I SETTE MARTIRI DI SAMOSATA
Ipparco e Filoteo, magistrati di Samosata, ricevettero l’ordine di partecipare ai sacrifici pubblici in onore degli dei, della durata di tre giorni. Cinque giovani amici patrizi, Giacomo, Paregro,, Abibo, Romano e Lolliano, durante una visita li scoprirono inginocchiati davanti a un’immagine della croce e chiesero il motivo per cui stavano pregando in casa, anziché nel tempio della Fortuna, come aveva ordinato l’imperatore. Essi risposero che stavano adorando il Creatore del mondo e che furono convertiti da un sacerdote cristiano.Pur di non sacrificare a dei stranieri come aveva loro ordinatol’imperatore si fecero frustare, torturare, incatenare, rimasero per più di due mesi a pane e acqua per finire poi crocifissi e alcuni rimasti vivi uccisi dai soldati. Ma tutto ciò non impedì loro di benedire l’intera città e i loro carnefici.
“Perciò riteniamo sconveniente uscire in questi tre giorni, poiché aborriamo l’odore delle offerte di cui tutta la città puzza.”
Dopo
aver molto discusso, i visitatori chiesero di diventare cristiani, e fu
mandato un messaggero a chiamare il sacerdote, che li battezzò e
celebrò la Messa. Il terzo giorno di festa, l’imperatore chiese
se i magistrati avessero compiuto il dovere del sacrificio pubblico, e
apprese che Ipparco e Filoteo si erano astenuti dal culto pubblico per
tre anni, perciò ordinò di farli comparire davanti a lui.“ Voi cercate la morte! Il vostro desiderio è garantito, perché possiate smettere di insultare gli dei”,
poi comandò di crocifiggerli. Un altro gruppo di magistrati tentò di ottenere un ritardo dell’esecuzione, chiedendo di sospendere la sentenza per consentire a Ipparco e a Filoteo di sistemare alcune questioni di interesse pubblico che erano state loro affidate prima della detenzione, e per permettere ai più giovani di stendere il loro testamento. L’imperatore
accettò; quando i sette uomini furono portati fuori, nel porticato del circo, i magistrati chiesero loro di benedire la città,
loro compresi. I martiri diedero la loro benedizione e si rivolsero al
popolo che si era adunato. L’imperatore poi ordinò di erigere alla porta
della città sette croci, su cui furono legati i martiri.A mezzogiorno sopraggiunsero diverse donne che offrirono denaro alle guardie per ottenere il permesso di asciugare i loro volti e pulirli dal sangue. Ipparco morì in breve tempo, Giacomo, Romano e Lolliano il giorno dopo, ma Filoteo, Abibo e Peregro erano ancora vivi quando furono deposti, e furono uccisi dai soldati. L’imperatore ordinò che i corpi fossero gettati nel fiume, ma un cristiano chiamato Basso li comprò dalle guardie e li seppellì durante la notte. Questi martiri erano commemorati il 29 gennaio nella Chiesa bizantina, e tra gli armeni in ottobre.
Fonte: Il grande dizionario dei Santi di Alban Butler

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