Santa Angela da Foligno insegna che non c’è vera vita spirituale senza l’umiltà e senza la preghiera. Questa può essere corporale (vocale), mentale (quando si pensa a Dio) e soprannaturale (contemplazione): «In queste tre scuole uno conosce sé e Dio; e per il fatto che conosce, ama; e perché ama, desidera avere ciò che ama. E questo è il segno del vero amore: che chi ama non trasforma parte di sé, ma tutto sé nell’Amato». (x l’opera completa scarica il doc. in pdf)
VIDEO-STORIA di Angela fino ai primi passi
Il III° passo è la penitenza: l’anima fa penitenza in riparazione dei suoi peccati ed è ancora nel dolore.
Il IV° passo la conduce alla conoscenza della misericordia di Dio: è Cristo che le ha concesso quella misericordia, fu lui a strapparla all’inferno. Ora l’anima comincia ad essere illuminata; piange e si duole piú di prima e si dà a compiere maggiori e piú aspre penitenze.
VIDEO-STORIA DAL SETTIMO PASSO
VIII° passo. Mentre contemplavo la croce, mi fu data una sempre maggiore comprensione di come il Figlio di Dio era morto per i nostri peccati: cominciai a riconoscere tutti i miei peccati, provando le vette massime del dolore, e come fossi stata io a crocifiggerlo.Col IX° passo Dio mi concesse di mettermi alla ricerca della via della croce, affinché imparassi a stare ai piedi di essa dove trovano rifugio tutti i peccatori. E venni istruita, illuminata, e mi fu mostrata la via della croce con questa ispirazione: se volevo camminare verso la croce dovevo spogliarmi di ogni cosa, per procedere piú leggera, e in questa totale nudità avviarmi verso di essa. In altre parole, avrei dovuto perdonare a tutti quelli che mi avevano offesa, avrei dovuto spogliarmi di ogni bene materiale, di ogni uomo e donna, amico e parente, di tutti, e rinunciare ad ogni mio avere e a me stessa, e mi aveva dato’ e camminare per la spinosa via della tribolazione. Da quel momento cominciai a non indossare piú i miei vestiti piú belli, a semplificare le acconciature del capo, a ridurre il vitto. Ma tutto mi era amaro e penoso, poiché non sentivo ancora amore (in questo periodo vivevo con mio marito): che amarezza per me quando mi veniva lanciata un’ingiuria o fatto un torto! Tuttavia sopportavo ogni cosa pazientemente, come potevo. Avvenne poi, col permesso di Dio, che mia madre, che mi era stata di grande impedimento, morisse. A questa morte seguì quella del mio sposo e dei miei figli in breve giro di tempo. Poiché avevo iniziato la via della croce e pregato Dio di essere liberata da ogni legame terreno, provai consolazione alla loro morte: pensavo che per l’avvenire, avendomi Dio concesso tali grazie, il mio cuore sarebbe rimasto sempre unito al suo e il cuore di Dio sempre unito al mio.
SEGUITO DEL VIDEO SU ANGELA
XIII° passo Entrai nel dolore della Madre di Cristo e di san Giovanni e li pregai che mi ottenessero un segno sicuro: che avrei avuto sempre presente nella mia memoria la passione di Cristo. Ancora una volta mi apparve la stessa visione, poiché nel sonno mi fu mostrato il cuore di Cristo e mi fu detto: « In questo cuore non c’è menzogna, in esso tutto è vero ».
IVX° passo Mentre durante la notte stavo in preghiera, Cristo mi si mostrò sulla croce, piú luminoso del solito, cioè mi comunicò una piú chiara conoscenza di sé. Mi chiamò vicino a sé e mi invitò a porre le labbra sulla piaga del suo costato. Mi pareva di vedere e bere il suo sangue che sgorgava vivo dalla ferita, e in quell’attimo egli mi fece capire che così mi faceva pura. Allora cominciai a provare una grande gioia, quantunque fossi triste per la considerazione della sua passione, e lo scongiurai che mi facesse versare tutto il mio sangue per amor suo, come lui aveva fatto per me. Così mi offersi tutta al suo amore. Volevo che tutte le mie membra patissero la morte, una morte diversa dalla sua, ancora piú umiliante. E imploravo e scongiuravo che, se avessi potuto trovare chi mi uccidesse purché mi venisse concesso di morire per la sua fede o il suo amore mi venisse concessa la grazia che, diversamente da Cristo che era stato crocifisso sul legno, io lo fossi su una roccia o in un luogo piú misero e sordido. Non mi sentivo degna di morire della stessa morte dei santi, per questo gli chiedevo che mi facesse morire in maniera piú infame e con una morte piú lunga; ma non riuscivo ad immaginare una morte abietta come quella che desideravo e soffrivo di non riuscire a trovare una morte tanto vile, che in nulla assomigliasse a quella dei santi, di cui mi sentivo del tutto indegna.
