lunedì 26 maggio 2014

Madonna di Caravaggio

Bergamo – 26 maggio 1432
Ecco davanti ai suoi occhi una Matrona bellissima e apparizione caravaggioammirabile, di alta statura, dal viso grazioso e dall’aspetto venerando, di un atteggiamento ineffabile e, non mai pensato, vestita di color viola e il capo coperto di un bianco velo“. E’ questa la traduzione dal latino di una pergamena, il più antico racconto del fatto miracoloso, l’apparizione della Madonna ad una giovane donna di Caravaggio.
Il 26 maggio 1432 Giovannetta, o Giannetta, 32 anni, conosciuta da tutti per i suoi virtuosissimi costumi, la sua cristiana pietà, la sua vita sinceramente onesta, sposa poco felice di Francesco Varoli, contadino o forse soldato, che costantemente l’umiliava e la maltrattava alle ore cinque di quella stessa sera, si trovava fuori dall’abitato lungo la strada verso Misano, ed era tutta presa dal pensiero di come avrebbe potuto portare a casa i fasci d’erba che lì era venuta a falciare per i suoi animali. Quand’ecco vide venire dall’alto e sostare proprio vicino a lei, una Signora bellissima e ammirevole, di maestosa statura, di viso leggiadro, di veneranda apparenza e di bellezza indicibile e non mai immaginata, vestita di un abito azzurro e il capo coperto di un velo bianco. Colpita dall’aspetto così venerando della nobile Signora, stupefatta Giannetta esclamò: “Maria Vergine!” E la Signora subito a lei:
“Non temere, figlia, perché sono davvero io. Fermati e inginocchiati in preghiera.”
Giannetta ripose: “Signora, adesso non ho tempo. I miei giumenti aspettano questa erba.”
apparizione Caravaggio2Allora la beatissima Vergine le parlò di nuovo: “Adesso fa quello che voglio da te…
E così dicendo posò la mano sulla spalla di Giannetta e la fece stare in ginocchio. Riprese: “Ascolta bene e tieni a mente, perché voglio che tu riferisca ovunque ti sarà possibile con la tua bocca o faccia dire questo…”
E con le lacrime agli occhi, che secondo la testimonianza di Giannetta erano, e a lei parvero come oro luccicante, soggiunse:
L’altissimo onnipotente mio Figlio intendeva annientare questa terra a causa dell’iniquità degli uomini, perché essi fanno ciò che è male ogni giorno di più, e cadono di peccato in peccato. Ma io per sette anni ho implorato dal mio Figlio misericordia per le loro colpe. Perciò voglio che tu dica a tutti e a ciascuno che digiunino a pane ed acqua ogni venerdì in onore del mio Figlio, e che, dopo il vespro, per devozione a me festeggino ogni sabato. Quella metà giornata devono dedicarla a me per riconoscenza per i molti e grandi favori ottenuti dal Figlio mio per la mia intercessione.”
La Vergine Signora diceva tutte quelle parole a mani aperte e come afflitta. Giannetta disse: “La gente non crederà a me.”
apparizione-Caravaggio
La clementissima Vergine rispose: “Alzati, non temere. Tu riferisci quanto ti ho ordinato. Io confermerò le tue parole con segni così grandi che nessuno dubiterà che tu hai detto la verità.
Detto questo, e fatto il segno di croce su Giannetta, scomparve ai suoi occhi. Tornata immediatamente a Caravaggio, Giannetta riferì tutto quanto aveva visto ed udito. Perciò molti – credendo a lei – cominciarono a visitare quel luogo, e vi trovarono una fonte mai veduta prima da nessuno. A quella fonte si recarono allora alcuni malati, e successivamente in numero sempre crescente, confidando nella potenza di Dio. E si diffuse la notizia che gli ammalati se ne tornavano liberati dalle infermità di cui soffrivano, per l’intercessione e i meriti della gloriosissima Vergine Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo. La fonte sgorga nel luogo ove era inginocchiata Giannetta. 
L’apparizione della Madonna avviene in un momento difficile per la gente di Caravaggio che viveva al confine fra due Stati: Venezia e Milano. Quelle terre erano crocevia di saccheggi, di lotte sanguinose, di scorribande di compagnie di ventura. Entrarne in possesso significava controllare in campo militare ed economico le popolazioni bergamasche e cremonesi. Da qui le lotte, gli assedi, le stragi. Solo sotto il dominio degli Sforza Caravaggio conosce un periodo di relativa pace. Rimarrà Stato di Milano fino all’unità d’Italia, passando alla provincia di Bergamo nel 1861.
Apparizione_2-1Da quel lontano 1432 i pellegrini fanno di Caravaggio uno dei centri di attrazione spirituale nella geografia mariana d’Italia: più di due milioni e mezzo di pellegrini (e tra loro anche Giovanni Paolo II nel giugno 1992) giungono in questo grandioso tempio edificato nella pianura lombarda per venerare Santa Maria del Fonte. Caravaggio non é solo uno dei più importanti templi mariani d’Italia, con una storia centenaria ed una sua ricca spiritualità; é anche uno scrigno d’arte.  Il 31 luglio 1432, a soli due mesi dall’apparizione, il vescovo di Cremona concedeva la facoltà di “porre in luogo la prima pietra della chiesa“.

I MIRACOLI

Anche Caravaggio, come ogni santuario, ha la sua storia di grazie. I miracoli “storici” sono richiamati al pellegrino nel sotterraneo del Sacro Fonte, lungo trenta metri con cinque celle. Nell’ultima c’é una grande vasca in marmo di Siena, in cui i pellegrini possono attingere acqua benedetta. Fra gli episodi curiosi, “la sfida di Graziano”. Un certo Graziano, incredulo, volle sfidare il luogo ove Maria pose i suoi piedi. Preso un ramo secco, lo piantò e subito lo vide ricoprirsi di fiori e foglie.
apparizione caravaggio1
Altro episodio é quello di Domenico Mozzacagna. Nel 1520, accusato di rapina, doveva essere decapitato; ma la scure del boia più volte calata sul suo collo non lo scalfì. Era il 26 maggio e la folla lo acclamò miracolato.
La sera del 9 agosto 1650 uno sconosciuto pellegrino incontrò qui un suo acerrimo nemico che lo rincorse cercando di ucciderlo. Il malcapitato cercò scampo nel tempio che era ormai chiuso. Implorata la protezione di Maria il catenaccio del portone si spezzò consentendo all’aggredito di porsi in salvo ai piedi della statua della Vergine dopo che il portone si era immediatamente rinchiuso alle sue spalle.

Fonti: http://www.santuariodicaravaggio.it/schede.aspx?azione=schede&id_sottosezione=138&id_sezione=65;  http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20caravaggio.htm

giovedì 22 maggio 2014

SANTA RITA DA CASCIA

(1381-1457) 22 maggio
Sposa, madre, vedova, suora agostiniana, grande misticaStaRitadeCasciaRita è una santa di notevole popolarità, specialmente in Italia, dove viene invocata come patrona dei casi più disperati.
Era nata in una famiglia di contadini a Roccaporena (Perugia), figlia ottenuta in tarda età da genitori che la circondarono di premure. La madre molto devota, ebbe la visione di un angelo che le annunciava la tardiva gravidanza, che avrebbero ricevuto una figlia e che avrebbero dovuto chiamarla Rita; in ciò c’è una similitudine con s. Giovanni Battista, anch’egli nato da genitori anziani e con il nome suggerito da una visione.

VIDEO-STORIA

SANTA RITA3
Alla sua infanzia è legato un fatto prodigioso; dopo qualche mese, i genitori, presero a portare la neonata con loro durante il lavoro nei campi, riponendola in un cestello di vimini poco distante. E un giorno mentre la piccola riposava all’ombra di un albero, mentre i genitori stavano un po’ più lontani, uno sciame di api le circondò la testa senza pungerla, anzi alcune di esse entrarono nella boccuccia aperta depositandovi del miele. Nel frattempo un contadino che si era ferito con la falce ad una mano, lasciò il lavoro per correre a Cascia per farsi medicare; passando davanti al cestello e visto la scena, prese a cacciare via le api e qui avvenne la seconda fase del prodigio, man mano che scuoteva le braccia per farle andare via, la ferita si rimarginò completamente. L’uomo gridò al miracolo e con lui tutti gli abitanti di Roccaporena, che seppero del prodigio.

