martedì 19 marzo 2013

Don Adriano Gennari e il Cenacolo Eucaristico



"Don Adriano Gennari, uomo di umili origini e di grande fede, è sacerdote di san Giuseppe Benedetto Cottolengo.


Nacque l'11 agosto 1943 a Roverchiara, piccolo e povero paese della provincia di Verona, immerso nella campagna, dove quasi tutte le famiglie si mantenevano lavorando la terra. Secondogenito di cinque figli, visse in una famiglia di tipo patriarcale, composta anche dai nonni paterni e da due zii; una famiglia molto povera, ma ricca di calore umano, di affetto e di amore per i figli, di genuina e semplice religiosità. La sua casa era costruita con materiali modesti ed era sprovvista di acqua, di riscaldamento, di servizi e il buio veniva rischiarato da lampade a petrolio.


Il piccolo Adriano venne battezzato il 26 agosto 1943 nella chiesa di san Zenone in Roverchiara; ricevette il dono della prima Comunione il 30 aprile 1950 e il sacramento della Cresima il 28 settembre dello stesso anno.


Frequentò la scuola materna e, dopo aver conseguito la licenza elementare, i genitori decisero di emigrare in Piemonte e precisamente a San Benigno Canavese, nei pressi di Torino, per dare ai cinque figli la possibilità di trovare un lavoro e condurre conseguentemente una vita più dignitosa e meno povera.


A dodici anni Adriano lasciò la famiglia per prestare il suo servizio lavorativo presso l'Istituto salesiano di Valsalice dove rimase per circa due anni. Iniziò subito dopo a lavorare come apprendista elettricista ed elettrobobinista presso due ditte di San Benigno Canavese e, dopo alcuni anni, come meccanico tornitore e fresatore presso una ditta di Settimo Torinese e a Torino. Contemporaneamente frequentò una scuola professionale serale, che gli permise di conseguire l'attestato di aggiustatore meccanico e di essere assunto come operaio alla Fiat Mirafiori.


Nel 1964 partì per il servizio militare della durata di quindici mesi che assolse nella caserma degli Alpini di Bra. Lì conobbe un sacerdote del seminario che diventò la sua guida spirituale, aiutandolo a capire i primi segni della sua vocazione. All'età di 25 anni, dopo un intenso cammino spirituale, sostenuto dalla preghiera e dalla vita sacramentale, il giovane Adriano decise di chiedere alla Fiat un anno di aspettativa per verificare e consolidare la forte chiamata alla vita sacerdotale. Nel 1967 lasciò il lavoro in fabbrica per meditare sulla sempre più chiara vocazione. Così per vagliarla e metterla alla prova, chiese di entrare nel nascente seminario per le vocazioni adulte della diocesi di Torino, diretto da don Barra e da don Falletti, unitamente ad alcuni giovani anch'essi provenienti dal mondo del lavoro.


In quel periodo ogni sabato notte Adriano si recava alla Piccola Casa della Divina Provvidenza per svolgere il suo servizio di volontariato nelle varie corsie. Questa esperienza segnò la sua vita, determinando in seguito la decisione di entrare a far parte della Congregazione dei Sacerdoti di san Giuseppe Benedetto Cottolengo. Avendo conseguito soltanto la licenza elementare, riprese gli studi con fatica, ma con grande tenacia. Ottenne così il diploma di abilitazione magistrale e, affascinato dal carisma cottolenghino, si trasferì presso il seminario della Piccola Casa della Divina Provvidenza per intraprendere gli studi di filosofia e di teologia. La sua formazione vocazionale adulta si è realizzata con l'ordinazione sacerdotale avvenuta il 26 giugno 1976 all'età di 33 anni. Contemporaneamente chiese di far parte della Società dei Sacerdoti di san Giuseppe Benedetto Cottolengo e, dopo aver trascorso il periodo di prova stabilito dagli Statuti, venne in essa accolto. Il 22 ottobre 1976 conseguì anche il diploma in Mariologia che gli è stato rilasciato a nome della Pontificia Facoltà Teologica "Marianum" di Roma, presso il santuario della Consolata in Torino, da Sua Eminenza l'Arcivescovo Michele Pellegrino e da Max Thurian della fraternità di Taizé. Il 17 giugno 1981 conseguì la licenza in Teologia con specializzazione in "Teologia della Vita Religiosa", presso la Pontificia Università Lateranense - Istituto della Teologia della Vita Religiosa "Claretianum" di Roma. Inoltre ha frequentato, presso l'Istituto Patristico Augustinianum due corsi di spiritualità relativi alla "preghiera dei Salmi" e al "Vangelo di Giovanni". Nel settembre del 1981 ricevette l'incarico di docente di materie letterarie presso la scuola media del Cottolengo di cui diventò preside nel 1994. Nello stesso anno assunse anche l'incarico di insegnante di religione presso la scuola Verga di Torino. Dall'anno 2000 è responsabile della pastorale del malato presso la Casa di Cura della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino.


