparve al vescovo in sogno con questo messaggio:
“Non è necessario che voi mi dedichiate questa chiesa che Io stesso ho consacrato con la mia presenza. Entra e con il mio aiuto innalza preghiere e celebra il Sacrificio.  Io Ti mostrerò come Io stesso ho consacrato questo luogo. “
Viene dunque indetta una nuovo processione nella quale due aquile con le ali spiegate coprono il capo dei vescovi riuniti dai raggi del sole. Quando poi giungono alla grotta trovano un altare già pronto con una croce su. Come se non bastasse all’entrata della grotta vi era l’impronta del piede di un bambino. Questo era decisamente il segno che aspettavano.
Apparve anche a Papa Gregorio Magno (590-604) in sogno sopra la mole gregorio magnoAdriana,nell’atto di rinfoderare la spada, annunciando così la fine della terribile peste che infestava Roma. Poichè la pestilenza finì veramente, Papa Gregorio Magno cambiò il nome del mausoleo di Adriano in Castel Sant’Angelo, nome che è giunto fino ai giorni nostri.
La quarta apparizione avvenuta sul Gargano risale al 1656 d.C.. Il Vescovo Alfonzo Puccinelli, ordinò giornate di preghiere e di digiuno per invocare l’aiuto di San Michele Arcangelo, contro l’epidemia di peste arrivando a lasciare nelle mani della statua di San Michele una supplica scritta a nome di tutta la popolazione locale. Il Vescovo sentì come un terremoto e poi San Michele gli apparve avvolto in una luce fatta da tutti i colori dell’arcobaleno e gli disse:
“Io sono l’Arcangelo Michele Chiunque utilizzi la pietra di questa grotta sarà guarito dalla peste. Benedici le pietre e scolpiscivi il segno della Croce e le iniziali del mio nome.”
Il vescovo fece come San Michele Arcangelo gli aveva detto e ben presto tutta l’area fu liberata dalla peste.
Anche il rettore del santuario san Michele sul Monte Faito afferma che l’Arcangelo apparve al Vescovo di Stabia e a Sant’Antonio Abate nel VI secolo. Mentre l’Imperatore Marciano particolarmente devoto a San Michele al quale si affidava per ogni malessere finì gravemente malato. Pur non volendo esser curato da mani d’uomo si vide obbligato dal dottore ad accettare alcuni medicamenti. Quando gli apparve l’Arcangelo spiegò che non era stato per sua volontà e perdonato gli impose un segno di croce sulla fronte guarendolo, mentre il medico venne colpito da pustole in bocca, che rendevano il suo caso molto grave. Potato nella chiesa di San Michele e unto con l’olio della lampada con l’immagine del santo, guarì.
s.eudociaS. Eudocia morì martire il 1° marzo dell’anno 114, sotto il Regno dell’Imperatore Traiano. Donna dai molti vizi venne convertita per opera del Monaco S. Germano che le impose un ritiro di preghiera e digiuno di sette giorni prima di ottenere il battesimo. Ella arrivò allo stremo delle forze prima di vedere innanzi a se una luce abbagliante, e un giovane vestito di bianco dall’aria serena, che la innalza fino al cielo, dove le parve di vedere una folla di persone vestite come lui, che le annunciavano felici che avrebbe preso parte alla loro gioia. Ma allo stesso tempo un mostro orribile che si dimenava con urli orrendi, si trattava del demonio, infuriato per la sua redenzione.
Apparve anche in Spagna durante l’invasione dei mori ad un condottiero della città di Gonni per farsi suo protettore. Mentre il Monte della Verna è rimasto celebre per le apparizioni di S. Michele a S. Francesco d’Assisi il quale si domandava se veramente quelle immense fenditure che si vedevano fossero avvenute nella morte del Redentore, apparendogli S. Michele di cui era devotissimo, venne assicurato che era vero quello che per tradizione si diceva. E fu proprio san Michele a segnarlo con le Stimmate.
Ma anche in Messico si fece conoscere.  In un piccolo villaggio, vicino alla località san micheleche si chiama S. Maria della Natività, quattro leghe circa discosto dalla città degli Angeli, vi era un indiano, chiamato Diego Lazzero un giorno in processione gli apparve l’Arcangelo e gli indicò una fonte, ma egli non disse nulla per vergogna. Passato qualche tempo s’ammalò gravemente e ormai in fin di vita aspettavano solo la sua morte, quando nella stanza apparve un bagliore tale da spaventarli. Quando fattisi coraggio rientrano Diego era guarito e mostrò loro la fonte prodigiosa, che a detta dell’Arcangelo avrebbe dato modo a molti di convertirsi e di far piovere grazie.
Queste ovviamente sono solo alcune delle apparizioni che l’Arcangelo san Michele ha fatto nel mondo, anche la Francia vanta le sue e così pure il Portogallo, Austria, Svezia, Polonia e Ungheria e tanti altri luoghi in  tutta Italia. Affidiamoci dunque alla sua potente protezione e intercessione!
Fonti: http://www.abbazie.com/sanmichelearcangelo/apparizioni_it.html /http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/appaarizioni%20di%20san%20michele%20arcangelo.htm

