Alexandrina Maria da Costa nasce il 30 marzo 1904 in un paesino agricolo, Balasar, a circa 50 km. da Oporto e vi muore il 13 ottobre. Trascorre l’infanzia e la fanciullezza aiutando nei lavori domestici e agricoli con lo slancio di un temperamento esuberante, ma anche con una sensibilità eccezionale per le bellezze del Creato, che la portano, fino dai primi anni, a contemplare il cielo con forte nostalgia di raggiungerlo.
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Cresce con un profondo spirito di preghiera e con devozione ai tabernacoli, particolarmente sentita. Il sabato santo del 1918, a 14 anni, salta da una finestra nell’orto (m.3,30) per salvare la sua purezza, sottraendosi a tre uomini penetrati con violenza nella stanza dove sta lavorando di cucito con la sorella ed un’amica. Da qui ha inizio una mielite compressa alla spina dorsale, con conseguente paralisi progressiva che la inchioderà nel letto per oltre 30 anni, fino alla morte. Dopo la prima visita nella quale le comunicano che non guarirà, rimane a letto per 5 mesi consecutivi. A questa sofferenza si unisce la perdita della nonna materna. Il 14 aprile 1925 non si alzerà mai più.Promesse di Gesù ad Alexandrina Maria da Costa
La fiamma del suo amore ardente la porta ad una tale generosità nell’offrirsi vittima di espiazione, da consentire a Gesù di farne una grande mistica: ha visioni ed estasi durante le quali viene a contatto con la realtà celeste, avendo anche colloqui con Gesù e con Maria. Fin da giovanissima profondamente devota alla Madonna, viene scelta da Gesù anche per unirsi a coloro che chiedono al Papa la consacrazione del mondo alla Madonna: le sue sofferenze devono contribuire ad ottenerla. Dal 1938 al 1942 ogni venerdì, in estasi, rivive la Passione soffrendo con una mimica tanto espressiva che chi la vede comprende ogni fase di quella tragedia.Le viene ipotecata la casa. Comincia a sentire sente da Gesù il ripetuto invito a lasciarsi crocifiggere, in modo concreto. Scriverà col sangue il suo giuramento d’amore a Gesù. Il demonio comincia a tormentarla.
Dal 1942 sino alla morte continua a rivivere la Passione, senza muoversi dal letto, con un patire tutto intimo, ma ancora più doloroso; inoltre dal 1947 in poi sente giorno e notte anche i dolori delle stigmate, che per suo desiderio restano però mistiche, occulte. Gesù la fa passare attraverso tutte le sofferenze di ogni genere, fisiche, morali, spirituali. Inoltre, dal 1942 sino alla morte, per più di 13 anni, si aggiunge il tormento di un digiuno assoluto con anuria; soffre per nostalgie di cibo, sete ardente e dolorose coliche e crisi di cistite. Gesù la fa vivere miracolosamente col nutrimento della sola Ostia consacrata.
Vivendo sepolta tra quelle quattro mura, senza alcuna istruzione umana di vita spirituale, segue perfettamente le orme di S. Teresa d’Avila e di S. Giovanni della Croce, condotta per diretta ispirazione da Gesù, dal quale si lascia docilmente plasmare. Il padre carmelitano Isidoro Magurilia, professore di ascetica e di mistica a Roma, dopo 4 ore e mezza di colloquio con lei, nel congedarsi le dice: – Può stare tranquilla: in tutto quanto mi disse non trovai una parola che sia contraria al Vangelo, contraria alla dottrina di S. Teresa e di S. Giovanni della Croce.
Il 6 maggio 1955 le appare la Madonna promettendole di venire presto a prenderla per il Paradiso. Il 13 ottobre vola al Cielo.
Tratto da “Figlia del dolore madre di amore“, tratteggio di una biografia della serva di Dio Alexandrina Maria da Costa, fatto con brani dei suoi scritti scelti e tradotti dal portoghese dai coniugi Chiaffredo e Eugenia Signorile. Altre info su: http://www.profeti.net/Carismatici/AlexandrinaMariadaCosta/index.htm
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