È iniziatore e animatore del “Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione”, comunità di fede in cammino, e fondatore della omonima Associazione di volontariato – O.N.L.U.S.



"La preghiera è un canto d'amore animato dallo Spirito Santo e sostenuto dal dono della fede. È l'incontro dell'uomo con Dio, Padre di infinita bontà, fonte di vita e di grazia. È un colloquio dell'uomo con lui.
"È uno slancio del cuore, uno sguardo gettato verso il cielo un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia". (Santa Teresa di Gesù Bambino)


"Chi impara a pregare impara a vivere" (S.Agostino)


È lo Spirito Santo che muove l'uomo a cercare Gesù Cristo, il Figlio di Dio che ci orienta a Dio, Creatore e Signore di tutta l'umanità. Come può lo Spirito di Dio essere la "nostra vita" se il nostro cuore è lontano da lui? "Niente vale quanto la preghiera: essa rende possibile ciò che è impossibile" (S.Giovanni Crisostomo)


La preghiera vera è quella in cui vi è più amore. È quella che viene vissuta nella carità di Cristo in un servizio amorevole ai fratelli e alle sorelle che ci circondano. "Chi ama Dio e il prossimo prega incessantemente, unisce la preghiera alle opere e le opere alla preghiera" (Origene).


"La preghiera mantiene l'equilibrio del mondo, riconcilia con Dio, genera lacrime sante è ponte sulle tentazioni, muro tra noi e le afflizioni; allontana le lotte dello spirito, è la beatitudine futura, è sorgente delle virtù, è illuminazione della mente, è scure contro la disperazione, è segno di speranza, è vittoria sulla tristezza, è indicazione della strada la percorrere, è disvelamento dei beni futuri ed è pegno di gloria" (Giovanni Climaco).
Solo chi prega intensamente ama, solo chi ama davvero prega.
Tu prega, ed avrai la gioia di vivere, di amare e di perdonare."
(Don Adriano Gennari)

"La vera preghiera ama il silenzio"


"L'atmosfera di spiritualità, percettibile in questo Monastero abbaziale, suscita nel cuore dell'uomo la gioia, la pace e la mistica serenità; risveglia nell'animo il desiderio di rivivere l'antico fervore religioso dei monaci cistercensi, che, per secoli, qui hanno vissuto la loro vita di preghiera e di lavoro. Questo luogo benedetto ci invita a cercare il silenzio per pregare e per imparare a pregare; per ascoltare Dio, che parla nel segreto del cuore dell'uomo; per contemplare tutti i suoi prodigi compiuti per la salvezza di tutta l'umanità; per adorare la sua Presenza, viva ed operante, in Cristo Gesù nell'Eucaristia; per "perdere" tempo con Lui e poi spenderlo tutto nella carità di Cristo in favore degli altri; per essere assorbiti da Dio Padre, fonte di grazia e per non sottrarci agli impegni del quotidiano; per incontrare il Signore poiché ciò è indispensabile per farsi prossimo al bisognoso con il Suo e con il nostro amore, con la Sua e con la nostra tenerezza e bontà; per fare esperienza di un tempo di contemplazione e di stupore dinanzi alla grandezza e all'onnipotenza di Dio, che si rivela non solo nella creazione, ma anche nei Suoi interventi prodigiosi per le Sue creature intensamente amate.