Benché desiderasse farsi suora i suoi anziani genitori la vollero maritare; la scelta si rivelò però infelice: il marito si dimostrò violento ripetutamente infedele. Per diciotto anni Rita sopportò tutto. Da lui sopportò con pazienza ogni maltrattamento, senza mai lamentarsi, chiedendogli con ubbidienza perfino il permesso di andare in chiesa. Con la nascita di due gemelli e la sua perseveranza di rispondere con la dolcezza alla violenza, riuscì a trasformare con il tempo il carattere del marito e renderlo più docile; fu un cambiamento che fece gioire tutta Roccaporena, che per anni ne aveva dovuto subire le angherie.
I due figli gemelli erano profondamente influenzati dal padre: quando un giorno costui fu portato a casa morto, colpito per vendettaessi decisero di vendicarlo, ma morirono troppo presto per portare a termine il loro proposito. Libera da legami famigliari e (secondo una tradizione) confortata dal pentimento in fin di vita del marito, potè realizzare la sua scelta originaria di farsi suora: ciò avvenne intorno al 1407 nel locale convento delle agostiniane di S. Maria Maddalena. Nonostante gli innumerevoli precedenti di vedove divenute suore, le autorità agostiniane si rifiutarono per tre volte di darle l’abito perché non era vergine, e solo nel 1413 cedettero.

Il film:

santa rita rose
Per la tradizione, l’ingresso avvenne per un fatto miracoloso, si narra che una notte, Rita come al solito, si era recata a pregare sullo “Scoglio” (specie di sperone di montagna che s’innalza per un centinaio di metri al disopra del villaggio di Roccaporena), qui ebbe la visione dei suoi tre santi protettoriche la trasportarono a Cascia, introducendola nel monastero, si cita l’anno 1407; quando le suore la videro in orazione nel loro coro, nonostante tutte le porte chiuse, convinte dal prodigio e dal suo sorriso, l’accolsero fra loro.
Quando avvenne ciò Rita era intorno ai trent’anni e benché fosse illetterata, fu ammessa fra le monache coriste, cioè quelle suore che sapendo leggere potevano recitare l’Ufficio divino, ma evidentemente per Rita fu fatta un’eccezione, sostituendo l’ufficio divino con altre orazioni. Nella sua nuova vita eccelse sia nell’obbedienza che nella mortificazione, con una fedeltà a volte singolare, in cui la straordinaria condotta tenuta nella sua precedente condizione fu eguagliata dallo straordinario livello della sua vita religiosa. Meditò costantemente la passione di Cristo perché i peccatori si pentissero e sperimentò una piaga sulla fronte, che pareva causata da una corona di spine, durata alcuni anni senza possibilità di guarigione. Non si ha notizia di altre stimmate ma si hanno prove certe della suacura delle consorelle malate e della sua capacità di consigliare i laici in visita nel monastero. La piaga della fronte guarì quando ricevette il permesso di visitare Roma per il giubileo del 1450.

I luoghi di Santa Rita da Cascia

SANTA RITA4Rita morì di tubercolosi il 22 maggio 1457; il suo corpo incorrotto fu posto in un sarcofago artistico, tuttora esistente. A differenza di quello di altri santi, non si è incartapecorito, appare come una persona morta da poco e non presenta sulla fronte la famosa piaga della spina, che si rimarginò inspiegabilmente dopo la morte. Tutto ciò è documentato dalle relazioni mediche effettuate durante il processo per la beatificazione È giunto a noi lo scritto del vescovo del luogo che approva il suo culto e anche un ritratto autentico. Ben presto le furono attribuiti miracoli che portarono alla sua beatificazione nel 1626 e alla canonizzazione nel 1900. Nel 1946 fu costruita a Cascia una nuova basilica con annessi un ospedale, una scuola e un orfanotrofio. Il suo culto è oggi molto diffuso nei paesi latini, negli Stati Uniti d’America e in Irlanda. In Italia viene invocata come patrona dei “casi difficili”, particolarmente quelli che hanno attinenza con la vita matrimonialeNel giorno della sua festa si benedicono le rose, in memoria della sua richiesta, sul letto di morte, di rose e fichi, che furono trovati (fuori stagione) nel suo vecchio orto.
Il 22 maggio 1447 Rita si spense, mentre le campane da sole suonavano a festa, annunciando la sua ‘nascita’ al cielo. Si narra che il giorno dei funerali, quando ormai si era sparsa la voce dei miracoli attorno al suo corpo, comparvero delle api nere, che si annidarono nelle mura del convento e ancora oggi sono lì, sono api che non hanno un alveare, non fanno miele e da cinque secoli si riproducono fra quelle mura. A Cascia si conserva del vino che si pensa risalente ai giorni della santa. La vita di questa santa, registrata ben dopo la morte, presenta problemi non del tutto risolti, ma il suo culto è ancor oggi sorprendentemente vivo. 
SANTA RITA IN BRASILE
La statua di santa Rita in Brasile
Il 27 giugno 2010 nelle vicinanze della città di Santa Cruz, in Brasile, è stata
inaugurata la statua religiosa cattolica più grande al mondo; è dedicata alla santa umbra: Santa Rita da Cascia. È alta 56 metri, 18 in più del Cristo redentore del Corcovado di Rio de Janeiro, che in precedenza deteneva il record d’altezza. La cittadina brasiliana, ora, sta organizzando anche un centro informativo sulla religiosa di Cascia. La città organizza il 22 maggio una grande festa dedicata alla santa. Ad essa partecipano circa 60.000 persone provenienti da ogni angolo del Brasile
É INVOCATA: - per i casi più disperati e difficili, particolarmente quelli che hanno attinenza i con la vita matrimoniale – contro il vaiolo – come protettrice dei salumieri

Isanta rita preghiera
Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler / http://www.santiebeati.it/ http://it.wikipedia.org/wiki/Rita_da_Cascia

