Il padre di Cristina era un prospero agricoltore che si preoccupò che la figlia ricevesse una certa educazione; sebbene Cristina non sapesse scrivere, riusciva tuttavia a leggere il salterio. Nel breve racconto della sua gioventù, scritta dal suo parroco, Johannes, sotto dettatura, Cristina afferma che La Vergine Maria in persona all’età di nove anni le apparve e le insegnò la sequenza allo Spirito Santo. A dieci anni, le apparve Gesù che le disse:
“Come Maria è stata predestinata nella mia saggezza per essere mia Madre, così tu lo si stata per essere la mia sposa. Ma bisogna che tu soffra molto”
A tredici anni scappò a Colonia per diventare una “beghina“, (Comunità che ebbe origine intorno al 1170 in Belgio, le aderenti fanno voto di povertà, castità e obbedienza, ma solo temporaneamente, alcune di esse lasciano la comunità per sposarsi; trascorrono il tempo in preghiera, visitando i malati e facendo lavori di cucito e ricamo) Visse la sua vita ecclesiastica nel più assoluto e totale nascondimento, indossando un cilicio, dormendo sulle panche o sulle pietre e digiunando sempre a pane e acqua.
La Beata Cristina e il demonio
A venticinque anni, incontrò un giovane domenicano, Pietro di Dacia, e diventarono subito amici; durante il loro primo incontro alla presenza di altri, Cristina fu scaraventata qua e là nella stanza, e sentì i piedi trafitti da un’entità invisibile. Nei due anni successivi, P. Pietro trascrisse accuratamente tutto ciò di cui fu testimone, dall’estasi ad altre manifestazioni francamente repellenti.P. Pietro lasciò Colonia nel 1269, di conseguenza Cristina iniziò a corrispondere con lui attraverso il parroco, P. Johannes, che talvolta aggiungeva dei commenti personali; da queste lettere sembra che le visioni bizzarre e talvolta violente continuassero (non erano limitate a Cristina, ma colpivano anche coloro che le stavano vicini, e lei stessa le attribuiva a
La grande mistica ebbe estasi ed apparizioni e proprio nel 1269 ricevette le stimmate, che divenivano visibili in certi periodi dell’anno, sulle mani e sui piedi; provata per tutta la vita da molte sofferenze, sopportate guardando sempre al valore della Croce. Scrisse a Padre Pietro di Dacia che:
“[il diavolo] rode la sua [Christina] carne come un cane, e morsi su grandi pezzi, brucia i suoi vestiti dopo la sua pelle, mentre lei li indossa, e si mostra a lei in forme orribili. ”
“Tre volte,” dice P. Giovanni , “è stata trascinata dal suo letto, una volta sul tetto della sua casa e due volte ad un albero nel giardino in cui è stata lasciata legata.” P. Giovanni stesso la slegò, in presenza di sua madre e di altri.
Non esiste alcuna prova evidente dagli avvenimenti narrati nelle lettere, tuttavia due brani importanti suggeriscono che, a meno che il maestro non abbia inventato queste assurdità, cosa improbabile date le circostanze, Cristina le aveva in ogni caso riferite mentre era in stato di trance o in qualche altro stato anormale, e poi il maestro aveva colmato le lacune. Le informazioni sulla vita di Cristina terminano nel 1288, con la morte di p. Pietro, anche, se visse per altri ventiquattro anni, prima di morire nel 1312 a settant’anni; fu venerata immediatamente come santa e le reliquie furono trasferite prima a Niedeggen, poi, nel 1569, a Julich, dove si trovano tuttora.
Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler/ http://www.carloacutis.com/InfernoPurgatorioParadiso/Purgatorio/PURGATOIRE-web-Stommeln.html
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