VIDEO: I TRE MODELLI DI ANGELA: GESÙ, MARIA E SAN FRANCESCO
XVI° passo. In tal modo fui liberata da questo mio stato. Una volta mi recai in chiesa e pregai Dio che mi facesse qualche grazia; mentre pregavo egli pose nel mio cuore il Pater noster con tanta chiara comprensione della bontà sua e della mia indegnità che ogni singola parola era illustrata nel mio cuore; recitavo quel Pater noster lentamente e con piena cognizione di me. Pur piangendo per la mia indegnità e per i miei peccati, che in quella preghiera mi si rivelavano, provavo un’indicibile consolazione. Cominciavo a gustare qualcosa delle gioie celesti, poiché in quella preghiera, piú che in alcun’altra, mi si rivelava con grande chiarezza tutta la bontà divina, e ancor oggi ciò mi succede. Ma poiché mi furono mostrati in quel Pater noster i miei peccati e la mia indegnità, fui presa da vergogna, e non osavo nemmeno alzare gli occhi. Allora chiesi alla Vergine che mi ottenesse lei il perdono dei miei peccati. Tuttavia, continuavo a rimanere nell’amarezza, a causa dei miei peccati. In ogni passo mi soffermavo lungo tempo, prima di passare al successivo; piú in alcuni, in altri meno. Questa fedele perciò in tutto il suo stupore esclamava: «Oh, attraverso quali stenti l’anima progredisce! Nulla è scritto qui, tanto forti sono le pastoie che ha ai piedi e tanto perverso è l’aiuto che riceve dal mondo e dal demonio! ».XVII° passo. Dopo il passo precedente ebbi la dimostrazione che la Vergine mi aveva ottenuto la grazia: mi fu data infatti una fede mai prima posseduta. Al paragone la fede avuta finora mi pareva una cosa morta e le mie lagrime passate quasi frutto di violenza. Da questo momento soffersi davvero la realtà della passione di Cristo e il dolore della Madre di Cristo: allora, qualunque cosa facessi, per quanto grande, mi pareva poca cosa, e anelavo a una piú grande penitenza. Mi seppellii così nella passione di Cristo e mi fu data la speranza che in essa avrei trovato la mia libertà. Incominciai a provare consolazione durante il sonno: mi venivano meravigliosi sogni e grande consolazione me ne giungeva. E cominciai a sentire una costante dolcezza nell’intimo dell’anima al pensiero di Dio, nella veglia e nel sonno. Ma poiché non possedevo ancora la certezza, alla consolazione si mescolava l’amarezza e volevo ricevere altri doni da Dio.
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XIII° passo. Dopo di ciò ebbi il sentimento di Dio: provavo tale dolcezza nella preghiera da dimenticarmi di prendere cibo; avrei voluto non dover piú mangiare per poter rimanere sempre assorta nell’orazione. Si insinuava qui una sorta di tentazione che mi spingeva a non mangiare o a mangiare pochissimo; ma riconobbi che si trattava di un inganno. Era così grande il fuoco dell’amore di Dio che mi stava nel cuore, che non mi stancavo di stare in ginocchio e sopportavo ogni altro tipo di mortificazione. In seguito pervenni a un fuoco tanto piú ardente che, solo a udir parlare di Dio, gridavo. E se uno mi avesse minacciato con una scure, pronto ad uccidermi, non mi sarei potuta sottrarre.VIDEO SULL’ASPETTO DELLE VISIONI E MARIA
XX° passo. Dopo questi fatti mi recai nella chiesa di S. Francesco ad Assisi, e in quest’occasione, lungo il cammino, fu adempiuta la promessa. ( n.d.r. Le era stata promessa una visita della SS Trinità ) Non ricordo se avessi già terminato di distribuire ogni mio avere; certamente non avevo ancora finito di dar tutto ai poveri anche se certamente mancava ormai poco.I 7 passi supplementari (dal 1291 al 1296)
Il XXI° passo è contraddistinto dall’approfondimento dell’esperienza di Assisi. Rivelazione della familiarità di Dio, delle sue parole e dei suoi insegnamenti. Nella parte finale c’è la risposta sulla Trinità e il racconto delle visioni di Cristo nel Sacramento dell’altare.
Il XXII° passo è costellato di locuzioni divine e indicazioni profetiche sul cammino che le resta da compiere (siamo nel 1292). È quello dell’unzione divina, della concessione di un segno e della visione di Dio in paradiso. Dio chiede all’anima di amarlo senza malizia e dimostra con una lunga spiegazione, che nel testo è ridotta e abbreviata, d’essere l’amore dell’anima e di volere che lei abbia, o desideri avere, qualcosa che somigli all’amore vero che lui ha nutrito per noi. Vengono inoltre presentati alcuni argomenti per provare che l’anima, che vuole avere o trovare la divina misericordia, può, come Maria Maddalena, ottenerla. Dio dimostra che ciò dipende dall’amore e dalla bontà del Padre e dal fatto che il peccatore si rende conto di questo; per tali motivi, più il peccatore è grande, maggiore è la misericordia e la grazia che può trovare.
Il XXIII° passo è una lunga considerazione sui figli legittimi di Dio, secondo la parabola degli invitati alle nozze (Mt 22,1-14). Si insegna il modo di avvicinarsi a lui (Dio) e di diventare suoi figli legittimi; si specifica poi chi sono, tra i figli di Dio, quelli che lui condanna. Viene anche narrata la visione della sapienza divina, grazie alla quale la fedele acquistò la capacità di fare giudizi veri.
Il XXIV° passo è segnato dalla visione della Passione di Cristo di cui lei è divenuta com-paziente. Il seguito del suo itinerario mistico è contraddistinto da tormenti terribili, patiti nel corpo e nello spirito, con vessazioni diaboliche. È la rivelazione dell’umiliazione della fedele e della sua trasformazione e rassicurazione da parte di Dio. Vi si narra come comprese che il mondo e tutta la realtà sono una piccola cosa e che Dio riempie e supera tutto. Inoltre, alla fine, si dice che in un rapimento vide la potenza e la volontà di Dio e che così le fu risolto ogni problema: quello di chi si deve salvare e di chi si è salvato, dei dannati, dei demoni e qualsiasi altra questione. Lei restò soddisfatta e ricevette spiegazioni su tutto; non sa dire, però, se in quella occasione fu nel corpo o fuori del corpo.