Madonna di Tirano

Sondrio (Italia) 29 settembre 1504
tirano-valtellinaLa Madonna apparve, all’alba del 29 settembre 1504, ad un uomo  di nome Mario Omodei, che si era recato in un suo orto sul Monte Folla. In cambio di un santuario promise la guarigione del fratello.
Il santuario, meta di numerosissimi pellegrini, è situato in alta Valtellina, all’imboccatura della Val Poschiavo, a due chilometri dal confine svizzero; è raggiungibile in treno o con mezzo privato. Sorse nel luogo in cui la Madonna apparve, all’alba del 29 settembre 1504, ad un uomo  di nome Mario Omodei, che si era recato in un suo orto sul Monte Folla.
VIDEO DEL SANTUARIO
Le prime notizie storiche documentate risalgono al secolo XI. Un documento del 1073 parla del castello del Dosso, costruito dalla famiglia Omodei; in seguito Tirano si costituisce in Comune, quindi è sottoposto alla Signoria dei Capitanei, dei Visconti e degli Sforza di Milano. Lodovico il Moro fortifica Tirano con una nuova cerchia di mura, con tre porte e con il nuovo castello di Santa Maria. Proprio in quel periodo, politicamente e religiosamente tanto agitato, avviene l’apparizione prodigiosa della Madonna che, con la costruzione del Santuario, rende celebre la città e l’intera regione.
Madonna di Tirano1Don Simone Cabassi, parroco di Tirano, l’8 settembre 1601 ne descrive per primo la storia.
Il giorno di San Michele, 29 settembre 1504, un contadino “di santa vita e religiosi costumi”, di nome Mario, della nobile famiglia degli Omodei, esce di casa prima dello spuntar del sole, per andare nella vigna a raccogliere alcuni pochi frutti, quando improvvisamente, ha l’impressione che le cime dei monti siano illuminate da una nuova strana luce.
Mentre incerto si domanda da dove provenga tanto chiarore, si sente alzare da terra e trasportare in un piccolo orticello, coltivato in quella zona solitaria. Deposto a terra, gli si presenta davanti agli occhi una fanciulla, dall’apparente età di 14 anni, o poco più, con una veste candidissima, dalla quale Mario comprende provenire la strana luce che lo avvolge. La fanciulla, circondata da una moltitudine di angeli, gli rivolge la parola, chiamandolo per nome «Mario! Mario!». Il buon Mario, rincuorato, risponde «Bene?». «Bene avrai!» riprende la fanciulla.
«Vai a Tirano, e chiedi a quella gente di costruire, in questo luogo, una chiesa per il culto del Signore ed in onore del mio santo Nome».
A Mario, preoccupato per l’incarico ricevuto, che teme di non essere creduto dai compaesani, la fanciulla assicura che, se non crederanno, la pestilenza che al presente affligge il bestiame, si estenderà anche alla popolazione. Come segno dell’autenticità delle sue parole, gli annuncia la guarigione del fratello Benedetto che ha appena lasciato infermo. Terminato il colloquio, la visione scompare lasciando un’intensa fragranza di soavi profumi.Madonna di Tirano2
Fattosi giorno, Mario, colmo di meraviglia, si precipita nella chiesa parrocchiale dedicata a San Martino, nella quale i fedeli stanno assistendo alla celebrazione della prima Messa, ed annuncia loro a gran voce quanto la Madonna gli ha comunicato. Dopo un primo iniziale momento di incredulità e di incertezza, i fedeli corrono alla casa di Mario, dove constatano la guarigione del fratello Benedetto che ormai credevano morto, e che invece li accoglie, in piedi, senza febbre, con solo una leggera debolezza dovuta alla lunga malattia.