mercoledì 21 maggio 2014

Madonna degli angeli

Arcola (SP) Italia - 21 maggio 1556
Madonna_degli_Angeli_Arcola_1-1Ad Arcola in provincia di La Spezia, la Vergine Maria apparve sopra un rametto di rosmarino, a 5 sorelline mentre si inginocchiavano per recitare l’angelus in un boschetto.
Una costante delle apparizioni mariane è quella di verificarsi nei momenti di maggiore crisi della storia dell’umanità per riportare l’uomo all’osservanza delle leggi divine e per infondergli speranza nell’avvenire, un’altra è quella di avere per tramite quasi sempre dei bambini la cui purezza e innocenza diventa un elemento essenziale per la genuinità e l’integrità dei messaggi trasmessi.
Entrambe queste condizioni si sono attuate anche nell’apparizione di Arcola (La Spezia) avvenuta il 21 maggio 1556, festa di Pentecoste. Ed è molto significativo anche quest’ultimo particolare, che sia avvenuta proprio nel giorno in cui si celebrava la discesa dello Spirito Santo, che si rinnovava la effusione della sua grazia su tutto il mondo. L’apparizione mariana di Arcola avviene mentre fervono i lavori del Concilio di Trento (1545-1563) che con le sue coraggiose riforme tanto impulso darà alla nascita di diversi movimenti ecclesiali e di nuovi modelli di santità, in un borgo tormentato, come tanti altri in Italia, da rivalità tribali e da cicliche epidemie.
La mattina di Pentecoste, dunque, Baldassare Fiamberti con la moglie e i loro nove figli aveva partecipato alle funzioni religiose nella pieve di Arcola; sul mezzogiorno poi le cinque figlie femmine (Barbara, Camilla, Elisabetta, Catarinetta e Madonna di ArcolaAngela) erano andate a giocare in un vicino boschetto di proprietà della famiglia, chiamato “Carbonara”. Ai rintocchi della campana del vicino convento dei frati olivetani, le ragazze sospendono il gioco e si inginocchiarono per la recita dell’Angelus e in pio raccoglimento, ricordano al misericordioso Iddio l’infelice condizione dalla Chiesa, lo scompiglio del mondo, la desolazione del loro paese, pregano, scongiurano la Vergine Santissima con la devota recita del Rosario. Fu proprio allora che una luce di paradiso le avvolge. Attonite voltano lo sguardo e sulla chioma di una pianta di rosmarino vedono una maestosa Signora, risplendente più del sole, bianco vestita, fiancheggiata da due Angeli, che alla bellezza del viso, alla dolcezza dei modi, allo splendore sovrumano fecero capire alle fanciulle che non si trattava di un personaggio terreno bensì della Regina del Cielo.  
Maria le tranquillizzò subito, presentandosi come “Madre di Cristo” e “Regina degli Angeli“, e diede loro questo messaggio:
Non temete, o figlie, io sono Maria, la Madre di Gesù Cristo, la Regina degli Angeli” e alzando la mano: “Andate, andate, o predilette, dite al popolo che preghi e faccia penitenza; sì, andate e predicate la preghiera e la penitenza. Le vostre suppliche sono salite al mio cuore, ora è tempo di agire: Andate! Andate!
Le Veggenti riavutesi da tanta grazia: “Ma dolce Signora“, rispondono, “noi siamo pronte a quanto ci dite, ma a predicare noi non siamo atte, non siamo all’altezza“.
Figliuole, riprende Maria: non temete, col mio aiuto tutto troverete facile. Andate e dite ancora ai buoni villici di innalzare, a mio onore, un tempio in questo luogo“. HPIM0701.JPG
E la Vergine alzandosi verso il Cielo, scortata dai suoi Angeli, pian piano si dileguò dagli sguardi di quelle fortunate, lasciandole piene di celeste consolazione e di fiducia. Riavutesi dalla visione si guardano attonite, si mettono in piedi, e frettolose raggiungono la loro casa; estasiate ne parlano ai loro cari, ne informano il Parroco, i paesani. Una gioia indescrivibile, una sicura fiducia corre nell’animo di tutti: Il paese è salvo. Ma la notizia si espande nella vallata, ai paesi vicini e lontani e da tutta la Lunigiana ed oltre, si partono folle di pellegrini ed oranti e penitenti si avviano alle Carbonara, ove trovano conforto, trovano la vera pace, sentono un rinnovamento interno, quella gioia che non è del mondo. I tempi sono tristi, nelle famiglie vi è penuria, ma il popolo vuol acconsentire all’ordine della Madonna e si accinge alla costruzione del tempio in Suo onore.
Intanto numerose grazie confermano la benedizione di Maria su questo posto e su coloro che ne ascoltano gli insegnamenti e, a quasi quattro secoli e mezzo di distanza, la devozione popolare alla Madonna degli Angeli è ancora ben viva ad Arcola e nei dintorni. Il volerne riferire i miracoli quivi operati dalla Beata Vergine sarebbe opera da non venirne a capo. Fu consolato l’afflitto, ebbe soccorso l’infelice, trovò pace il peccatore, e non è male fisico e morale che travagli la Madonna_degli_Angeli_Arcola_1-1misera umanità, che in questo sacro luogo non sia lungi rimosso dal popolo fedele per opera di quella gran Vergine che è Salute degli infermi, Speranza dei disperati, Consolatrice degli afflitti.
Il processo dell’Apparzione fu compilato da Mons. Gio. Battista Bracelli Vescovo di Sarzana, e dalla Congregazione dei Riti, la Sacra Effigie della Vergine venne dichiarata venerabile e miracolosa.

PREGHIERA

O santissima Vergine Maria, o Madonna degli Angeli, deh! da codesto vostro trono di misericordia, rivolgete benigna il vostro sguardo sopra di me indegno vostro servo. Aiutatemi contro le insidie del demonio, impetratemi un perfetto e costante amore al vostro dilettissimo Figlio ed a Voi che siete dopo Lui la mia unica speme. O mia Regina e Madre deh! fate che in me non venga mai meno un tale amore, ma duri fino alla morte, dopo la quale io sia da Voi condotto alla patria dei Beati. Amen.
(Sette Ave Marie).
A chi visiterà la Chiesa di N. S. degli Angioli in Arcola ed ivi reciterà divotamente la suddetta preghiera con l’aggiunta di sette “Ave Marie” accordiamo l’indulgenza di 100 giorni, da lucrarsi una volta al giorno.
La Spezia 5 aprile 1949 + GIUSEPPE STELLA, Vescovo di Luni

Fontihttp://www.mariadinazareth.it/apparizione%20arcola.htm;
http://immaculata.ch/Archiv/Madonna_degli_Angeli_Arcola_La_Spezia_1.htm

martedì 20 maggio 2014

Santa Maria delle Grazie di Stia

Stia (AR) Italia – 20 maggio 1428
Il Santuario di S.Maria delle Grazie a Stia (Arezzo), è noto per 2apparizione s. maria delle grazie stial’apparizione della Madonna, avvenuta, secondo le cronache, il 20 maggio 1428 a Monna Giovanna, una semplice popolana, abitante nelle vicinanze di questo luogo, allora Fattoria appartenente all’Ospedale di S.Maria Nuova di Firenze.
Correva appunto l’anno 1428 e Monna Giovanna un giorno, approfittando di un momento di tempo sereno, si allontanò dal suo casolare per attendere al lavoro dei campi. All’improvviso fu sorpresa da un forte temporale e, non potendo rientrare in casa, trovò rifugio in una spelonca coperta di tronchi d’albero, situata sopra un masso bianco. Giunta al riparo, Giovanna si mise a pregare.

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2santa maria delle grazieAd un tratto fu avvolta da una luce di eccezionale splendore e le apparve una figura celestiale di Donna di straordinaria maestà e bellezza che posava il piede sul masso bianco. Giovanna sentì e comprese che la Signora era la Madre di Dio. La Vergine le parlò maternamente dicendole che:
Se le genti volessero allontanare tanti castighi e sciagure maggiori, edificassero qui, in suo onore, una Chiesa nel luogo da Lei stessa prescelto; e costruita che l’avessero, rendessero omaggio e venerazione a Lei con preghiere costanti”.
Il luogo dove si era rifugiata Giovanna continuava a risplendere di una luce fulgentissima quando un pastore, Pietro Campodonico, avvicinatosi constatò di persona il prodigio. Poco dopo Giovanna ripetè la narrazione a Messer Luca, pievano di Stia, che non tardò a crederle, conoscendo la bontà e semplicità di Giovanna: subito egli si portò processionalmente, coi parrocchiani, sul posto in cui era avvenuto il miracolo. Sentimenti di pietà religiosa si risvegliarono in tutta la gente del contado, divulgandosi non solo nelle parrocchie vicine, ma all’intera vallata del Casentino, fino alle città di Arezzo, Firenze e Siena.
La costruzione della Chiesa, iniziata per volontà unanime di autorità (tra cui “messer Luca lo Pievano” di Stia ed il Conte Neri di Porciano) e di popolo, con le offerte ed i 2Stia-SMaria_delle_Graziedoni lasciati dai devoti, fu condotta a termine l’8 settembre 1432. Nel settembre del 1474 un improvviso incendio distrusse totalmente l’edificio con tutta la suppellettile e le immagini. Si provvide subito alla ricostruzione da parte dello Spedalingo di S.Maria Nuova, cui la Chiesa apparteneva, coadiuvato delle offerte dei fedeli. Nel 1490 l’edificio era già ricostruito come ora lo vediamo: il Santuario si chiamò fin dall’inizio S.Maria delle Grazie: il 20 maggio di ogni anno i fedeli dei paesi vicini sono soliti venire processionalmente a celebrare la festa dell’apparizione con la caratteristica “Processione degli Agiolini”.
La Chiesa è un elegante edificio di architettura fiorentina, preceduto da un portico sulla sinistra della facciata, campanile a vela a tre luci in pietra arenaria. L’interno è costituito da una sola navata con ampio presbiterio. Alle pareti laterali sono addossati due altari di pietra lavorata, di cui notevole quello di sinistra del sec.XV, finemente scolpito. Alla parete sinistra è murato un pulpito in pietra di forma ottagonale, sostenuto da due mensole. Il presbiterio, opera di pregio artistico del sec. XVI, di 2santa maria delle grazie stiaforma quadrata, è incorniciato nel prospetto da due pilastri ed un archivolto in pietra, decorati da fogliami in rilievo, finemente lavorati ed è recinto all’interno da un cornicione in pietra, decorato da una serie di 30 teste di cherubini in terracotta smaltata, intercalate da 5 stemmi dell’Ospedale di S.M.Nuova. Nei pennacchi stanno i tondi dei 4 Evangelisti, anch’essi in terracotta invetriata.
Tanto i tondi che il fregio invetriato sono opera di arte robbiana, della bottega di Andrea (1435-1528), da riferirsi all’inizio del sec.XVI. Nei vani sottostanti, a forma di centina, sono collocate a destra e a sinistra, due grandi robbiane raffiguranti l’Apparizione della Madonna alla Beata Giovanna ed al presepio. Sotto le robbiane ricorre un sedile in legno intarsiato del sec.XV. Al centro del presbiterio, l’altare maggiore, in marmo lavorato, sorge sopra il masso dove apparve la Vergine.
Fonte: http://www.parrocchiastia.com/il_santuario_di_smaria_delle_grazie.html

