Jan Van Ruysbroeck, Johannes Rusbruochius, o , come è generalmente conosciuto in Italia, Giovanni Ruysbroeck, nacque nel villaggio omonimo, vicino a Bruxelles, nel 1293, a quel tempo un piccolo paese, ed era di origini umili. Non si sa nulla del padre, e della madre si conosce solo la sua stimata bontà e l’amore per il figlio.
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(“Avidità inaudita” B. Jan van Ruysbroeck e la piccola scriba in Gesù)A undici anni andò a vivere con uno zio, Giovanni Hinckhaert, canonico minore della chiesa collegiata di S. Gudula a Bruxelles, e frequentò la scuola della città. Alcuni anni dopo, la madre lo raggiunse, per vivere con le beghine, e subito dopo la sua morte Giovanni fu ordinato sacerdote all’età di ventiquattro anni. Qualche tempo dopo, il canonico Hinckhaert fu profondamente colpito da un’omelia udita nella chiesa di S. Gudula, perciò donò tutti i suoi risparmi e decise di condurre la vita contemplativa, compatibilmente ai suoi doveri ecclesiastici. Fu raggiunto da un canonico più giovane, Franco van Coudenberg, e da Giovanni.
Prendeva appunti su tavolette di cera, che completava poi nella sua cella. Scriveva nel dialetto locale del Brabante, perciò le sue opere potevano essere lette sia da laici sia da ecclesiastici, e mentre alcune furono tradotte in latino quando egli era ancora vivo, sembra che la loro diffusione sia stata lenta. Solo un secolo dopo tutte le sue opere furono tradotte da un monaco certosino di nome Lorenzo Surio e pubblicate a Colonia. Sono difficili da classificare: la maggior parte delle opere non portano la data di composizione, problema su cui gli studiosi hanno a lungo discusso.
Le sue opere non avevano titolo, perciò titoli come Il Regno degli amanti di Dio, Il libro della pietra
Per la sua noncuranza nei confronti del tipo di formulazione accademica, e forse perché scriveva nella sua lingua locale, alcuni commentatori hanno ipotizzato che Giovanni fosse illetterato o non conoscesse il latino, ma le sue opere dimostrano che era un filosofo e un teologo competente, che conosceva bene le opere degli scolastici contemporanei e quelli delle generazioni precedenti. Ruysbroeck è uno dei grandi contemplativi del Medio Evo; scrive in modo cristallino, e la sua semplicità inganna: usa parole inadeguate per descrivere esperienze che vanno oltre l’intelletto, nel regno dello spirito puro. Ha una visione personale e affascinante; è un poeta piuttosto che un relatore. Il suo maggior contributo è creare un nesso tra la scolastica medievale e il neoplatonismo ( un passaggio cruciale dal mondo degli scolastici verso il Rinascimento).
Se le opere di Ruysbroeck non avessero contenuto niente i originale, l’influsso straordinario che ebbero sarebbe stato inspiegabile; forse il richiamo esercitato dalla sua santità sarebbe stato sufficiente per le folle di pellegrini che si recavano a Groenendael, tuttavia esercitò anche una profonda influenza su alcuni studiosi ed ecclesiastici famosi. Negli ultimi anni di vita Giovanni non fu in grado di lasciare la cella che condivideva con il prevosto Franco, che era anche più vecchio di lui: era debole fisicamente e quasi cieco, ma la sua visione spirituale era ancora chiara. Una notte sognò che sua madre lo raggiungeva per dirgli che Dio l’avrebbe chiamato prima dell’Avvento.
Il giorno seguente chiese di essere portato nell’infermeria della congregazione dove, devastato dalla febbre, si preparò alla morte con devozione e con determinazione. Una volta all’anno, la seconda domenica di Pentecoste, il capitolo della chiesa di S. Gudula soleva recarsi in processione a Groenendael per commemorare Giovanni di Ruysbroeck. In occasione della soppressione del monastero nel 1783, le reliquie furono trasferite a Bruxelles, ma andarono perse durante la Rivoluzione francese. Furono fatti molti tentativi di ottenere la sua beatificazione, che sarebbe avvenuta più velocemente se egli avesse vissuto seguendo la corrente principale della tradizione cattolica o se avesse scritto in latino piuttosto che nella sua lingua locale, il fiammingo. Il culto è stato infine confermato da papa Pio X nel 1908.
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