P.
Jozo, per la missione particolarissima che ha ricevuto dal Cielo, può, a
pieno titolo essere definito “il testimone del Mistero e della presenza
della Beata Vergine Maria su questa terra”.
Questo frate minore è nato a Uzarici Siroki Brijeg (vicino Mostar) il 19
marzo del 1941, in seno ad una numerosa famiglia di estrazione
contadina. Sente la vocazione religiosa e compie i suoi studi a Sarajevo
prima, poi a Lubjana e quindi a Graz (Austria). Nel 1967 riceve
l’ordinazione Sacerdotale e si impegna in modo particolare nella
pastorale giovanile. Assegnato alla Parrocchia di Posusye, riesce a
coinvolgere tutti i circa 2000 giovani del paese nelle attività
parrocchiali così che nessuno di essi si iscrive al partito comunista.
La
reazione del Partito è prevedibile: fanno forti pressioni sull’autorità
ecclesiastica e il buon fra Jozo, prima che finisca l’anno ’80, è
trasferito in una piccola parrocchietta “tra i monti”: Medjugorje.
Ovviamente, i comunisti non possono immaginare che, così facendo,
favoriscono i piani del Signore. Il prescelto, dopo avere avuto la prova
dell’autenticità delle apparizioni, si pone accanto ai veggenti,
assistendoli e difendendoli, fino all’agosto del 1981, quando viene
chiamato a dare testimonianza della sua fede accettando il carcere, che
altri aveva rifiutato.
In 18 mesi di carcere duro, trascorsi tra vessazioni di ogni genere,
accettate per amore della Croce e bevendo ogni goccia di quell’amaro
calice, P. Jozo inizia il suo cammino di ascesi. Dopo un primo periodo
di amarezze, trascorso nella solitudine assoluta, fra Jozo comincia a
ricevere le visite della Gospa e di Gesù che, oltre a confortarlo, lo
guidano, passo per passo, nel cammino della meditazione e così lui, con
la luce sempre più forte dello Spirito Santo, può maggiormente elevarsi
nella conoscenza dell’Amore. Le molte preghiere, unite alle inevitabili
penitenze che, in quel luogo tormentoso, è uso compiere (e che lui offre
con lo stesso amore di Cristo crocifisso) fanno sì che la Grazia
penetri sempre più in lui, trasformandolo in quella “cetra spirituale”
che canta le meraviglie del Signore “con voce di letizia”.
Non
siamo in grado di conoscere tutti i carismi che lo Spirito gli ha
affidato ma, con certezza, rileviamo l’ispirazione della sua parola, la
profondità della sua capacità di confessore, la potenza della sua
benedizione, il suo carisma di liberazione. Si parla anche di carisma di
guarigione perché sembra che persone malate, per la sua preghiera,
abbiano riacquistato la salute. Con certezza, per altro, possiamo
affermare che moltissime persone, grazie alla preghiera allo Spirito
Santo ed all’imposizione delle sue mani, hanno riacquistato la salute
spirituale. Lo Spirito di Dio, entrando in esse, le ha portate a vivere
una condizione estatica in cui l’anima entra in comunione perfetta con
la Fonte della Grazia, del perdono, dell’amore.In questa condizione, il
corpo si abbandona (pur conservando la piena sensibilità e la
relazionalità con il mondo esterno) mentre l’anima, piena di gioia,
dialoga con il suo Signore. Quando termina “l’estasi” (in genere, tra
dieci minuti e mezz’ora), la persona si rialza completamente rinnovata:
lacrime di gioia, spesso, rigano il suo volto, una grande pace alberga
nel suo spirito, le ferite del suo cuore si sono rimarginate, un immenso
amore per Dio e per il prossimo la pervade. Qualcuno afferma di avere
sentito, durante la condizione estatica, parole come “toglierò da voi
ilo cuore di pietra e vi darò un cuore di carne Vi farò rivivere e voi
rivivrete sarete miei testimoni!”.Da quel momento la vita di quella
persona cambia completamente e, da cristiano “spento” diventa un “uomo
nuovo” pronto a rendere testimonianza della misericordia infinita di Dio
e della beatitudine che si può provare quando si entra nella perfetta
comunione con Lui. Qualche sacerdote ha paragonato questa benedizione ad
una nuova effusione dello Spirito Santo (quasi, una novella
Pentecoste). Varie persone hanno affermato di aver ricevuto, oltre ai
doni di grazia spirituale, anche guarigioni da malattie fisiche.
Io
stesso ho voluto sperimentare quella benedizione e posso testimoniare
che gli effetti sono decisamente positivi per lo spirito di colui che la
riceve. Il fatto che suscita perplessità in tanti è il fenomeno di
questo “abbandonarsi” del corpo. Perché? Di tante ipotesi fatte, io
ritengo che la più giuste sia questa: da sempre, la gente chiede “un
segno”, alcuni per poter credere, altri per confermarsi nella fede.
Anche la Chiesa, quando amministra i Sacramenti usa dei “segni” per
aiutare la fede dei cristiani e, in questi tempi particolari, i segni
possono diventare particolarmente necessari. Padre Jozo, però, non si
mai lasciato inorgoglire da questi speciali talenti che lui mette a
servizio dei fedeli in assoluta semplicità e in spirito di piena umiltà.
Liberato
dal carcere, il nostro frate viene inviato a Tikalina nel 1985 e vi
rimane, come Parroco, fino al 1991. Il suo cuore, ora, è pieno di
gioia:«La Madonna, adesso ha cambiato tutto: Le nostre famiglie, dopo
cinquanta anni di Regime ateo, hanno potuto sentire in televisione,
dalla voce di Giovanni Paolo II che Cristo è vivo, è risuscitato e, con
queste parole il Papa ha unito questo mondo a Cristo. La Madonna, poi, a
Medjugorje, ha insegnato che possiamo partecipare alla risurrezione del
suo figlio se ci riconciliamo con Dio.Nell’agosto dello stesso anno
Padre Jozo è trasferito nell’importante convento di Siroki Brijeg,
dedicato alla Madonna Assunta, con l’incarico di padre guardiano. Come i
lettori ricorderanno, quel convento è un luogo-simbolo di fede portata
al martirio e, quindi, un luogo di Grazia, meta di molti
pellegrinaggi.La fama di padre Jozo e del suo impegno al servizio della
Regina della Pace ha varcato i confini del Paese, così la sua presenza è
richiesta un po’ in tutti i paesi del mondo perché la sua testimonianza
viva riesce a scuotere molte coscienze e la sua preghiera di
intercessione riesce ad ottenere molte grazie. Ci risulta che P. Jozo
Zovko, è stato perfino invitato a parlare, con successo, durante una
seduta delle Nazioni Unite.
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