martedì 13 maggio 2014

Fatima e i suoi segreti

13 maggio 1917
La Madonna di Fatima apparve a tre pastorelli: Lucia Dos fatima 2Santos, di dieci anni, Giacinta e Francisco Marto, di sette e nove anni, per sei volte, dal 13 maggio al 13 ottobre del 1917. Viene come Madre per richiamare gli uomini alla conversione, alla preghiera e alla penitenza. Lei desidera risparmiare all’umanità i castighi che la minacciano a causa del peccato che ha invaso il mondo.
Fra le apparizioni mariane, quelle relative a Nostra Signora di Fatima sono tra le più famose. Secondo il loro racconto, tre piccoli pastori, i fratelli Francisco e Giacinta Marto (9 e 7 anni) e la loro cugina Lucia dos Santos (10 anni), il 13 maggio 1917, mentre badavano al pascolo in località Cova da Iria (Conca di Iria), vicino alla cittadina portoghese di Fátima, riferirono di aver visto scendere una nube e, al suo diradarsi, apparire la figura di una donna vestita di bianco con in mano un rosario, che identificarono con la Madonna. Dopo questa prima apparizione la donna avrebbe dato appuntamento ai bambini per il 13 del mese successivo, e così per altri 5 incontri, dal 13 maggio fino al 13 ottobre.

I Video, il Film e la storia 

fatima (2)Le apparizioni continuarono per un po’ di tempo e furono accompagnate da rivelazioni su eventi futuri, in particolare: la fine della prima guerra mondiale a breve; il pericolo di una seconda guerra ancora più devastante se gli uomini non si fossero convertiti; la minaccia comunista proveniente dalla Russia, debellabile solo mediante la Consacrazione della nazione stessa al Cuore Immacolato di Maria, per opera del Papa e di tutti i Vescovi riuniti.
A conferma della promessa fatta ai tre pastorelli dalla Madonna riguardo a un evento prodigioso, il 13 ottobre 1917 molte migliaia di persone, credenti e non credenti, riferirono di aver assistito ad un fenomeno che fu chiamato “miracolo del sole”. Molti dei presenti, anche a distanza di parecchi chilometri, raccontarono che mentre pioveva e spesse nubi ricoprivano il cielo, d’un tratto la pioggia cessò e le nuvole si diradarono: il sole, tornato visibile, avrebbe cominciato a roteare su se stesso, divenendo multicolore e ingrandendosi, come se stesse precipitando sulla terra.

IL PAPA E I SEGRETI DI FATIMA

1a parte  – 2a parte  –  3a parte - 4a parte - 5a parte -
6a parte7a parte8a parte9a parte10a parte 
di PORTA A  PORTA
I due fratelli Francesco e Giacinta morirono pochi anni dopo, rispettivamente nel 1919 e nel 1920, a causa dell’epidemia di spagnola che in quegli anni fece molte vittime anche in Portogallo. Lucia invece divenne monaca carmelitana scalza, e mise per iscritto nelle sue Memorie gli eventi accaduti a Fatima, così come lei stessa li aveva visti.
Nel 1930 la Chiesa cattolica proclamò il carattere soprannaturale delle apparizioni e ne autorizzò il culto. A Fatima è stato edificato un santuario, visitato per la prima volta da papa Paolo VI il 13 maggio 1967, e in seguito anche da papa Giovanni Paolo II, pontefice molto legato agli avvenimenti del luogo, dove si recò più di una volta in pellegrinaggio.prima-apparizione-madonna-di-fatima-stampa
La storia dei Segreti di Fatima inizia il 13 luglio 1917, quando i tre bambini sostennero di aver incontrato per la terza volta la Madonna. Nel 1941, a 24 anni dalle apparizioni, Suor Lucia, su invito del Vescovo Mons. Josè Alves Correia de Silva, scrisse un riassunto delle apparizioni. Lucia spiegava che l’unico segreto, rivelato a lei il 13 luglio di 24 anni prima, era in realtà diviso in 3 parti, di cui però, la terza non poteva essere ancora svelata. Di conseguenza Lucia diede al Vescovo solo le prime due parti del segreto, che furono rese pubbliche da Pio XII nel 1942, in occasione della consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria.
La terza parte del segreto venne poi scritta da Suor Lucia il 3 gennaio 1944, per poi essere affidata in busta chiusa al Vescovo di Leiria, che la consegnò a Pio XII. Il terzo segreto, per ordine espresso della Madonna, avrebbe dovuto essere letto solo dopo il 1960, ma Giovanni XXIII e i suoi successori, ritennero opportuno non rivelare il segreto. Fu Giovanni Paolo II che il 13 maggio 2000, in occasione della beatificazione di Giacinta e Francisco, dichiarò di voler divulgare il segreto.
Riguardo al primo segreto, Suor Lucia racconta che la Madonna mostrò ai tre pastorelli:
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« …un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio [...]. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore. »
In pratica, la prima parte del segreto, parlava della visione dell’inferno. Suor Lucia, racconta appunto di “un grande mare di fuoco, con demoni e anime”.
Sempre secondo quanto scritto da Suor Lucia, la seconda parte è una specie di continuazione del precedente. Fu la Madonna a parlare durante la seconda parte:
« Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel 4aurora_borealeche vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace. »
Nella seconda parte, la Madonna, non solo avvisa l’inizio di “una guerra ancora peggiore di quella in corso”, ma parla della consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. Inoltre dice che Dio manderà un “grande segno”, cioè una notte illuminata da una luce 4 SUOR LUCIAsconosciuta. Suor Lucia disse di riconoscere il “gran segno” nella straordinaria aurora boreale che illuminò il cielo nella notte fra il 25 e il 26 gennaio del 1938 (dalle 20:45 all’1:15, con brevi intervalli). Suor Lucia identifica il secondo conflitto mondiale con quello previsto dalla visione, descrivendolo come:
« lo scoppio di una guerra atea, contro la fede, contro Dio, contro il popolo di Dio. Una guerra che voleva sterminare il giudaismo da dove provenivano Gesù Cristo, la Madonna e gli Apostoli che ci hanno trasmesso la parola di Dio ed il dono della fede, della speranza e della carità, popolo eletto da Dio, scelto fin dal principio: “la salvezza viene dai giudei” »
In effetti la Seconda Guerra Mondiale scoppiò (1° settembre 1939) durante il pontificato di Papa Pio XII, essendo il suo predecessore, Pio XI, nominato nella profezia, deceduto il 10 febbraio 1939. Inoltre la profezia fu rivelata da parte di suor Lucia nel 1941, dopo lo scoppio del conflitto stesso. Ma suor Lucia avrebbe sostenuto sempre che la Seconda Guerra Mondiale fosse iniziata, in realtà, durante il regno di Pio XI, con l’annessione dell’Austria.
Il terzo segreto venne scritto a parte da Suor Lucia, nella lettera consegnata nel 1944 al Vescovo di Leiria:
« Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E fatima 3segretovedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio. »
Il terzo segreto, rivelato solo nel 2000, secondo l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger, intenderebbe riguardare la Penitenza ed il sacrificio dei martiri della Chiesa.
RIVELAZIONI SUCCESSIVE: 
4suor_luciaDopo il 1917 e quindi dopo aver ricevuto il segreto dalla Madonna, Suor Lucia ha avuto altre rivelazioni dal cielo. Infatti nel secondo segreto la Madonna informa suor Lucia che sarebbe di nuovo venuta a parlare con lei a proposito della consacrazione della Russia. Così avvenne il 13 giugno 1929. Nel suo scritto Memorie di Suor Lucia, lei stessa rivela i dettagli:
Poi la Madonna mi disse: «È arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i Vescovi del Mondo, la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo. Sono tante le anime che la giustizia di Dio condanna per i peccati commessi contro di Me, che vengo a chiedere riparazione: sacrificati per questa intenzione e prega». Informai di tutto il confessore, che mi ordinò di scrivere ciò che la Madonna voleva che si facesse.”
Suor Lucia rivela anche che successivamente, ma la data non è specificata e non sappiamo se ciò è avvenuto giorni o anni dopo, la Madonna le disse lamentandosi:
«Non hanno voluto soddisfare la Mia richiesta!…Come il re di Francia, si pentiranno e la faranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già sparso i suoi errori per il mondo, provocando guerre, persecuzioni alla Chiesa: il Santo Padre avrà molto da soffrire».

