Madonna della Madia
Le prime due testimonianze dell’approdo della venerata Icona fanno riferimento a due testi, entrambi del 1643 e sostanzialmente convergenti sulla versione dei fatti: il primo è una Historia et Miracoli della divota e miracolosa Imagine della Madonna della Madia di Francesco Antonio Glianes, arcidiacono della Cattedrale di Monopoli. L’altro, in latino, è nel primo volume della Italia Sacra di Ferdinando Ughelli, e scritto dal teologo della Cattedrale, Giovanni Francesco Cimino. Probabilmente entrambe le fonti attingevano a materiale ancora più antico, non solo orale ma soprattutto scritto (per esempio documenti pubblici dell’archivio della Cattedrale stessa).
VIDEO-STORIA
La dottoressa Fabiola Locoselli, presidente dell’associazione culturale PIETRE VIVE di Monopoli, racconta le fasi del tradizionale approdo della madonna della Madia nel porto di Monopoli attraverso il ciclo pittorico di Michelangelo Signorile conservato nella cattedrale. Inoltre tutti i “segreti” dell’Icona vengono svelati.Analisi del quadro e valutazione artistica
L’opera è una tempera su tavola, una sorta di “preghiera figurata” in cui anche i colori rispettano le rigide regole del rivolgersi a Dio. Si tratta di una Madonna Odegitria (Colei che indica la Via): la Madonna ci indica, con la mano destra ed il capo leggermente inclinato, il Cristo. La Vergine indossa un tradizionale maphorion greco, abito di solito utilizzato dalle suore ma di colore violaceo, qui invece nero. Sul manto presente un’unica stella, sul capo: probabilmente un grossolano restauro antico ha cancellato le altre due stelle che dovevano essere raffigurate sulla parte alta della spalla della Madonna, ad indicare la Verginità prima durante e dopo il parto. Lo stesso restauro ha cancellato forse le scritte MHP OU e IC XC, anagrammi in greco di Madre di Dio e Gesù Cristo, presenza necessaria per l’ammissione al culto delle icone. La mano del Bimbo, raffigurato come un adulto ad indicare la sua responsabilità e divinità, è perfettamente al centro del quadro e benedice alla maniera greca unendo pollice e anulare, simbolo dell’unione dell’umano e del divino. Le lumeggiature e i fili d’oro del vestito del Cristo sono espressione della sua regalità solare. Nella mano sinistra un cartiglio, riferimento al capitolo IV del vangelo di San Luca, con la profezia della venuta del Cristo stesso. Le gambe incrociate annunciano i momenti della passione. Completano la scena due piccole figure umane: a destra un abate dell’Ordine di San Basilio (l’attribuzione è certa poiché il religioso indossa un saio nero) e a sinistra un diacono con un cero acceso.Ipotesi sull’arrivo dell’icona
- La produzione dell’icona in Italia, pur nel rispetto dei canoni bizantini, attorno al 1280.
Entrambe le ipotesi possono affiancarsi ma non oscurare la versione tradizionale in quanto non esistono prove precise che la escludono. In tutti i casi l’icona viene comunque dall’oriente, se non fisicamente, almeno in forma di cultura artistica applicata al Sacro.
Le celebrazioni in città
I festeggiamenti si svolgono la sera del 14 agosto: cittadini e turisti accorrono in gran numero presso Cala Batteria, zona del porto in cui avviene la rievocazione del miracoloso approdo, accompagnato dai tradizionali fuochi pirotecnici. Nella stessa zona si svolge la festa civile. La festa patronale vera e propria è però quella che si svolge il 16 Dicembre, giorno proprio dell’evento: alle cinque del mattino i fedeli si appressano alla stessa cala, questa volta senza il contorno della festa civile, per accogliere la Protettrice che viene poi portata in processione fino alla Basilica Cattedrale, dove viene celebrata la Santa Messa: la Beata Vergine della Madia gode infatti di un Proprio, cioè di uno rito della Messa con speciali formule (ad esempio al Prefazio o nella preghiera eucaristica) che si può svolgere nei giorni della Festa.Le celebrazioni in altri paesi
I miracoli
Le travi che hanno trasportato il quadro sono visibili nella prima cappella nella navata destra della Cattedrale, contenute intatte in una teca di vetro; solo un frammento delle travi, delle dimensioni di 50cmx15cmx50cm, è posto all’ingresso della sacrestia della Cattedrale. Dopo novecento anni risulta essere ancora al tatto fresco e vivo. Molte le attestazioni di ex voto per le grazie ricevute. È altresì provato da testimonianze scritte, presenti nella cappella dell’ex voto, che durante il secondo conflitto mondiale, laddove vi fosse un’immagine del quadro, non sarebbe avvenuto alcuno scoppio a seguito dei bombardamenti alleati. Si ricordano tra i miracoli più famosi quello del fanciullo caduto in un pozzo e miracolosamente tenuto da una misteriosa donna vestita di bianco sull’acqua e il miracolo della peste che, attraverso un potente folgore caduto in Cattedrale, sarebbe stata sconfitta. Durante un bombardamento della II Guerra Mondiale furono lanciate cento bombe: ne scoppiò soltanto una ed uccise una persona estranea al paese. Il fatto fu ritenuto miracoloso ed attribuito alla protezione della Madonna.Le diverse versioni dell’immagine
Madonna è posizionata davanti a due vele e con due angeli che reggono delle candele, riferimento al miracolo del salvataggio di Monopoli all’epoca dell’assedio del marchese Del Vasto, nel 1500, quando Maria apparve sul campanile respingendo le palle di cannone contro gli invasori. Altre raffigurazioni sono quelle dell’approdo, quelle del sogno di Mercurio, quelle della processione del quadro. In diverse chiese cittadine e dell’agro sono venerate le immagini della Madonna della Madia: nella cappella di San Gerardo Maiella, nel santuario di Maria Regina in contrada Antonelli, nella chiesetta di contrada Tormento e in moltissime altre chiese nel territorio.
PREGHIERA
E nell’ora della suprema lotta fate, o Maria, che ardenti di amore, col nome di Gesù e col Vostro Santissimo nome sulle labbra, trionfanti, veniamo a benedirVi e ringraziarVi nell’eterna gloria del Paradiso.
Sancta Maria de Madia advocata nostra, ora pro nobis.
0 commenti:
Posta un commento