"Nell'amore un silenzio vale più di un discorso", ci dice Pascal. e S. Agostino ammonisce dicendo: "Altra cosa è un lungo discorso, altra cosa un lungo amore.... Non mettiamo nella preghiera molte parole, ma molta preghiera" e potremmo aggiungere con convinzione: molta fede e molto amore. Pertanto restiamo in silenzio per pregare, sfidando il tempo e le lancette dell'orologio, per ritemprarci e per ricaricarci della vitalità e dell'amore di Dio Padre, di Cristo Gesù, dello Spirito Santo e per donarci con gioia in un servizio caritatevole ai fratelli sofferenti, bisognosi e malati. L'uomo della fretta, del "senza tempo"; l'uomo moderno, dell'informatica, della cibernetica, della computerizzazione, della globalizzazione non può non sentire forte la necessità di entrare nel silenzio per pregare, perché la preghiera lo fa crescere nel suo equilibrio spirituale e psicofisico, salvaguarda la sua identità e lo fa entrare in un "riposo rigenerante".


Il Monastero abbaziale è un luogo privilegiato per comprendere che solo l'uomo che prega ama, e solo chi ama, prega; che il tempo, tanto prezioso oggi, non manca più, perché ci si accorgerà di essere diventati, pregando, ricchissimi di tempo, tanto da poterne fare dono agli altri."


Don Adriano Gennari.




"È lo Spirito Santo che vivifica"
 
"Carissimi,
lo Spirito Santo è il dinamismo della nostra vita, del nostro operare, del nostro progettare, del nostro crescere nella vita spirituale, nella fede, nella speranza e nella carità. È stupendo ciò che il profeta Ezechiele ci dice in merito all’opera potente dello Spirito Santo nel cuore dell’umanità: l’azione vivificante dello Spirito si rilevò davvero vitale: «le ossa inaridite presero vigore…» (cfr Ez 37, 10).
Nel piano della grazia tutto dipende dall’amore dello Spirito Santo. La fede in Cristo Gesú, Figlio del Dio vivente, è sostenuta e illuminata dallo Spirito Santo: «se uno non nasce da acqua e spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3, 5), cioè nella pienezza dell’amore di Dio. Così la filiazione divina è opera meravigliosa dello Spirito Santo, «nel quale gridiamo: Abbà, Padre!» (Rm 8, 15).
L’esercizio della vera libertà nella carità è frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5, 13 ss).
Lo Spirito Santo è l’anima delle Chiesa, la guida, la purifica e la santifica nel suo evangelizzare le genti in un pellegrinaggio verso la pienezza dei tempi. È lo Spirito Santo che porta avanti il cammino, a volte faticoso, delle nostre famiglie, delle nostre comunità di vita, delle nostre fraternità. La vita secondo lo Spirito è opera stupenda dello Spirito Santo: «Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio» (Rom 8, 14).
È bello ciò che preghiamo con il Salmo 51: la creazione dell’uomo nuovo, fedele alla grazia di Dio, mediante lo Spirito di Dio, amato ricreato e rinnovato. «Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo» (v 12). «Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso» (Vergine Immacolata (12-14).
L’opera dello Spirito Santo è permanente. Gesú è sempre operante mediante l’azione dello Spirito Santo: «Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione, mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati» (Is 61, 1).
Ecco il Risorto che annuncia a tutti noi: «Riceverete la forza nello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra» (At 1, 8).
Questa è la grande missione che anche noi dobbiamo compiere nel nostro cammino di vita, una missione ricca dell’amore di Dio, della Sua misericordia e della Sua bontà. Lo Spirito Santo è pienamente dono d’amore di Dio in Cristo Gesú a tutta l’umanità; anche noi vogliamo esserlo, imitandoLo, a tutti coloro che il Signore ci pone a fianco e in particolar modo ai sofferenti, ai poveri, ai malati, agli abbandonati. Amen."
 
Don Adriano Gennari.



1 commenti:

MARIA ROSA ha detto...

DON ADRIANO GRAZIE PER TUTTO QUELLO CHE FAI PER ME IL SIGNORE TI BENEDICA. GRAZIE GRAZIE GRAZIE MARIA ROSA

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