Don Dolindo Ruotolo nacque a Napoli il 6 ottobre 1882 da Raffaele Ruotolo, ingegnere e matematico, e da Silvia Valle, discendente della nobiltà napoletana e spagnola. La famiglia era numerosa e le entrate alquanto scarse, questo faceva sì che spesso nella sua casa si soffrisse la fame e mancassero persino vestiario e scarpe. Don Dolindo descriveva il padre come una persona molto rigida; Raffaele tra l’altro non mandò i figli a scuola, ma volle insegnargli egli stesso a leggere e scrivere, per cui la loro educazione fu molto sommaria.
VIDEO-STORIA
(con filmati storici e testimonianze)Nel 1896, Dolindo e il fratello Elio vennero messi dai genitori nella Scuola Apostolica dei Preti della Missione. Nel 1899, Dolindo venne ammesso al noviziato. Il 1° giugno 1901, fece i voti religiosi e il 24 giugno 1905 venne ordinato sacerdote. Successivamente venne nominato maestro di canto gregoriano e professore dei chierici della Scuola Apostolica.
“Il
sacerdote è un’ostia vivente offerta in Cristo a Dio Padre per la
salvezza dei peccatori. Egli è il polmone dell’umanità, metabolizza la
miseria del peccato nell’aria purissima della grazia e della vita
eterna. Il sacerdote è un operatore di grazie, un restauratore del
vasellame di Dio, la sua opera è il frutto della sua preghiera e
attraverso il sacrificio e la preghiera i ciechi vedono, gli zoppi
camminano, i morti risorgono.”RACCONTI DI UN SANTO
Nella sua solitudine cominciò ad avere delle comunicazioni soprannaturali, per cui scriveva quanto gli veniva rivelato, specie da santa Gemma Galgani. Il 22 dicembre 1909 Gesù gli parlò solennemente dall’Eucarestia. Durante la celebrazione eucaristica percepiva la presenza della Madonna, dei Santi e degli Angeli custodi degli astanti.

Don Dolindo conosceva la potenza del Rosario e le insidie che il Nemico opponeva a chi si accinge a recitarlo: sospetto di monotonia, distrazione, sonnolenza incipiente, perché è un ladro e viene di nascosto a rubare il tesoro di grazie che l’anima ottiene per intercessione di Maria. Il Rosario è un complesso gangliare del corpo mistico della Chiesa; don Dolindo dice una: “rete elettrica”, ogni grano della corona è un pulsante che ha corrispondenze nel cuore della Vergine e di Gesù e vi accende la lampada della infinita carità. Perciò la recita del Rosario è una preghiera comunitaria da fare con animo devoto e, se preghiamo da soli, don Dolindo consigliava di invitare l’angelo custode, che è sempre con noi per il responsorio della nostra invocazione affinché fosse portata sulle sue mani davanti al trono del cielo.
Si trasferì a Rossano in Calabria e da lì partì la richiesta di revisione, grazie anche all’aiuto di prelati amici, alcuni dei quali anche testimoni dei suoi doni soprannaturali. Nel 1910 venne finalmente riabilitato, dopo due anni e mezzo di sospensione, ma le sue tribolazioni non erano finite. Nel dicembre 1911, Don Dolindo venne nuovamente convocato dal Sant’Uffizio a Roma e nel 1921 subirà anche un processo, dove verrà condannato ed esiliato. Venne definitivamente riabilitato nel 1937.
Pur fra continui dolori ed incomprensioni, la sua vita di sacerdote, ormai diocesano, proseguì a Napoli. Fu l’ideatore dell’ “Opera di Dio”, il cui scopo era principalmente quello di promuovere una rinnovata vita eucaristica. Intorno a lui si radunavano tanti giovani, tutti di cultura elevata, che in seguito formarono l’Opera “Apostolato Stampa”. L’Opera, attraverso la stampa degli scritti di Don Dolindo, riuscì a far conoscere ovunque il suo insegnamento.
Padre Ruotolo fu uno scrittore estremamente prolifico, i suoi scritti più importanti vanno dal monumentale “Commento alla Sacra Scrittura”, in 33 volumi, alle tante opere di teologia, ascetica e mistica. Di lui ci sono rimasti interi volumi di epistolario, scritti autobiografici e di dottrina cristiana. Raccontò la sua vita in una poderosa “Autobiografia” oggi stampata in due volumi, con il titolo “Fui chiamato Dolindo, che significa dolore”.
spirituali,affinché la loro salvezza sia innanzi ad essi come il loro merito particolare.
Egli travolge anche i cattivi che rimangono impenitenti, e li punisce
delle loro colpe, ma lo fa anche con un disegno di amorosa carità,
diminuendo le loro responsabilità e la pena eterna che meritano, con
l’espiazione che soffrono.“PREGHIERE DI DON DOLINDO RUOTOLO
Selezione di brani tratti da “La Sacra Scrittura – L’Apocalisse”FONTI: http://profezie3m.altervista.org/ptm_c31a.htm#Don_Dolindo_Ruotolo; http://www.dolindo.org/index.html

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