Fonti: http://www.reginamundi.info/madonna-di-fatima/; http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_di_Fatima

domenica 11 maggio 2014

MADONNA DEI CAPPUCCINI

Casalpusterlengo – (LO) Italia – maggio 1574
casalpusterlengoNel 14° secolo un giovane vasaio pio e devoto mosso da una speciale devozione modellò con tenera argilla una statua della Vergine, ma non gli riusciva di modellare bene le teste della Madonna e del Bambino. Mentre si sforzava si trovò accanto uno sconosciuto vestito da pellegrino che gli offri il suo aiuto. …
… Il vasaio accolse volentieri la sua proposta e così l’ignoto pellegrino con abili tocchi, completò e perfezionò la statua, ma lavorò solo sui volti, rispettando il lavoro dei vasaio, poi scomparve. Esterrefatto e compiaciuto dei bellissimo lavoro che l’aiutante aveva fatto, portò alla fornace la statua e quando la ritirò, essendo così bella, non gli sembrò giusto lasciarla nella sua umile casa e quindi la portò nella cappella detta di San Salvario che doveva essere stata di un’antica chiesa della quale ancora oggi si hanno notizie storiche più che millenarie. La collocò nella nicchia in alto e volle che fosse presente anche un sacerdote a benedirla e in San Salvario quel giorno fu una grande festa.
Da quel giorno le persone incominciarono a recarsi a quella chiesetta, prima per curiosità, poi per devozione.  Quando il vasaio morì, la devozione attorno alla Madonna a poco a poco si ridusse e così il silenzio ritornò a San Salvario. Solo qualcuno nel silenzio si inginocchiava a pregare. Dietro la Cappelletta c’era una piccola stanza che divenne la casa di quella persona umile e sconosciuta, la storia lo ha chiamato “l’Eremita” o il “Romito“.
casalpusterlengo.2Nel maggio del 1574, gli abitanti di Casalpusterlengo, per quindici sere consecutive, videro scendere dal cielo, sopra la cappellina, una processione di frati con le candele accese per venerare l’immagine della Vergine. Tali fatti furono interpretati come segno esplicito che la Vergine Maria desiderava che la sua statua fosse custodita in quel luogo dai frati Cappuccini.
Migliaia di persone piene di meraviglia, entusiasmo, commozione, provenienti da Casale e dai paesi vicini, assistettero a questi straordinari avvenimenti. Alla luce dei nuovi fatti la Confraternita dei Disciplini di Santa Marta, con sede nella chiesa di Sant’Antonio, chiese ai Lampugnani il terreno su cui sorgeva la chiesa di San Salvario per meglio custodirla. Essi rifiutarono e perciò i Disciplini portarono la statua della Madonna in Sant’Antonio. La tradizione, racconta che passò la notte e poco prima dell’alba una donna mentre percorreva il sentiero che da casa portava verso i campi si incontrò con l’immagine della Madonna che ritornava da sola nella sua Chiesina di San Salvario. La statua fu ritrovata in San Salvario, segno che la Madonna voleva essere onorata proprio lì. Alla fine del 1576 i frati arrivarono veramente e costruirono Santuario e convento.
Era un convento povero che, però, all’inizio ospitava sin al numero di venti frati con a capo il padre Domenico da Brescia, primo guardiano. Subito tra il popolo di Casale e i padri Cappuccini si creò un legame di grande affetto e stima che crebbe sempre più con il trascorrere degli anni. E ne sono passati di frati nel corso dei secoli…
casalpusterlengo5
La Madonna torna da sola alla Chiesa di San Salvario
Il convento, purtroppo, a distanza di soli vent’anni presentò dei problemi e si discusse a lungo se rifarlo lì dov’era o ricostruirlo altrove, vista anche l’aria malsana che vi si respirava essendo posto sulla riva del Brembiolo. In questa discussione s’inserì il principe Teodoro Trivulzio che insitette affinché i Padri lasciassero San Salvario e si trasferissero a Codogno, dove lui avrebbe costruito convento e chiesa a sue spese. I Frati rifiutarono e decisero sia di rimanere a Casale sia di ricostruire il convento lì dov’era, a lato della chiesa, anche per fedeltà alla Madonna che aveva scelto quel luogo.
Cinquant’anni dopo l’apparizione, il 5 novembre 1624, fu consacrata la chiesa dedicata al Santissimo Salvatore e a San Francesco, che ebbe come festa titolare l’Ascensione. All’interno troviamo la tela dell’Ascensione di Battista Trotti del 1593 e la statua della Vergine che, rivestita di manto regale, il 7 aprile 1780, venne solennemente incoronata.
Ai lati dell’altare della Vergine sorsero l’altare di San Giuseppe, a sinistra, con una tela di Pietro Maggi e, a destra, del primo santo cappuccino, San Felice da Cantalice, raffigurato da Tommaso Formenti, mentre riceve dalle mani della Madonna il Bambino Gesù. Sotto la volta del Santuario si ammirano tre affreschi di Paolo Zambellini (1921), che rappresentano: il pellegrino che completa la statua della Madonna, mentre il vasaio assiste meravigliato; nel riquadro centrale, l’apparizione della Madonna e dei frati alla gente di Casalpusterlengo; la Madonna che ritorna alla cappellina accompagnata dagli angeli. Sulla parte interna della facciata si presenta un quadro della Visitazione, di Ferdinando Brambilla; mentre l’altare del Sacro Cuore con la statua di Cristo morto è opera di Lentignani.
Fonti: http://www.donbosco-torino.it/ita/Maria/santuari/08-09/14-Casalpusterlengo-Castelleone.htmlhttp://www.comunicare.it/ofmcap/luoghi/casalpus.htm#tradi

