lunedì 4 marzo 2013

Benvenuto il Signore ti Benedica

 Premessa

(...) In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea...Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette (...) Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».




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 Benvenuto il Signore ti Benedica

Innanzitutto, ho deciso di creare questo sito sulla Preghiera di Guarigione perché mio padre (che ha avuto il dono di una fede ardente che né le difficoltà della vita, né la malattia hanno mai piegato), per anni volontario laico, presso l’Ospedale genovese di San Martino ha sempre voluto fortissimamente che venisse introdotta in tutti i luoghi di sofferenza. Cominciamo con l’affermare che la Guarigione dei malati è al centro del comandamento di Gesù agli Apostoli: “Guarite i malati, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi e cacciate i demoni. Date gratuitamente, così come avete ricevuto!” (Mt 10,8). E’ un Vangelo di una modernità unica, questo di Matteo. Così è la chiamata dei Dodici alla prima loro missione, secondo i racconti di Matteo e di Luca, il Signore concede loro «il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità» (Mt 10,1; cfr. Lc 9,1). E, oggi, come allora, Gesù ci invita a proclamare, senza timidezze o reticenze, che “oggi la parola del profeta si è fatta carne”. “Guarite i malati, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi e cacciate i demoni” così Gesù ci sgombra la mente riguardo a ciò che è il cuore del suo messaggio. Gesù è qui per togliere via dall'uomo tutto ciò che ne impedisce la fioritura, perché sia chiaro a tutti che cosa è il regno di Dio: vita in pienezza, qualcosa che porta gioia, che libera e da luce, che rende la storia un luogo senza più disperazione. E che cos’è che più soffoca l’anelito di felicità del cuore umano se non la malattia? Un anelito che dove tradursi in una Preghiera fiduciosa rivolta al Signore. Alla Preghiera esorta il Siracide: «Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà» (Sir 38,9). E, i Padri della Chiesa consideravano normale che il credente chiedesse a Dio non soltanto la salute dell'anima, ma anche quella del corpo. A proposito dei beni della vita, della salute e dell'integrità fisica, S. Agostino scriveva: «Bisogna pregare che ci siano conservati, quando si hanno, e che ci siano elargiti, quando non si hanno». Mentre, nella solenne liturgia del Venerdì Santo viene rivolto l'invito a pregare Dio Padre onnipotente affinché «allontani le malattie... conceda la salute agli ammalati». Con la benedizione dell'olio degli infermi si chiede a Dio di effondere la sua santa benedizione «perché quanti riceveranno l'unzione di quest'olio ottengano conforto nel corpo, nell'anima e nello spirito, e siano liberi da ogni dolore, da ogni debolezza, da ogni sofferenza». E ci sono riunioni in cui si prega il Signore di guarire con l’imposizione delle mani. Imposizione delle mani che è come un bacio del Signore all’ammalato che è come il paralitico della piscina di Betzaetà (Gv 5), che non poteva entrare nell’acqua miracolosa, perché non aveva nessuno che potesse aiutarlo. Come negli incontri con un sacerdote come Padre Emiliano Tardif. A coloro ai quali è stato conferito dal Signore il carisma della guarigione spetta, in umiltà di cuore, essere, come ha affermato lo stesso Padre Tardif, «l’asino che porta Gesù ». E, ci sono luoghi particolari come Lourdes, Medjugorje. E, ci sono Messe per gli infermi. In ogni caso è l’Amore di Gesù che guarisce. Con la Preghiera si offre a Gesù il canale in cui versare tutto il Suo Amore. Ora, qualcuno di voi lettori di chiederà: perché negli ospedali? Una risposta è in queste parole di Padre Pio: “In ogni ammalato che soffre c’è Gesù che soffre”.

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