“Noi teniamo a dire, anche un debito di riconoscenza al nostro angelo custode – disse poi Pio XI – di esserci sentiti sempre da lui assistiti in modo mirabile. Soventissimo sentiamo che egli è qui, vicino a noi, pronto all’assistenza, all’aiuto“. Egli raccomanda spesso la devozione all’angelo custode, in modo speciale a certe categoria di visitatori e fedeli, come i rappresentanti diplomatici della Santa Sede, i missionari, gli educatori. “Quando mi accade – confidò Pio XI – di dover parlare con qualche persona, con la quale so che l’argomentare è difficile e per cui il linguaggio deve essere accentuato con forma speciale di persuasione, allora raccomando all’angelo mio custode perché, di tutto, faccia parola all’angelo custode della persona che devo incontrare:Da Papa Pio XI a Giovanni XXIII, da Pio XII al nostro amato Papa Francesco che oggi festeggia con noi tutti gli Angeli, vediamo cosa ne pensavano e ne pensa il papa odierno in merito a questi nostri grandi protettori.
sicché una volta stabilita l’intesa tra i due spiriti, il colloquio risulta per il meglio ed è facilitato“.
vescovi “alcune false opinioni che minacciavano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica”. Denunciava certi teologi e riaffermava l’esistenza degli angeli contro coloro che la mettono in discussione, che riducono gli angeli a figure mitiche e ne fanno quasi “volatili celesti” o delle entità vaporose.L’allocuzione rivolta da Pio XII il 3 ottobre 1958 a 700 pellegrini americani è un vero gioiello di teologia pastorale. Colui che fu chiamato “Pastore angelico” esorta i fedeli a “trattenersi familiarmente” con gli angeli custodi. Secondo il suo metodo pastorale, Pio XII parte dalle cose terrene per elevare gradualmente gli uditori alle realtà celesti. Dopo aver evocato le bellezze del mondo visibile – il mare, il cielo stellato – ammirate dai pellegrini d’oltreoceano durante il loro viaggio, il Papa ricorda loro “che esiste anche un altro mondo, un mondo invisibile, ma altrettanto reale” quanto il nostro. Questo mondo invisibile che ci circonda è popolato di angeli. “Essi erano nelle città che hanno visitato… erano i vostri compagni di viaggio“.
angeli.
Sono gloriosi, puri, splendidi, e vi sono stati dati per compagni di
via: hanno l’incarico di vigilare con cura su di voi, affinché non vi
scostiate dal Cristo, loro Signore. E non solo vogliono difendervi dai pericoli che vi attendono lungo il cammino, ma
sono attivi accanto a voi e vi incoraggiano quando vi sforzate di
salire sempre più in alto nell’unione con Dio attraverso Cristo“.
Poiché si è propensi talvolta a limitare la missione degli angeli
custodi a un ufficio di difesa e di protezione, specialmente sul piano
materiale, Pio XII con tutta la tradizione cristiana va oltre. “Il nostro angelo custode – dice il Papa – ha cura ancora della nostra santificazione. L’angelo custode fa di tutto per favorire la nostra ascesa spirituale e per sviluppare la nostra vita di intimità con Dio. L’angelo custode è un maestro di ascesi e di mistica, è una guida e un trascinatore verso le vette“. Pio XII esorta i fedeli a mantenere fin da quaggiù relazioni di familiarità con i loro invisibili compagni di strada, chiamati a divenire un giorno i loro visibili compagni d’eternità.

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