BEATO URBANO V
Guglielmo de Grimoard nacque nel castello di Grisac i Linguadoca; il padre era un nobile del luogo e la madre la sorella di S. Elzeario de Sabran. Studiò nelle università di Tolosa e Montepellier e divenne benedettino. Dopo l’ordinazione tornò in quelle università, poi si recò a Parigi e ad Avignone per conseguire il dottorato. A Montepellier insegnò diritto canonico e teologia e diventò vicario generale della diocesi di Clermont e Uzés; a quanto pare, fu uno dei più grandi esperti in diritto canonico dei suoi tempi. Nel 1352 venne nominato abate di S. Germano ad Auxerre.
VIDEO-STORIA in spagnolo

In vostra assenza[…] la pace è stata messa al bando: imperversano lotte interne
ed
esterne, le case vengono abbattute, le mura stanno crollando, le chiese
stanno cadendo a pezzi, gli oggetti sacri vengono distrutti, le leggi
calpestate, la giustizia è infranta, la popolazione infelice piange e si
lamenta invocando il tuo nome con alte grida. Non li sentite? […] La
regina di tutte le città deve restare vedova per sempre? […] Come potete
dormire sotto le architravi d’oro sulla riva del Rodano, mentre il
Laterano, madre di tutte le chiese, in rovina e senza tetto, è esposto
al vento e alla pioggia, e le tombe dei SS. Pietro e Paolo
stanno tremando, e assentarvi proprio nel momento in cui ciò che un
tempo fu la Chiesa degli Apostoli è un rudere ridotto a un mucchio di
pietre senza forma?Petrarca evidentemente era preoccupato di questa lettera, dato che la portò con sé per diverse settimane o mesi prima di consegnarla a un messo personale nell’autunno del 1366. Non si sa quanto questa lettera abbia influenzato la decisione del papa, ma la primavera seguente, ignorando l’opposizione del re e dei cardinali francesi, che temevano una diminuzione della loro influenza all’interno della Curia, Urbano prese la difficile decisione di tornare nell’Urbe.
Una pace precaria tra le forze contendenti era stata garantita dal cardinale Egidio de Albornoz, ma esistevano molti rischi: i territori pontifici si trovavano in uno stato d’anarchia e tormentati da bande erranti di mercenari guidate da potenti condottieri. Le grandi famiglie di Roma erano in costante e sanguinoso conflitto, e il popolo rischiava di morire di fame. Nell’aprile del 1367 papa Urbano partì con grande coraggio, salpando da Marsiglia e portando con sé casse di viveri come grano, formaggio e pesce salato. Il suo viaggio scortato dal gran maestro dei Cavalieri di Malta fu trionfale. A Carneto (l’attuale Tarquinia) lo aspettava una folla di rappresentati religiosi e laici, un’ambasciata romana che gli portava le chiavi di Castel S. Angelo e il B. Giovanni Colombini e i suoi gesuati che sventolavano rami di palma e cantavano inni.
mezzo secolo. Quando il pontefice vide le condizioni della città pianse: le grandi chiese, perfino il Laterano, San Pietro e San Paolo, come aveva detto Petrarca, erano in rovina e la sede pontificia inabitabile.
Furono presiimmediatamente provvedimenti per iniziare la ricostruzione e
ai poveri fu distribuito del cibo. Il papa condusse una vita semplice,
mangiava frugalmente ed esigeva rapporti sulla distribuzione degli
aiuti agli indigenti. L’anno seguente, giunse a un accordo con
l’imperatore Carlo IV e strinse una nuova alleanza tra la Chiesa e il Sacro Romano Impero. Simbolicamente Carlo entrò a Roma tirando un mulo con sopra il papa, che incoronò la regina imperatrice. Dodici mesi dopo,l’imperatore d’Oriente, Giovanni V Paleologo giunse a Roma, nonostante lo scisma, e chiese aiuto a papa Urbano contro i turchi.
Ci
lascereste in grave pericolo, che incontrereste anche nel vostro
viaggio: nelle foreste ci sono uomini armati, nei campi saccheggiatori,
nelle strade rapinatori […] Restare dunque, o santissimo Padre, perché,
se non siete persuaso da questa esortazione, Egli vi verrà incontro
sulla strada, Lui che incontrò Pietro che si ritirava e quando Pietro
gli disse: “Dove stai andando, Signore?” rispose “Sto andando a Roma per
essere crocifisso”. S. Brigida di Svezia, fondatrice e contemplativa, che abitava a Roma, si recò cavalcando il suo mulo bianco a far visita al papa, profetizzando che se avesse lasciato l’Italia la morte lo avrebbe raggiunto presto. Tutte queste opposizioni non ebbero nessun effetto. Nel giugno 1370 papa Urbano disse ai romani che li stava lasciando “per il bene della Chiesa e per aiutare la Francia”. A settembre, si imbarcò a Carneto “addolorato, sofferente e profondamente commosso”, e il 19 dicembre morì. Petrarca scrisse:
“Urbano sarebbe stato annoverato tra gli uomini più gloriosi se fosse moto davanti all’altare di San Pietro, si sarebbe addormentato con lacoscienza pulita, invocando Dio e il mondo di essere testimoni che, se mai il Papa avesse lasciato quel luogo, non sarebbe stata colpa sua, ma degli autori di una fuga così vergognosa”.
aveva fatto, per i suoi tentativi di riformare la Chiesa e di frenare la corruzione e la venalità del clero (anche se spesso non ottenne risultati), per il suo incoraggiamento della cultura e
l’appoggio offerto alle università, inclusa Oxford, per la
partecipazione alla fondazione di nuovo università come quelle di
Cracovia e Vienna, e il sostegno offerto a molti studenti poveri del
nuovo collegio di Bologna (anche se le sue generose borse di studio
impoverirono le casse pontificie), per la sua devozione per le reliquie di S. Tommaso d’Aquino, che affidò ai domenicani di Tolosa. Diede alcune istruzioni all’università di Tolosa: “Noi
desideriamo e vi invitiamo a seguire l’insegnamento di S. Tommaso come
vero insegnamento cattolico, e a promuoverlo al massimo”.Fonti: Il grande dizionario dei santi di Alban Butler

0 commenti:
Posta un commento