XXIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
PREGHIERA DEL MATTINO
PRIMA LETTURA
Dal libro dei Numeri.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. RIT
Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore. RIT
SECONDA LETTURA
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO
Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo.
Alleluia.
VANGELO
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
COMMENTO
Chiunque crede in lui avrà la vita eterna.Oggi la liturgia dell’Esaltazione della croce ci propone un brano del colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo. In questo brano, non troviamo la parola croce ma scopriamo altre parole importanti: salire e discendere dal cielo, l’amore del Padre, la donazione del Figlio e soprattutto la volontà della salvezza del mondo. La missione divina di Gesù è la realizzazione del piano di salvezza del Padre. La croce, accettata e non subita,
non è semplicemente il martirio di un giusto, come per San Giovanni Battista ma è il compimento massimo della volontà del Padre. Possiamo trovare qui un significato profondo della Croce, proprio nel valore profondo dell’obbedienza del Figlio al Padre. Ecco allora scopriamo, l’esaltazione della Croce. Nel valore del messianismo di Cristo, come missione del Padre, capiamo anche il discorso criptico di Gesù a Nicodemo. La Croce è, nel riconoscere a pieno il messianismo di Gesù, è il compimento dell’opera trinitaria. Chi legge nell’evento Croce-Risurrezione quasi uno sgretolarsi delle relazioni trinitarie e l’abbandono del Padre, riduce conseguentemente la missione di Cristo e non vuol accettare compiutamente il suo Mistero. Gesù diventa allora obbediente alle aspettative terrene e per questo fallisce umanamente e disperatamente. La Croce è allora scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani proprio su di essa proiettiamo la nostra umanità e non ne scopriamo, con l’umanità di Cristo il riflesso dell’Amore del Padre. Cristo, con la sua umanità – con il “scendere” dal cielo si rende disponibile a questa opera di salvezza. Nella Croce e nel Mistero Pasquale si fonda la nostra fede. Prendiamo, quindi con fede e fiducia la nostra croce e seguiamo Cristo perché ci faccia partecipi del suo Regno, nel dono della vita eterna.
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