SAN DOMENICO DI SILOS
Nato all’inizio dell’XI secolo a Canas nella Navarra, sul versante spagnolo dei Pirenei, visse in mezzo al popolo contadino, e per un periodo di tempo seguì questo stile di vita, occupandosi del gregge di suo padre tra le colline e le montagne, dove sentì nascere in lui un amore per la solitudine e la tranquillità.
Decise perciò di diventare monaco nel monastero di S. Millàn de la Cogolla. Ebbe un grande successo nella vita monastica, si impegnò in opere di riforma e divenne priore del suo monastero. Durante il suo mandato entrò in conflitto con il re, Garcia III di Navarra, che rivendicava la proprietà di alcuni possedimenti del monastero. Il monaco benedettino gli rispose, con umiltà ma anche con risolutezza, che le ricchezze dell’abbazia erano per i poveri e non per i Re. La risposta suscitò l’ira del Sovrano, il quale minacciò di strappare la lingua all’Abate ribelle. Non riuscì però a strappargli ne quella, ne i denari richiesti, ma scacciò Domenico e altri due monaci, che per fortuna furono accolti da Ferdinando I della Vecchia Castiglia, che li indirizzò al monastero di S. Sebastiano a Silos, dove Domenico divenne priore. Il monastero si trovava in un a parte remota e selvaggia della diocesi di Burgos ed era in uno stato di estrema decadenza, sia materialmente che spiritualmente. Con la Regola di Domenico, che svolse estesamente il ministero della preghiera e della cura delle anime, il declino si arrestò, poi iniziò una fase di progresso, e il convento divenne uno dei più famosi di Spagna.
Fino alla nascita della repubblica nel 1931, era diventato costume tradizionale che l’abate di Silos portasse la staffa di San Domenico di Silos a palazzo reale tutte le volte che una regina di Spagna aspettava un figlio per posarla accanto al suo letto, sino al momento della nascita del bambino.
Fonti: Il primo grande dizionario dei santi di ALban Butler / archivio della parrocchia delle suore domenicane di Pompei
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