Il 25 marzo del 1505 vengono gettate le fondamenta del Santuario di Nostra Signora di Tirano, su un terreno appartenente a un capitano degli Sforza. Molte furono le grazie ricevute dalla popolazione, tanto che nella sacrestia è conservato un “libro dei miracoli” che riferisce con minuziosi particolari i prodigi avvenuti nel periodo 1504-1519.
Ma proprio in questo periodo, anche i contrasti religiosi coi Grigioni si vanno acuendo e conducono alla sanguinosa rivolta del 1620, che sfocia, la mattina del 19 luglio, nella strage dei riformati che si estende poi per tutta la Valle. La mattina dell’11 settembre gli Svizzeri prendono d’assalto Tirano. Ma i Valtellinesi, sostenuto il primo urto, escono in campo aperto e la battaglia si svolge con sorti alterne; alla fine gli Svizzeri sono sopraffatti e lasciano sul campo numerosi morti, tra i quali gli stessi comandanti. Gli storici riferiscono che in quel giorno la statua di bronzo di San Madonna-di-Tirano--Tirano--ItalyMichele arcangelo, posta sulla cupola del Santuario, fu vista roteare su se stessa e brandire la spada di fuoco contro il campo avversario.
A distanza di tanti secoli, questo fatto è entrato nella viva tradizione della gente della Valtellina e sta a significare la protezione della Madonna che quelle popolazioni hanno sperimentato in anni di durissime e drammatiche prove spirituali. La Madonna di Tirano si è dimostrata ancora una volta Ausiliatrice del popolo cristiano, nella difesa della vera fede.
Papa Pio XI, nel 1927, lo dichiarò Basilica Minore e Papa Pio XII, nel 1946, proclamò la Madonna di Tirano patrona della Valtellina. Il santuario rappresenta la massima testimonianza dell’architettura rinascimentale valtellinese: è a tre navate con pianta a croce latina, due campate e cupola. Nella parte absidale si eleva l’alta torre campanaria.
All’interno si trova la Cappella dell’Apparizione, con il gruppo ligneo policromo della Vergine. Sotto l’altare una lapide reca l’iscrizione: HIC STETERVNT PEDES MARIAE (qui si posarono i piedi di Maria). L’altare su cui posa il gruppo è ricco di preziosi marmi scolpiti in stile impero, con artistici bassorilievi. Molte altre sono le opere pregevoli: Madonna di Tirano3affreschi, sculture, tele, intarsi e persino una statua di S. Michele Arcangelo eseguita in rame sbalzato dorato. Un maestoso organo occupa tutto l’arco sinistro del transetto, sorretto da otto colonne di marmo rosso.
Oltre alle feste mariane della liturgia si celebrano la festa dell’apparizione, il 29 settembre e la giornata dell’ammalato la prima domenica di settembre; grande è la partecipazione dei fedeli.
Don Mario Morra -  RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2007 – 8
Fonti: http://www.donbosco-torino.it/ ; http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20tirano.htm

sabato 28 settembre 2013

letture di sabato 28 settembre 2013

XXV Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

 “«Io sono la salvezza del popolo», dice il Signore, «in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò, e sarò il loro Signore per sempre».”

