LA FESTA DI SANTA LUCIA
La figura di Santa Lucia, nel corso dei secoli, è stata fonte di ispirazione non soltanto sul piano strettamente religioso e teologico, o artistico, ma anche nell’ambito della letteratura colta, tanto che ispirò Dante Alighieri nella sua oltremodo famosa Divina Commedia. Il poeta nel Convivio afferma di aver subìto in gioventù una lunga e pericolosa alterazione agli occhi a causa delle prolungate letture (Convivio, III-IX, 15), ottenendone poi la guarigione per intercessione di Santa Lucia. Gratitudine, speranza e ammirazione indussero quindi il sommo poeta ad attribuirle un ruolo fondamentale non soltanto nella sua vicenda personale, ma anche, allegoricamente e simbolicamente, in quella dell’umanità intera nel suo viaggio oltremondano descritto nella Divina Commedia. Secondo Salvatore Greco Santa Lucia, nelle tre cantiche, diventa il simbolo della “grazia illuminante“, per la sua adesione al Vangelo sino al sacrificio di sé, dunque, “via”, strumento per la salvezza eterna di ogni uomo, oltre che del Dante personaggio e uomo.
Processione di Santa Lucia a Siracusa (Sicilia)
Festa di Santa Lucia ad Aci Catena (Catania)
Il primo simulacro di Santa Lucia, che risale al 1440, viene sostituito con l’attuale nell’anno 1666. Una scultura lignea di enorme pregio artistico che non ha eguali nel territorio circostante, voluto dalla lungimiranza dal can. Francesco Strano e che il popolo santalucioto ha custodito nell’arco dei secoli. La suggestiva processione si conclude sul sagrato della chiesa di Santa Lucia con la benedizione con la reliquia e lo sparo di fuochi pirotecnici.Le cinque del mattino: il campanone incomincia a produrre i suoi rintocchi dal ritmo sincopato. Si tratta del cosiddetto “cunsulato” che annuncia la solennità del dì di festa. Poco più tardi lo stormo delle campane è accompagnato dallo sparo di tredici salve. Tutto ormai prelude al primo momento topico della giornata: l’incontro dei santalucioti con il simulacro della loro Patrona. Alle ore 8,30. È il momento: il “mastro di vara”, colui che ha materialmente la cura del simulacro e del fercolo, si avvicina alle porte della cappella. Cinque chiavi fanno scattare cinque serrature: la parola passa al parroco che con parole appropriate prepara spiritualmente il momento dell’incontro; quindi, invita alla preghiera. L’”Amen” festoso della liturgia si confonde a questo punto con le voci di giubilo dei fedeli e l’immagine di Santa Lucia viene svelata e traslata all’altare maggiore opportunamente adornato.
Festa di Santa Lucia a Stoccolma – (Svezia)
Ogni anno viene incoronata una Lucia in ogni cittá. Le candidate sono giovani residenti e vengono pubblicizzate dai quotidiani e TV locali. La Lucia, che viene scelta dal pubblico, e le altre candidate che diventano le sue damigelle, devono saper cantare per poter poi esibirsi nelle piazze della cittá, negli ospedali, nei centri per gli anziani, nei centri commerciali e nelle fabbriche.
A Verona
Secondo la tradizione popolare veronese, intorno al XIII secolo, in città, in particolare tra i bimbi, era scoppiata una terribile ed incurabile epidemia di “male agli occhi”. La popolazione decise allora di chiedere la grazia a Santa Lucia, con un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di S. Agnese, dedicata anche alla martire siracusana, posta dove oggi c’è la sede del Comune: Palazzo Barbieri. Il freddo spaventava i bambini che non avevano nessuna intenzione di partecipare al pellegrinaggio. Allora i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito, la Santa avrebbe fatto trovare, al loro ritorno, tanti doni. I bambini accettarono ed iniziarono il pellegrinaggio; poco tempo dopo l’epidemia si esaurì.Da quel momento è rimasta la tradizione di portare in chiesa i bambini, per la benedizione degli occhi, il 13 dicembre e ancora oggi, la notte del 12 dicembre, i bambini aspettano l’arrivo di S. Lucia che porta loro gli attesi regali in sella ad un asinello accompagnata dal Castaldo, l’aiutante. Si lascia un piatto sul tavolo con del cibo con cui ristorare sia lei che l’asinello prima di andare a dormire. In quella sera i bambini vanno a letto presto e chiudono gli occhi, nel timore che la Santa, trovandoli ancora svegli, li accechi con la cenere. La mattina dopo, Lucia fa trovare loro il piatto colmo di dolci, fra cui le immancabili “pastefrolle di Santa Lucia”, di varia forma (stella, cavallino, cuore…), nonché l’altrettanto immancabile “ghiaia dell’Adige” ed il “carbone dolce” per i bambini “cattivi”. Le formine delle frolle scacciano il male e sono di buon auspicio. Dal secolo scorso si è sviluppata, per l’occasione la tradizionale grande fiera, che ancora oggi si tiene nei tre giorni precedenti il 13 dicembre, in una piazza Bra’ riempita dai “bancheti de Santa Lussia”, ricchi di giocattoli e dolci di ogni tipo.
Nel nord Italia
Fonti: wikipedia / http://www.visitsweden.com/svezia/Local-pages/Italy/Santa-Lucia/
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