Sposò una principessa armena che morì tre anni dopo avergli dato alla luce quello che sarebbe diventato un santo. Nominato vescovo fu un tenace riformatore e per questo venne ingannato e avvelenato.Narsete, katholikos degli armeni, fu il primo di diversi santi armeni con questo nome; nacque in una famiglia di principi nel 330 ca. e ricevette la sua prima educazione in casa. Più tardi, fu mandato a Cesarea, in Cappadocia, l’area collinare a nord dei Tauri, dove subì l’influsso di san Basilio; a Cesarea sposò Sahaktucht, figlia del principe Vardan Mamikonian, dalla quale ebbe un solo figlio, Sahak (Isacco).
Alla morte della moglie, tre anni dopo il matrimonio, Narsete divenne ufficiale della corte del re armeno Tiran e fu ammesso agli ordini sacri (il cristianesimo era stato adottato nel 300 come religione ufficiale in armenia, che diventò dunque il primo stato cristiano in quella zona). Dato che gli era stato richiesto di reintegrale il katholikos, o vescovo locale della chiesa armena, il successore di Tiran, Arshak, scelse Narsete, che rifiutò; tuttavia, suo malgrado, dovette accettare nel 363, quando fu eletto regolarmente dai vescovi armeni. Una volta assunto l’incarico, svolse il suo compito con grande fervore e diventò noto come tenace riformatore (una fama ereditata da suo figlio e successore, S. Isacco).
0 commenti:
Posta un commento