PREGHIERA DEL MATTINO

O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa’ che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen

PRIMA LETTURA

Zc 2, 5-9.14-15
zaccaria profetaDal libro del profeta Zaccarìa
Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza». Allora l’angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va’ a parlare a quel giovane e digli: “Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso – oracolo del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa”. Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te. Oracolo del Signore. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo, ed egli dimorerà in mezzo a te».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal. da Ger.31
pastore6RIT: Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.
Ascoltate, genti, la parola del Signore, annunciatela alle isole più lontane e dite: «Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come un pastore il suo gregge». RIT
Perché il Signore ha riscattato Giacobbe, lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui. Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion, andranno insieme verso i beni del Signore. RIT
La vergine allora gioirà danzando e insieme i giovani e i vecchi. «Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni». RIT

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.

VANGELO

Lc 9, 43-45
jesus_arrestoDal Vangelo secondo Luca
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

croci3Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini…
Gesù rivela ai suoi discepoli la verità sulla sua missione. Non è una previsione di gloria ma il preannuncio di un futuro difficile. I discepoli non riescono ancora a capire questa nuova prospettiva: la glorificazione della Croce e vogliono allontanare questi pensieri di morte, persecuzione e dolori. La giustizia, per loro non può avvalersi della morte di un innocente. Il futuro per loro sembra buio e tenebroso, non tutti saranno in grado di accettare questa nuova missione. E’ difficile adattare le proprie aspirazioni con i desideri del Signore, anche a noi sarà capitato tante volte di sperimentare la crudezza di questa realtà. La possibilità di salvezza sta proprio nel saper accettare il passaggio della nostra croce quotidiana.
(Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)
abbraccio (4)

PREGHIERA DELLA SERA

O Dio, che in Cristo Gesù ci hai amati con vero amore e attraverso il Tuo sacrificio hai donato a tutti gli uomini la vita eterna, fà che comprendiamo il valore di ogni vita, e che conserviamo la capacità di meravigliarsi sempre di fronte ai prodigi della Tua misericordia. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Amen

