martedì 26 marzo 2013

Il dono delle lingue

 


Il “dono delle lingue”, chiamato anche “glossolalia” è uno dei doni dello Spirito Santo.
Cosa vuol dire “parlare in lingue”? Significa emettere delle parole o delle “lallazioni” senza pensare a quanto esce dalla bocca ma lasciando fluire una preghiera o una lode così come lo Spirito Santo dà il potere di esprimere. Può essere fatto in modo volontario, aprendo la bocca e lasciando semplicemente uscire il suono, oppure essere involontario, cioè come conseguenza di un vero e proprio moto dello spirito, ad esempio dopo il Battesimo (o Effusione) nello Spirito Santo.
A volte, pur se non conoscendole, capita di parlare lingue esistenti, antiche o attuali, o dialetti veri e propri dei posti più sperduti nel mondo! E’ una ulteriore riprova che si tratta di una conoscenza che va ben oltre la capacità cosciente di fare qualcosa.
La preghiera in lingue veniva regolarmente praticata dai primi cristiani. E’ infatti stata una delle immediate conseguenze della Pentecoste:


· “Essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro potere di esprimersi” (Atti 2,4).

· “Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio” (Atti, 10:44-46).

Ora qualcuno potrebbe pensare che qui si stia parlando di lingue ben definite, dei luoghi geograficamente vicini a quelli dove risiedevano queste persone, qualcosa che non ha niente a che vedere con una lallazione senza senso. Allora, per far comprendere bene che non sempre si tratta di lingue conosciute, ma anche di espressioni libere, questa lettura biblica potrebbe essere di aiuto:

· “Quando infatti prego con il dono delle lingue, il mio spirito prega, ma la mia intelligenza rimane senza frutto” (1 Corinzi 14:14).

· “Chi infatti parla con il dono delle lingue non parla agli uomini, ma a Dio, giacchè nessuno comprende, mentre egli dice per ispirazione cose misteriose” (1 Corinzi 14:2).

· “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” (Romani 8: 26-27).

In effetti, la preghiera in lingue sembra essere il miglior modo di pregare Dio.
Lo Spirito Santo, infatti, sa bene cosa chiedere, e soprattutto sa chiedere secondo la volontà di Dio, mentre il cristiano potrebbe con la sua intelligenza chiedere semplicemente cose buone per lui, anche se non giuste. 

Gesù fu il primo ad insegnarci come pregare, quando nel Getsemani non chiese la cosa buona, ma la cosa giusta (“Se possibile passi da me questo calice, però non la mia, ma la tua volontà”).
Nel corso dei secoli si è man mano perduto questo dono, fino a quando
i due movimenti ecclesiali, Il Rinnovamento Carismatico Cattolico, e Il Rinnovamento nello Spirito diventarono il cuore diuna nuova Pentecoste. nel Cattolicesimo .
La realtà è che questo dono, così come il dono di cacciare i demòni, di imporre le mani per intercedere per la guarigione, e altri doni datici dal Battesimo e confermatici dalla Cresima, sono peculiarità di ogni cristiano credente e battezzato.
Lo Spirito Santo non è proprietà di nessuno, e deve essere utilizzato da tutti. Dove viene limitato, lo Spirito se ne va, poiché “Dio è Spirito, e dove c’è lo Spirito di Dio, c’è libertà” (2 Corinzi 3,17).

Se leggendo Marco 16:15-18, comprendi che non stai incarnando neanche la metà del messaggio di Cristo, e del suo comando, chiediti perché.
Dio non cambia, e il suo messaggio è attuale oggi come duemila anni fa.
Siamo chiamati oggi come ieri a edificare il Suo Regno sulla terra, e i carismi ci sono indispensabili per questo.
Applichiamo allora la sua volontà per intero: evangelizzazione, guarigione, liberazione.

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