Madonna del Popolo di Marino
La Madonna del Popolo (ufficialmente chiamata Maria Santissima del Rosario, anticamente nota come Maria Santissima di Santa Lucia) è una prodigiosa immagine della Vergine Maria conservata nella Basilica di San Barnaba di Marino, in provincia di Roma, nell’area dei Castelli Romani.
La prima menzione dell’immagine risalirebbe ad un rogito notarile del 1280, rogato da un tale Pietro notaio in Roma, che asserisce come l’immagine stessa fosse stata portata da un esponente della famiglia Colonna a Roma da Costantinopoli, in un’epoca non meglio identificata. L’immagine venne traslata in Marino dai Colonna, forse al tempo di papa Martino V, e collocata in un monumentale altare laterale collocato nella chiesa di Santa Lucia, oggi utilizzata come Museo Civico Umberto Mastroianni. L’altare pare fosse eretto con i marmi del tempio pagano di Diana Aricina ad Aricia, secondo quanto riferiscono Flavio Biondo e Leon Battista Alberti.
Il 10 dicembre 1662 l’immagine venne traslata solennemente dalla chiesa di Santa Lucia, sconsacrata nel 1636, alla nuova parrocchiale, la Basilica Collegiata di San Barnaba. La Madonna del Popolo venne più volte invocata dal popolo marinese per vari motivi, per lo più strettamente connessi alla principale attività economica del luogo, la vitivinicoltura.
« Ella è la madre dell’amore, e della speranza; ella è dessa la madre nostra, che può, e vuole consolarci: e niuna cosa sarà per nostro vero profitto, e da noi ordinatamente voluta, di cui amorosamente non ci soddisfaccia. Ringraziamo adunque la vergine de’ benefici che ne fece, e confortiamoci di ottenerne de’ nuovi. » (Girolamo Torquati, Della prodigiosa figura di Maria Santissima del Rosario che si venera in Marino nella Basilica di San Barnaba, p. 15., Roma 1863.)
Nella notte tra venerdì 17 novembre e sabato 18 novembre 1911 l’immagine fu soggetta ad un furto sacrilego: i ladri entrarono nella Basilica da una porticina laterale nel coro e portarono via buona parte degli ornamenti più preziosi e degli ex voto. I colpevoli del furto furono identificati quasi immediatamente in tre anarchici, due marinesi, Tullo Ostilio Ciaglia ed Enrico Testa, e un forestiero, Proietti Giovanni. Furono condannati a tre anni di reclusione. Un secondo furto sacrilego si verificò pochi anni dopo, nel 1914, ed i ladri penetrarono nella Basilica sempre dalla stessa porticina, rimasta incustodita per “insipienza del Clero”. Vennero trafugati i preziosi sopravvissuti alla prima rapina: i colpevoli stavolta non vennero identificati.
Numerosi arredi preziosi erano stati accumulati nei secoli attorno all’icona: oltre alle decine di ex voto e doni votivi, erano preziosi un manto blu con stelline dorate donato da Ippolita Gonzaga, consorte di Ascanio I Colonna, e due croci d’oro donate rispettivamente dal cardinale Ascanio II Colonna e dal cardinale Girolamo Colonna. Tutti questi tesori furono però trafugati nei due furti sacrilegi cui andò soggetta l’icona, nel 1911 e nel 1914.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_del_Popolo_(Marino)
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