Beato Bernardino da Feltre

Sacerdote dell’ordine dei minori (1439-1494) 28 Settembre
BeatobernardinoBernardino da Feltre fu uno dei grandi predicatori del XV secolo e un economista pratico anche se discusso. Grazie a lui si ebbe il primo “Monte di Pietà”Per le sue omelie non si preparava un discorso nel modo convenzionale, ma si affidava alla preghiera. Accusato di essere troppo duro con gli ebrei, ma in realtà si scagliava contro l’usura che la maggior parte di loro praticava.
Martino Tomitani, nato a Feltre, vicino a Venezia nel 1439, fu il maggiore di dieci figli. Le sue doti intellettive furono presto riconosciute, ed egli ricevette una buona istruzione, recandosi poi all’università di Padova, nel 1456, per studiare legge e filosofia. Quasi subito conobbe il predicatore francescano S. Giacomo delle Marche (28 nov.), discepolo di S. Bernardino da Siena (13 mag.). Nel maggio dello stesso anno entrò nei frati minori dell’Osservanza, con il nome di Bernardino, dal nome del santo senese canonizzato di recente. L’impegno radicale e senza mezzi termini, sua caratteristica peculiare, è esemplificato da un suo commento di questo periodo su uno dei suoi grandi amori, la musica, che considerava; «non adatta per coloro che si consacravano a Dio». Fu ordinato sacerdote nel 1463 e trascorse i successivi sei anni in tutta tranquillità, studiando e pregando; poi, nel 1469,il capitolo veneziano dell’ordine lo nominò tra i suoi predicatori.
Beato Bernardino da Feltre.2Bernardino fu terrorizzato, dato che prima d’allora non aveva mai pronunciato omelie in pubblico, non aveva fiducia in se stesso, ed era molto basso di statura, caratteristica che certo non facilitava le cose (era solito firmarsi «piccolino e poverello»). La sua guida spirituale, facendogli il segno della croce sulle labbra, gli disse: «Dio ti scioglierà la parola, per dimostrarti che il dono della predicazione proviene solo da lui», tuttavia quando, dopo essersi attentamente preparato, salì sul pulpito per la prima volta davanti a una numerosa congregazione a Mantova, fu colto dal panico e dimenticò tutto ciò che aveva pensato di direRicordando il suo patrono, S. Bernardino, abbandonò l’idea di pronunciare il discorso preparato, e cominciò a parlare liberamente di lui. Da quel giorno non si preparò più le omelie nel modo convenzionale, affidandosi piuttosto alla preghiera, che definì come «preparazione migliore dello studio, giacché più efficace e veloce».
Per i successivi venticinque anni. Bernardino viaggiò per l’Italia predicando ovunque andasse; sono state conservate almeno centoventi sue omelie, perciò sappiamo che il suo stile era semplice, disadorno («l’ostentazione non porta mai niente di nuovo,» disse) e vivace. Con il trascorrere del tempo attirò un folto seguito di gente: a Firenze e a Padova la congregazione si riversò nella piazza principale; a Padova e Feltre tutti gli alloggi disponibili erano stati occupati in anticipo, in occasione della sua venuta; e in un’occasione, tremila persone si recarono da Crema a Lodi, percorrendo una distanza di circa venti chilometri, per ascoltare due omelie di seguito. Non aveva mezzi termini, era persino brusco, nel denunciare i fallimenti di una società lacerata dalla guerra, dalle rivalità politiche, dalla violenza, e dalla corruzione.

 “Predica del Beato Bernardino da Feltre” 