domenica 4 maggio 2014

Beati Martiri d’Inghilterra e del Galles

(1535-1680) 4 maggio
Un ripercorrere storicamente le tappe BB. Martiri d’Inghilterra e del Gallesdelle persecuzioni anticattoliche dal X al XVIII secolo, atto a mostrare il volto di una comunità religiosa che ha lottato per mantenere la propria fede oltre ogni logica umana.
La festa di oggi si distingue da quella del 25 ottobre che commemora i Quaranta Martiri d’Inghilterra e del Galles, canonizzati da Paolo VI nel 1970, perché quella odierna ha un carattere più generale e include non solo quelli beatificati da Giovanni Paolo II nel 1987 ma anche tutti quelli, circa duecento, beatificati in precedenza da altri papi.
Nel corso della presente voce viene fornito uno schema con i nomi principali e le date. I primi martiri di questo periodo furono certosini a Londra e altrove, messi a morte nel 1535 prima dei SS. Giovanni Fisher e Tommaso Moro (22 giu.). Al pari di altri furono vittime di una legge, introdotta allora, che accusava di alto tradimento chi negasse che «il re era l’unico capo supremo, sulla terra, della Chiesa d’Inghilterra». Ciò non solo ratificava il rifiuto del primato del papa quale successore di Pietro ma contraddiceva anche (come disse Tommaso Moro durante il suo processo) le dichiarazioni dei concili e l’antico credo della Chiesa. Questo avveniva in seguito alla legislazione che aveva dichiarato offesa capitale il rifiuto o la negazione della validità del matrimonio di Enrico VIII con l’amante Anna Bolenamentre era ancora in vita la moglie legittima Caterina d’Aragona.
Elisabetta I, nel suo primo anno di regno (1559), si attenne al concetto di tradimento con l’Atto di Uniformità, che dichiarava alto tradimento la triplice negazione dell’autorità spirituale della regina (dal 1563 si passò a due volte). Un’ulteriore legge del 1571 includeva l’accusa di “parole sediziose” contro la regina, e nel 1581 divenne tradimento riconciliare o riconciliarsi con la Chiesa cattolica, e anche indurre altri a riconciliarsi. Quattro anni dopo (1585) un’altra legge considerò alto tradimento il fatto che un cattolico inglese ordinato prete all’estero dopo la data del 24 giugno 1559 rientrasse e rimanesse nel regno e la medesima legge perseguiva chiunque ospitasse o assistesse quel prete. Non meno di settantacinque degli ottantacinque martiri
BB. Martiri d’Inghilterra e del Galles1beatificati nel 1987 furono condannati in base a questa legge. La pena per un prete era l’impiccagione, l’essere sventrato e infine squartato; per un laico era “solo” l’impiccagione. Quando si aprì la caccia ai preti, i rifugi segreti approntati da S. Nicola Owen e altri offrirono spesso possibilità di salvezza; chi dava rifugio ai ricercati metteva però a rischio la propria vita. La volontà dei sovrani era decisiva nel definire la natura e la pena dei cosiddetti crimini ed è giusto notare che durante i primi dodici anni del regno di Elisabetta I non ci furono condanne a morte; fu la scomunica lanciata da papa S. Pio V (30 apr.) contro la regina nel 1570 che spinse il governo a essere sempre più intransigente con i cattolici.
Tra il 1570 e il 1578 ne furono martirizzati otto; seguirono tre anni di tregua, ma dal 1581 al 1603 non ci fu anno senza l’esecuzione di molti martiri, la maggior parte dei quali fu messa a morte per il semplice status di prete. Durante i primi sedici anni del regno di Giacomo I (1603-1625) ci furono più di venti martiri, ma nessuno tra il 1619 e il 1625. Nel frattempo le severe leggi del “rifiuto” contro chi non accettava di ricevere i sacramenti nella locale Chiesa d’Inghilterra imponevano pesanti tasse sulle proprietà dei cattolici. Esse tuttavia in molte regioni non venivano applicate alla lettera e nella stessa Londra le condizioni erano cambiate.
I matrimoni sia di Carlo I (1625-1649) che di Carlo II (1660-1685)portarono a una riduzione delle violenze e a persecuzioni più sporadiche dei cattolici sotto gli Stuart, mentre la necessità di promuovere buone relazioni con le potenze cattoliche straniere indussero il governo a consentire che le cappelle delle ambasciate fossero aperte al culto cattolico.
Alcune di esse, tra cui Warwick Street e Maiden Lane, sono ancora oggi funzionanti come chiese cattoliche. Le persecuzioni ripresero vigore in periodi critici come quelli delle presunte sedizioni (ad esempio la “congiura delle polveri” e la “congiura papista“). Qualche volta queste persecuzioni erano estremamente violente e BB. Martiri d’Inghilterra e del Galles2portavano ad esecuzioni capitali, altre volte erano meno palesi ma certo non meno repressive. Durante la guerra civile (1642-1652) molti cattolici in vista si schierarono a sostegno del re Carlo I , divenendo ancor più invisi a Cromwell e ai suoi seguaci; solo i cattolici soffrirono il martirio nei periodi del Commonwealth e del Protettorato (1649-1660). Al tempo della restaurazione degli Stuart la lealtà cattolica non fu premiata in termini legislativi, e la cosa divenne evidente con l’ultima esplosione di persecuzione causata dalla cosiddetta congiura di Titus Oates (“congiura papista”) del 1678.
I martiri inglesi della Riforma furono venerati privatamente, spesso fin dal tempo della loro morte, ma il riconoscimento ufficiale venne quando papa Gregorio XIII (1572-1585) permise che le effigi dei martiri fossero incluse nella serie di affreschi dipinti da Circignani nel Collegio inglese a Roma, fondato dal papa stesso. Questi affreschi raffigurano i martiri inglesi: S. Albano, S. Bonifacio, S. Edmondo, S. Elfego, S. Tommaso di Canterbury e altri che diedero la vita per Cristo e sono venerati come martiri dalla Chiesa. Il gesto era una chiara e autorevole indicazione che i morti inglesi della Riforma dovevano essere considerati con lo stesso titolo. Nel 1642 Urbano VIII, figura importante nella storia delle canonizzazioni, iniziò un’inchiesta formale, poi accantonata a causa della guerra civile. Durante il XIII secolo il vescovo Challoner (1691-1781) mantenne viva la memoria dei martiri scrivendo Memoirs of Missinnary Priests (1741), mentre in altri circoli l’interesse cattolico tendeva a scemare: si vedeva con sospetto ogni atteggiamento che generasse “entusiasmo”, e si dava maggior valore al fatto di vivere in pace con i protestanti, da buoni vicini.
Solo nel 1874 furono fatti i successivi passi ufficiali per promuovere la causa dei martiri; negoziazioni iniziali sui vari Relief Acts Catholic Emancipation (1829), per non parlare delle violenze anti-cattoliche che scatenarono le rivolte di Gordon (1780) e accompagnarono la restaurazione della gerarchia (1850), sembravano sconsigliare qualsiasi passo ulteriore. Il card. Manning iniziò il processo ordinario mandando a Roma BB. Martiri d’Inghilterra e del Galles3una lista di trecentosessanta nomi per la beatificazione.
Dodici anni dopo la Santa Sede, avendo vagliato attentamente le prove, riconobbe che Gregorio XIII ne aveva beatificati quarantaquattro, il cui culto fu allora confermato da Leone XIII. I quarantaquattro casi furono riesaminati per informazioni più accurate. Dei duecentocinquantatre casi pendenti altre centotrentasei beatificazioni furono accordate da Pio XI nel 1929. Rimanevano centosedici nomi della lista di Manning, alla quale furono aggiunti duecentoquarantadue nomi nel 1889, tra cui il francescano Matteo Atkinson, morto nel castello di Hurst, non più tardi del 1729, dopo trent’anni di prigionia. Nel 1960 il cardinale Godfrey fece una petizione alla Santa Sede perché si procedesse a canonizzare un numero selezionato di martiri che già erano stati beatificati, e che erano conosciuti e radicati nella devozione dei fedeli. La canonizzazione dei Quaranta Martiri nel 1970 fu il primo risultato raggiunto; dalla stessa lista furono presi in esame gli ottantacinque fedeli beatificati poi nel 1987.
La Santa Sede esaminò attentamente le molte istanze ammettendo solamente quelle di coloro che avevano sofferto per motivi religiosi e non politici. Quelli ricordati nella festa di oggi includono uomini e donne, preti e laici, ricchi e poveri in egual misura, che esercitavano professioni e appartenevano a ceti sociali diversi e venivano da varie regioni dell’Inghilterra e del Galles. Possono apparire meno attraenti o carismatici di alcuni dei Quaranta, ma sono allo stesso modo degni di venerazione perché anch’essi diedero la loro vita per Cristo.
Nel considerare la sopravvivenza del cattolicesimo in Inghilterra durante i lunghi “tempi BB. Martiri d’Inghilterra e del Galles4di pena” si deve notare primariamente che il lealismo, continuo e degno di lode, è stato vitale per prevenire una sua vera e propria scomparsa, come nei paesi scandinavi. Inoltre la testimonianza dei martiri è stata capitale, come in altri luoghi o in altri periodi della storia; nel II secolo lertulliano definì il sangue dei martiri il seme dei cristiani (spesso si usava l’espressione «il seme della Chiesa») e la stessa importanza ha rivestito durante la predicazione missionaria o per il radicamento della fede nelle culture più compatte e impermeabili al Vangelo.
Nei tempi moderni, per esempio, Francia, Cina, Giappone, Vietnam, Uganda, Spagna, Inghilterra e Irlanda hanno dato i natali a molti; martiri. La persecuzione in Inghilterra fu opera del governo dietro impulso e con la complicità di membri della Chiesa nazionale e spesso, comprensibilmente, sono stati fatti paragoni con l’opposta persecuzione sorta durante il regno della regina Maria la Cattolica.
Questa si sviluppò principalmente nella regione di Londra e nell’Essex e fu di breve durata ma violentissima; pochi o nessuno vogliono oggi difendere: una politica che portò ai roghi di Smithfield e all’uccisione di duecentosettantotto persone, più di quanti – cattolici – morirono durante la persecuzione di Elisabetta I . Ma l’asprezza delle relazioni sociali era una nota diffusa e «la legge inglese dal XI al XVIII secolo mise insieme più di duecento capi d’accusa degni della pena capitale, che andavano dall’alto tradimento al furto di una proprietà del valore di pochi scellini [...] Furono poi ridotti a quattro nel 1861» (D.R. Campion, Capital Punishment in N.C.E., 3, p. 80). La vita umana sembrava aver poco valore; molti assistevano alle pubbliche esecuzioni come se fossero spettacoli e tutti i tipi di pena inflitti tra il X e il XVII secolo erano molto più severi di quelli dei nostri giorni, dove la raccapricciante barbarie dei regimi Tudor è stata eguagliata solo dalle dittature (sia di destra che di sinistra).
BB. Martiri d’Inghilterra e del Galles5Nell’odierno clima ecumenico è da accogliersi con gioia il commento dell’Assemblea di Lambeth del 1970; «La tradizione del martirio deve essere condivisa da tutti e da essa tutti debbono attingere forza, superando i confini ecumenici». Nei 1987 il dottor Runcie, arcivescovo di Canterbury, espresse la speranza che «queste beatificazioni spingano tutti i cristiani di Inghilterra, Galles e Scozia a perseguire strade di riconciliazione e riunificazione con maggior efficacia e comprensione reciproca [...] Oggi possiamo celebrate la loro eroica testimonianza cristiana e deplorare l’intolleranza dell’età che ha incrinato le convinzioni cristiane».
Tra coloro che sono commemorati in questa data troviamo Giorgio Haydock, prete, e i suoi compagni, messi a morte a Tyburn nel 1584; Ugo Taylor, prete del seminario ucciso a York nel 1585. Il giorno successivo a questa esecuzione (27 nov.) subì la stessa sorte Marmaduke Bowes, «un onesto gentiluomo benvoluto da tutti» che per qualche tempo partecipò al culto protestante pur rimanendo cattolico nel suo cuore e fu impiccato perché aveva dato rifugio a Ugo Taylor. La sua temporanea riluttanza a rivelare la propria fede non lo priva della corona del martirio. Nell’attuale revisione del concetto di abiura, si riconosce che proprio coloro che in apparenza furono meno eroici contribuirono non poco alla sopravvivenza del cattolicesimo in Inghilterra e nel Galles.
Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler

