Tra i nomi dei dodici apostoli citati nei tre Sinottici (Mt 10, 2-5; Mc 3, 16-19; Lc 6, 13-16), il nostro santo compare semplicemente come Matteo, sebbene nel proprio Vangelo aggiunga «il pubblicano»; benché, tuttavia, nel racconto della sua chiamata abbia il nome di Matteo (Mt 9, 9), Marco e Luca nel racconto corrispondente (Me 2, 13-14; Le 5, 27-28) lo chiamano Levi, e Marco specifica «figlio di Alfeo». Molti giudei che avevano frequenti rapporti con i gentili portavano un nome greco in aggiunta a quello ebreo e dunque una possibile spiegazione è che Levi fosse il suo nome originale, e che abbia scelto o gli sia stato assegnato il nome Matteo (“dono di Yahvé”) quando lasciò il lavoro per seguire Gesù. Questo avvenne a Cafarnao, guarnigione e dogana romana, dove come “esattore” era stato disprezzato da giudei e non. Gesù aveva appena guarito un paralitico ed era vicino al banco delle imposte quando vide Matteo «e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì».Molti giudei che avevano frequenti rapporti con i gentili portavano un nome greco in aggiunta a quello ebreo e dunque una possibile spiegazione è che Levi fosse il suo nome originale, e che abbia scelto o gli sia stato assegnato il nome Matteo (“dono di Yahvé”) quando lasciò il lavoro per seguire Gesù.
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Questa è l’unica volta che Matteo è nominato individualmente, sebbene compaia molte volte in tutti gli elenchi degli apostoli, incluso quello contenuto nel capitolo iniziale degli Atti degli Apostoli (At 1, 13-14). A partire da una data assai antica, uno dei quattroNon si sa niente di sicuro su cosa fece Matteo dopo la risurrezione: secondo una versione tradizionale predicò il Vangelo in Giudea, e poi si recò in Oriente, ma sono state proposte come possibili destinazioni Etiopia, Persia, Siria, Macedonia e Irlanda. E’ venerato come martire, ma in realtà non si conoscono né il modo né le circostanze della sua morte. Lo scrittore gnostico Eracleone affermò che era deceduto di morte naturale, e quest’ipotesi sembra essere accettata da S. Clemente di Roma (23 nov). Una tradizione, seguita da edizioni precedenti del Martirologio Romano, afferma che morì in Etiopia; un’altra, seguita dal Martirologio Geronimiano, a Tarrium in Persia, sebbene alcuni sostengano che sia stata confusa con Tarsuana, nella regione ad est del Golfo di Persia.
Le presunte reliquie furono portate dall’Etiopia a Finstère in Bretagna, e da là, grazie all’avventuriero normanno Roberto il Guiscardo (1015-1085), a Salerno;tuttavia
Esistono innumerevoli raffigurazioni in pittura, scultura, e in altre forme artistiche; nei dipinti in cui è ritratto come evangelista è identificato dal suo simbolo, oppure siede a un tavolo mentre scrive il suo Vangelo, con un angelo che gli guida la penna o tiene il calamaio. In Oriente la sua festa è celebrata il 16 novembre, ma in Occidente principalmente in questo giorno.
È INVOCATO: – come protettore di agenti di cambio, bancari, cambiavalute, contabili, dazieri, doganieri, esattori, guardie di fìnanza, ragionieri, statistici, alcolisti, ospedali e navi
Fonte: Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler
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