Beato Bernardino da Feltre4
Quest’uomo fragile, in realtà, minacciato dalla tubercolosi, divenne così veemente che esistono almeno due testimonianze documentate della rottura di un vaso sanguigno. Il fatto che si fece presto dei nemici, specialmente tra le autorità, che si sentivano minacciati dalle sue critiche scrupolose, non fu un deterrente per lui, e neanche gli attentati alla sua vita. Presto alcune leggi furono abrogate o approvate come risultato del suo interventograzie a lui, per esempio, per la prima volta nelle prigioni gli uomini furono separati dalle donnefu dichiarato illecito lo sfruttamento da parte del marito del denaro della moglie; le corse che si svolgevano a Brescia il 15 agosto furono abolite per gli abusi che incoraggiavano; e in diverse città le case da gioco furono chiuse.
Come Bernardino da Siena e il suo contemporaneo fiorentino, il domenicano Girolamo Savonarola, era solito organizzare enormi falò in cui bruciare ciò che chiamava «la cittadella del diavolo» (dalle carte ai dadi da gioco, dai libri licenziosi ai distintivi delle fazioni rivali che stavano causando conflitti nelle città italiane, oltre ad articoli di vestiario non necessari e frivoli). Il popolo amava questo spettacolo, e se i loro governanti erano meno entusiasti, la maggior parte di loro imparò a rispettare Bernardino e, all’occorrenza, a sfruttar il suo intervento come mediatore. Solo con le fazioni Oddi e Baglioni, costantemente in conflitto a Perugia, non riuscì a ottenere alcun BeatoBernardino da Feltro2risultato. Uno dei mali più gravi che Bernardino sentì il bisogno di risolvere, fu la pratica dell’usura: gli usurai, la maggior parte ebrei, a quel tempo prestavano il denaro a tassi d’interesse esorbitanti, e altrettanto facevano i rapaci banchieri lombardi. Consapevole dell’atmosfera antisemita prevalente. Bernardino disse con chiarezza che non intendeva attaccare gli ebrei in quanto tali:
Non si deve recare danno agli ebrei e alle loro proprietà. [...] Bisogna donare loro giustizia e carità, poiché hanno la nostra stessa natura. Lo ripeto ovunque [...] giacché l’ordine, i pontefici e i misericordiosi lo richiedono allo stesso modo, ma tuttavia è vero che la legge canonica proibisce espressamente gli affari troppo frequenti, e la troppa familiarità con essi. Oggi nessuno ha scrupoli su questa questione, e non posso tacere; gli usurai ebrei superano ogni limite, rovinano i poveri e s’ingrassano a loro spese. Io, che vivo d’elemosine e mangio lo stesso pane dei poveri, non posso restare zitto davanti a quest’oltraggiosa ingiustizia.
Beato Bernardino da Feltre3
Al giorno d’oggi questo discorso sembra paternalistico e in un certo senso offensivo, ma a quel tempo era relativamente progressista. Nel 1484, mettendo in pratica le sue parole e incontrando l’opposizione di alcuni frati, istituì il suo primo Monte di Pietà; il mons pietatis originale fu probabilmente fondato nel secolo precedente da un vescovo di Londra, Michele di Northborough. Bernardino lasciò mille marchi d’argento da prestare senza interessi ai poveri, che per sicurezza avrebbero dovuto depositare uno o più degli oggetti di proprietà personale. Un francescano, Barnaba da Terni, fondò una simile «agenzia di prestiti su pegno» a Perugia nel 1462, e ne furono aperti altri successivamente in Toscana, nelle Marche, e negli Stati pontifici, ma fu Bernardino che ebbe l’idea e la sfruttò per creare un’organizzazione effettiva.
Il Monte di Pietà mantovano incontrò una tale opposizione da parte degli usurai del luogo da fallire, ma dal 1484 al 1492, Bernardino ne fondò non meno di venti, ognuno amministrato da un gruppo di frati e laici (rappresentanti dei differenti rami del commercio), alcuni controllati dal municipio. Il capitale iniziale proveniva in parte da donazioni volontariein parte da prestiti degli usurai stessi; i profitti erano aggiunti al capitale, consentendo di ridurre il piccolo tasso d’interesse. BeatoBernardino da Feltro3Bernardino fu criticato da tutti (dagli usurai e banchieri che riuscirono a far chiudere alcuni Monte di Pietà, e dai giuristi di diritto canonico, che affermarono che applicare un interesse, se pur minimo, era ugualmente usura). Bernardino non cedette, affermando che senza una piccola rata d’interesse, i fondi non sarebbero esistiti per niente. La questione non fu mai chiarita, mentre era in vita, ma nel 1515 il V concilio Laterano decretò che i Monti di Pietà non solo erano legali,ma che dovevano essere sostenuti, e grazie a questo diventarono comuni in tutta l’Europa, eccetto che nelle Isole Britanniche. Alla fine dell’agosto 1494, Bernardino, la cui salute precaria stava cominciando a peggiorare, riuscì a giungere a Pavia,dove era atteso per l’omelia, durante la quale mise in guardia il popolo del possibile attacco dei francesi, «che stavano ferrando i cavalli per l’invasione dell’Italia», cosa che effettivamente avvenne durante il regno di Cario VIII , pochi mesi dopo, quando però Bernardino era già morto, a Pavia il 28 settembre, all’età relativamente giovane di cinquantacinque anni: fu subito acclamato come santo e il culto confermato nel 1654.
È INVOCATO: – per i prestiti su pegno – come protettore di bancari e Monti di Pietà
FontiIl primo grande dizionario dei santi di Alban Butler