Letture di domenica 04 maggio 2014



III Domenica del Tempo di Pasqua

Acclamate al Signore da tutta la terra, cantate un inno al suo nome, rendetegli gloria, elevate la lode. Alleluia.

PREGHIERA DEL MATTINO

Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen

PRIMA LETTURA

At 2, 14. 22-33 - Dagli Atti degli Apostoli
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi risortosecondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: “questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 15
RIT: Mostraci, Signore, il sentiero della vita.
Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezzaProteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu». Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. RIT
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. RIT
Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. RIT
Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. RIT

SECONDA LETTURA

1 Pt 1, 17-21 - Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Sangue-sacro-cuore
Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture; arde il nostro cuore mentre ci parli.
Alleluia.

VANGELO

Lc 24, 13-35 - Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». DiscepoliDIEmmausRestaConNoiSignoreDomandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
emmausE, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

COMMENTO

Spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Il brano si apre con una nota apparentemente cronologica: “In quello stesso giorno, il primo della settimana”. L’appunto invece è strettamente liturgico, era il giorno della convocazione eucaristica della comunità che faceva memoria della risurrezione del Signore, già precisata al tempo degli apostoli. Gesù, dopo aver Walk_To_Emmaus_41Krimproverato i due discepoli delusi e disorientati dagli ultimi avvenimenti, “cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui”. E’ questo il modo di leggere le sacre pagine, metodo seguìto nell’antico testamento dai rabbini e poi dai Padri della Chiesa: cogliere il senso profondo delle Scritture e di applicarlo agli avvenimenti del proprio presente. La comprensione delle scritture introduce nel mistero del Signore, ma non per questo lo dona, perché la partecipazione ad esso non è un fatto solo di conoscenza. Però ci si rende conto che “il Cristo doveva sopportare queste sofferenze per entrare nella sua gloria” e, solo così, si supera lo scandalo della croce, il suo e il nostro.
La comprensione, non la semplice lettura, tuttavia porta nel contemplarla la gioia e la serenità nell’animo. “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi, quando ci spiegava le Scritture?”. Senza la luce della Parola il mondo è buio e la notte, come fu notte quando Giuda lasciò il Cenacolo, scende nel cuore dei credenti. Ma l’esperienza dell’incontro con il Risorto tocca il suo àpice nel sacramento, nella “frazione del pane”. E’ qui che “si aprirono i loro occhi e lo riconobbero”. Le Scritture illùminano il cammino dei credenti, il sacramento – realtà di grazia – mette i discepoli in comunione di vita con il Risorto. emmaus1Si direbbe che quei tre viandanti hanno celebrato insieme la messa: prima con la liturgia della parola; poi “quando furono a tavola, Gesù spezzò il pane e lo diede loro” come nell’ultima Cena, come in ogni eucaristia. “Ma lui sparì dalla loro vista”. Nel tempo presente l’esperienza cristiana è vera e autentica, ma siamo ancora nel cammino, nell’attesa della beata speranza. (Preparato dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire)

PREGHIERA DELLA SERA

O Dio, nostro Padre, che in Cristo risorto hai dato inizio alla creazione nuova, fà che i figli della Chiesa, con la grazia dello Spirito Santo, annunzino la perenne novità del Vangelo. In cambio Ti affidiamo, le gioie e le fatiche, le rinunce e gli atti di carità che siamo riusciti a fare in questo giorno e Ti ringraziamo con tutto il cuore per tutto quello che fai per noi e ci dai ogni giorno. Amen

Novena alla Madonna di Fatima

(dal 4 al 12 maggio e in qualsiasi periodo dell’anno)
Fatima_2011_TrapaniAvete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. …
1° giorno – 4 maggio
O Vergine Madre, che Ti degnasti di apparire sulle solitarie montagne di Fatima a tre pastorelli, insegnandoci che nel ritiro dobbiamo intrattenerci con Dio nella preghiera per il bene delle anime nostre; ottienici l’amore alla preghiera e al raccoglimento, affinché possiamo ascoltare la voce del Signore e adempiere fedelmente alla sua santissima volontà.
 Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.
2° giorno – 5 maggio
O vergine purissima, che ammantata di niveo candore apparisti a semplici e innocenti pastorelli insegnandoci quanto dobbiamo amare l’innocenza del corpo e dell’anima, aiutaci ad apprezzare questo dono soprannaturale oggi tanto trascurato e non permettere che scandalizziamo il nostro prossimo con parole o azioni, anzi aiutiamo le anime innocenti a conservare questo tesoro divino.

Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.
 FATIMA3° giorno6 maggio
O Maria, Madre dei peccatori, che apparendo a Fatima lasciasti scorgere una leggera ombra di tristezza sul tuo volto celestiale, indizio del dolore che Ti procurano le offese che noi facciamo continuamente al tuo Figlio divino, ottienici la grazia di una perfetta contrizione affinché confessiamo con tutta sincerità i nostri peccati nel santo tribunale della penitenza.
Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi
4° giorno7 Maggio 
O Regina del santo Rosario che portasti tra le mani una corona di candidi grani e tanto insistesti che recitassimo il santo Rosario per ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno, infondici un grande amore alla preghiera, specie al tuo Rosario, modello di orazione vocale e mentale, da non lasciar passare il giorno senza recitarlo con la debita attenzione e devozione.
Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi
5° giorno8 maggio
O Regina della Pace e Madre nostra pietosa, mentre sull’Europa incombeva l’immane sciagura della guerra mondiale, indicasti ai pastorelli di Fatima il modo di liberarci da tante calamità con la recita del Rosario e la pratica della penitenza, ottienici da Dio che fioriscano tra noi con la fede e con le virtù cristiane la pace e la prosperità pubblica, per l’onore tuo e del tuo Figlio divino.
Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi 
6° giorno9 Maggio  sesta-apparizione-madonna-di-fatima
O Rifugio dei peccatori che esortasti i pastorelli di Fatima a pregare Dio per quei poveri infelici che rifiutano la legge di Dio non cadano nell’inferno e dicesti a uno di essi che il vizio della carne precipita il più gran numero di anime nelle fiamme infernali, donaci, insieme a un grande orrore per il peccato, specie per quello dell’impurità, compassione e zelo per la salvezza delle anime che vivono in grande pericolo di dannarsi eternamente.
Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi
7° giorno10 Maggio  
O Salute degli infermi, quando i pastorelli Ti chiesero di guarire alcuni ammalati rispondesti che avresti resa la salute ad alcuni e non ad altri, ci insegnasti che la malattia è un dono prezioso di Dio e un mezzo di salvezza. Donaci una conformità alla volontà di Dio nelle contrarietà della vita tale che non solamente non ci lamentiamo, ma benediciamo il Signore che ci offre un mezzo per soddisfare in questo modo le pene temporali meritate per i nostri peccati.
Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi 
madonna_di_fatima8° giorno11 Maggio
O Vergine Santissima che manifestasti ai pastorelli il desiderio che fosse innalzato a Fatima un Santuario in onore del tuo Santissimo Rosario, concedici un profondo amore per i misteri della nostra Redenzione che si commemorano nella recita del Rosario, per vivere in modo da godere dei suoi preziosi frutti, i più eccelsi che la Santissima Trinità abbia concesso alla famiglia umana.
Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi 
9° giorno12 Maggio
O Vergine Addolorata che manifestasti a Fatima il tuo Cuore circondato di spine chiedendo consolazione e premettendo in compenso la grazia di una buona morte, la conversione della Russia ed il finale trionfo del tuo Cuore Immacolato, fa’ che seguendo il desiderio del Cuore di Gesù siamo fedeli nell’offrirti il tributo di riparazione e d’amore da Te chiesto nei primi Sabati del mese, onde essere partecipi delle grazie promesse.
Ave Maria…
Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi
13 MAGGIO
Preghiera alla Madonna di Fatima
Fatima1
Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, noi abbiamo bisogno di Te. Desideriamo la luce che si irradia dalla tua bontà, il conforto che ci proviene dal tuo Cuore Immacolato, la carità e la pace di cui Tu sei Regina.
Ti affidiamo con fiducia le nostre necessità perché Tu le soccorra, i nostri dolori perché Tu li lenisca, i nostri mali perché Tu li guarisca, i nostri corpi perché Tu li renda puri, i nostri cuori perché siano colmi di amore e di contrizione, e le nostre anime perché con il tuo aiuto si salvino.
Ricorda, Madre di bontà, che alle tue preghiere Gesù nulla rifiuta.
Concedi sollievo alle anime dei defunti, guarigione agli ammalati, prezza ai giovani, fede e concordia alle famiglie, pace all’umanità. Richiama gli erranti sul retto sentiero, donaci molte vocazioni e santi Sacerdoti, proteggi il Papa, i Vescovi e la santa Chiesa di Dio.
Maria, ascoltaci e abbi pietà di noi. Volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi. Dopo questo esilio mostra a noi Gesù, frutto benedetto del tuo grembo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

sabato 3 maggio 2014

NOSTRA SIGNORA DELLE 3 SPIGHE

Trois-Epis (Francia) 3 Maggio 1491
madonna delle 3 spighe1In questa apparizione, Nostra Signora non ha in mano solo tre spighe, ma anche del ghiaccio e per la pietà di un fabbro, che si sofferma a pregare per l’anima di uno sconosciuto defunto, manda un messaggio che porterà pentimento e conversione. Il culto sarà autorizzato dal vescovo di Basilea nel 1495.
Il 3 maggio del 1491 alle 10 del mattino, come è descritto nella cronaca di Thann, Thierry Schoéré, fabbro di Orbey recandosi al mercato di Niedermorschwihr, (comune francese di 580 abitanti situato nel dipartimento dell’Alto Reno nella regione dell’Alsazia) presso Colmar, passò davanti ad una grande quercia dove osservò una santa immagine depositata, secondo l’usanza locale, per invitare i passanti a pregare per un uomo che era deceduto qualche giorno prima. Disceso dal cavallo si inginocchiò davanti alla pia immagine e si mise a pregare con fervore per l’anima dello sfortunato, quando fu improvvisamente accecato da un raggio luminoso, nel mezzo del quale apparve una forma delicata e vaporosa.
Era la Vergine Maria, avvolta in bianchi veli trasparenti, che aveva tre spighe nella sua mano destra e un piccolo pezzo di ghiaccio nella mano sinistra.
« Rialzati, brav’uomo, – disse la Vergine dolcemente- e ascolta.
madonna delle 3 spigheFiglio mio, il popolo di questo paese ha con i suoi peccati irritato il cielo; vai a Niedermorschwihr e predica il pentimento. Tutti devono fare penitenza nel più breve tempo possibile, altrimenti i raccolti andranno persi. Annuncialo al clero, ai sacerdoti e alle persone; se i peccatori si convertiranno, Dio benedirà i loro raccolti. 
Vedi queste spighe? Sono il simbolo dell’abbondanza delle belle messi che verranno a ricompensare gli esseri virtuosi, generosi e a portare il benessere e l’allegria nei focolari dei cristiani fedeli.
Quanto a questo ghiacciolo, significa che la grandine, il gelo, l’inondazione, la fame e tutte le loro conseguenze di desolazione e mali verranno a punire i miscredenti la cui gravità dei peccati ha potuto sopraffare la misericordia divina. Va’ buon uomo, vai per i villaggi ed annuncia a tutti gli abitanti il senso di queste profezie. »
L’apparizione miracolosa svanì, Thierry Schoéré riprese il suo cammino, ma sospettando di essere preso in giro, decise di mantenere il segreto. Giunto al mercato, comprò un sacco di frumento, ma, stranamente, nè lui, nè nessun altro riuscirono a sollevarlo. Il sacco sembrava di piombo e fissato al suolo. I paesani intorno si inquietarono per quella forza magica che tratteneva il sacco per terra. Questo fenomeno inesplicabile tormentò gli spiriti e alcuni cominciarono ad accusare il malcapitato fabbro di esorcismo.
Allora Thierry Schoéré comprese il senso di quel sortilegio ammonitore. Lui divino messaggero, aveva disobbedito alla Vergine santa e non aveva per niente madonna delle 3 spighe.2compiuto la missione che lei gli aveva affidato.
Davanti alla folla, d’un tratto silenziosa, che lo circondava, Schoéré si inginocchiò, chiese perdono alla Madonna e, compiendo infine la sua sacra missione, confidò agli attoniti abitanti l’apparizione celeste e spiegò con fervore il simbolismo del ghiaccio e delle tre spighe. Stupefatti e ammirati gli abitanti ascoltarono con molto rispetto il racconto. Gli astanti rimasero profondamente emozionati e nessuno si permise di mettere in dubbio la sincerità dell’onesto fabbro di Orbey. I più increduli furono conquistati, manifestarono un sincero pentimento e giurarono di ravvedersi. Allora, sollevato e felice, Thierry Schoéré ritornò verso il sacco misterioso. Ma… miracolo! Non appena lo ebbe preso potette sollevarlo tanto facilmente come se fosse stato un sacco di piume e caricarlo sul suo cavallo.
Dopo di che, tra la gioia degli astanti, Thierry Schoéré, il messaggero della Vergine, ritornò felicemente verso il suo villaggio natale.
Relazione delle apparizioni della Madonna delle Tre Spighe, in Alsazia secondo gli archivi del villaggio di Orbey – conservati al museo di Colmar.
Fonti: http://www.mariadinazareth.it/www2008/Apparizioni2008/Apparizione%20Trois-Epis/Apparizione%20Trois-Epis.htmhttp://www.ilgiornale.it/news/nostra-signora-delle-tre-spighe.htmlhttp://lusile17.centerblog.net/rub-notre-dame-des-trois-epis-juillet-2012-.html