francescano (1234-1289) 19 Aprile
Frate
mite e penitente, dotato di grande sapienza, stimato
insegnante in cattedre prestigiose, instancabile
predicatore, zelante
missionario, paziente
mediatore di pace, apostolo della SS. Trinità.
Corrado Miliani nacque da una
famiglia aristocratica di Ascoli Piceno. Ancora in giovane età, era solito inginocchiarsi ai piedi del suo giovane conterraneo
Girolamo Massi per
porgli i propri omaggi. Interrogato sul motivo di questa sua strana
abitudine, Corrado replicò affermando che già vedeva profeticamente le
Chiavi di Pietro, emblema del Romano Pontefica, nelle mani del ancor
giovane suo amico, nonostante nessuno potesse in alcun modo immaginare
per lui una così grande carriera ecclesiastica.
I due amici, entrambi seri, devoti e puri di cuore, essendo alla ricerca di una vita all’insegna della perfezione evangelica,
entrarono insieme nel convento francescano di
Ascoli. Girolamo fece subito carriera, divenendo in breve tempo
Provinciale dei Frati Minori della Dalmazia, poi alla morte di San
Bonaventura ottavo successore di San Francesco, poi ancora cardinale ed
infine, come gli era stato

predetto,
primo Papa francescano col nome di Niccolò IV(1288-1294)
. Studiò all’università di Perugia, conseguendo un
dottorato in teologia. Cominciò il suo ministero pubblico come predicatore a Roma, ottenendo poi il permesso di operare come
missionario in Libia, dove molte migliaia di persone risultano essere state convertite dalla sua predicazione e dai suoi
miracoli.
Di lui si è detto che fu il primo missionario a esplorare la regione della Cirenaica nella Libia orientale; condusse una vita molto austera, camminando sempre scalzo, indossando un abito molto ruvido e nutrendosi di pane e acqua quattro giorni alla settimana. Aveva una devozione speciale per la Trinità, nel nome della quale si dice aver operato numerosi miracoli di guarigione e persino la risurrezione di due morti.
Era inoltre devoto alla passione del Signore; si narrava che avesse
visioni di Gesù sofferente alle cui pene prendeva parte. Fu
richiamato in Italia, probabilmente per ragioni di salute,
e nominato accompagnatore del ministro generale dell’ordine, che si
stava recando in Francia come legato papale per provare a evitare la
guerra tra Francia e Spagna. Tornato dalla Francia, Corrado trascorse
due anni a Roma per poi trasferirsi
a Parigi ad insegnare teologia. Nel 1289
il papa lo mandò a chiamare 
per
ordinarlo cardinale, ma Corrado, malfermo di salute, non resse
purtroppo al lungo viaggio e morì nella sua città natale ad Ascoli
Piceno il 19 aprile di tale anno. Fu seppellito a Roma in una tomba
fatta costruire appositamente da Niccolò IV nella chiesa di S. Lorenzo
alle Piagge; il suo culto fu approvato nel 1783 ma non è commemorato nel
nuovo Martirologio Romano.
Nei pressi del Convento di San Lorenzo, salendo per qualche minuto a destra verso la parete rocciosa e procedendo nel folto del bosco, si raggiunge
la Grotta del Beato Corrado, una curiosa e affascinante
cavità interamente scavata nel masso di travertino,
dove visse i suoi ultimi anni il teologo francescano.
Una croce scolpita nella pietra testimonia la destinazione d’uso del luogo, che divenne
meta di numerosi pellegrinaggi e ancor oggi è capace di catturare l’escursionista per la grande suggestione del luogo.
Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler / Sito di informazione turistica Terre del Piceno
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