Fa parte dei quaranta martiri d’Inghilterra e Galles. Ospitato nelle case dei cattolici costruiva di notte rifugi geniali ed introvabili per i preti missionari ricercati.
Nicola Owen, conosciuto anche con i nomi di Andrea e Draper, era probabilmente uno dei quattro figli di Walter Owen, un carpentiere di Oxford, da cui apprese una straordinaria abilità manuale. Dei suoi fratelli, Enrico fece lo stampatore e commerciante di libri cattolici, mentre Walter e Giovanni divennero preti. Nicola lavorò con i padri della Compagnia di Gesù per molti anni prima di diventare un converso gesuita nel 1597.
Era un uomo piccolo, soprannominato affettuosamente “Giovannino” o “Michelino”. Dopo che un cavallo da soma gli cadde sopra, rompendogli una gamba, rimase zoppo. Nonostante la sua statura non molto alta, doveva essere molto robusto tenuto conto del lavoro che fece per molti anni. Il suo nome compare per la prima volta in relazione a S. Edmondo Campion (1 dic), di cui pare sia stato il servitore e di cui prese le difese quando venne accusato di tradimento. Proprio come conseguenza di questo gesto venne egli stesso arrestato nel 1581. In prigione le condizioni erano così dure che, quando un suo compagno di cella morì, il corpo non venne rimosso. Dopo la scarcerazione Nicola sparì per un certo periodo, ma si sa che dal 1586 al 1606 fu al servizio di Enrico Granet, il padre provinciale gesuita, e che viaggiò molto con lui, venendo ospitato nelle case dei cattolici e costruendo rifugi per i preti missionari ricercati. Non si conoscono le date della costruzione dei vari nascondigli, che salvarono numerosi preti dall’esecuzione e le famiglie cattoliche che li ospitavano dal sequestro dei beni, ma sicuramente Owen impiegò molto tempo in quel lavoro, a giudicare dal grande numero di nascondigli e dalla loro elaboratezza. Organizzò la costruzione di rifugi geniali i cui
punti di ingresso erano così ben nascosti da non venire scoperti nemmeno dopo ricerche accuratissime.
Questi rifugi potevano alloggiare comodamente uno o due uomini per alcuni giorni, assicuravano luce e aria e potevano contenere scorte adeguate di cibo. Prima di iniziare la costruzione di un nuovo luogo segreto, Owen si comunicava e durante il lavoro pregava incessantemente. Come misura di precauzione non parlava mai dei nascondigli così che nessuno potesse divulgare informazioni, spontaneamente o sotto tortura. Fingeva di farsi assumere per fare riparazioni in altre parti della casa durante il giorno e durante la notte lavorava ai nascondigli, spesso dovendo rompere muri e spostare pesanti pietre senza alcun aiuto.
Nicola continuò a incontrare Gerard, e questi di conseguenza fu portato alla Torre nel 1597. Nicola Owen fu uno dei complici della sua spettacolare fuga, e probabilmente colui che lo nascose. I sentimenti di opposizione verso i cattolici si accrebbero come conseguenza della Congiura delle polveri alla fine del 1605. Quattro i gesuiti si rifugiarono a Hindlip Hill nel Worcestershire: i padri Carnet e Oldcorne, Rodolfo Ashley e Nicola Owen. Roberto Cecil, il segretario di stato, venne a conoscenza tuttavia del luogo dove si trovavano; egli attese l’esecuzione di tutti i cospiratori prima di agire e poi suggerì al giudice di pace locale, Enrico Bromley, di fare una accurata ricerca nella casa. Appena Bromley arrivò con un centinaio di uomini, i sacerdoti entrarono in un nascondiglio e Owen e Ashley in un altro.Quando un nascondiglio era completato solo lui e il proprietario della casa ne conoscevano l’ubicazione e l’accesso. Giovanni Gerard scrive di lui:
«Davvero penso che nessuno abbia fatto più bene di lui tra tutti quelli che lavorarono nella vigna inglese».
Nicola andò con padre Gerard a Londra nel 1594 per aiutarlo nell’acquisto di una casa. L’affare era stato completato, ma prima di partire si fermarono in un appartamento e vennero denunciati da un servo fidato della famiglia Wiseman di Braddocks nell’Essex. Giovanni Frank aveva già tentato di tradire Gerard a Braddocks, ma non vi era riuscitoproprio grazie a uno dei rifugi di Nicola. Quella volta seguì il prete fino alla casa di Londra e finse di essere un portalettere con un messaggio urgente per avere conferma del luogo esatto e poi chiamò le autorità. Giovanni Gerard e Nicola Owen vennero arrestati e poi incarcerati separatamente. Nicola e un compagno, Riccardo Fulwood, furono torturati insieme
«per tre ore, con le braccia legate ad anelli di ferro e i corpi sospesi in aria».
Non riuscendo a ottenere alcuna informazione, lasciarono libero Owen dietro pagamento di una somma di denaro.
Per una settimana i ricercatori passarono la casa al setaccio, battendo e saggiando i muri invano. Dopo una settimana, Owen decise di consegnarsi, sperando così di interrompere la ricerca: scivolò fuori dallo stanzino senza farsi vedere, ma gli uomini non furono soddisfatti. Per un’altra settimana continuarono a cercare i sacerdoti, che ormai erano rimasti senza cibo. Alla fine trovarono il nascondiglio. Padre Oldcorne e Ashley vennero impiccati, sventrati e squartati nel 1606 a Worcester, mentre padre Carnet e Owen vennero portati a Londra. Il primofu processato e giustiziato nel maggio del 1606, mentre Nicola non venne processato subito ma torturato senza pietà per strappargli informazioni che solo lui poteva fornire riguardo alle case che ospitavano sacerdoti e in cui si celebrava la Messa. Fu portato nella Torre e torturato ogni giorno per sei giorni. Egli soffriva già di ernia a causa dei pesanti lavori manuali compiuti, così gli fu messa una cintura di ferro attorno al corpo per evitare che morisse prima che le torture lo costringessero a rivelare le informazioni necessarie.
Gli misero anelli di ferro attorno ai polsi e con questi venne appeso per sei ore consecutive, con dei pesi alle caviglie. Confessò informazioni riguardanti il suo rapporto con Giovanni Garnet, ma non rivelò nulla che non fosse già noto alle autorità. Non si lasciò sfuggire nemmeno una parola sul suo lavoro, durante le torture ripeteva solamente le parole “Gesù” e “Maria”. Per la trazione, il suo corpo si squarciò ed egli morì dopo una terribile agonia il 22 marzo 1606. Fu detto che si era suicidato, ma nessuno vi credette. Il suo carceriere, più sinceramente, disse:
«L’uomo è morto, ci è morto tra le mani».
Nicola Owen è stato beatificato nel 1929 e fa parte dei quaranta martiri d’Inghilterra e Galles canonizzati da Paolo VI nel 1970.
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