Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l’Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì di circa metà dello scheletro di Nicola, che giunse a Bari il 9 maggio 1087.Le spoglie di San Nicola sono state fonte di grandi contese tra Bari e Venezia, dove il nome del santo è stato storpiato in San Nicolò. Ma quando la Turchia ha rivendicato le suddette spoglie siamo stati vicini ad un vero e proprio incidente diplomatico. Mentre nella Lorena le sue spoglie lasciarono un significativo miracolo.
Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell’abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L’abate promosse tuttavia l’edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l’altare della cripta. Da allora san Nicola divenne copatrono di Bari assieme a San Sabino e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell’arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città. Il santo era anche presente, fino al XIX secolo, sullo stemma della città tramite un cimiero.
I Veneziani, però, non si erano rassegnati all’incursione dei baresi e nel 1099-1100, durante la prima crociata, approdarono a Myra, dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Tuttavia
qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti,
non sull’altare maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu in tale
ambiente che i veneziani rinvennero una gran quantità di minuti frammenti ossei che i baresi non avevano potuto prelevare. Questi vennero traslati nell’abbazia di San Nicolò del Lido.Anche in Francia però sembrano essere giunte le spoglie di San Nicola e precisamente nella Lorena, dove a tutt’oggi si ricorda un suo miracolo.

Il miracolo
«Intorno al 1230, il cavaliere di Lorena Cunon de Réchicourt, al seguito dell’imperatore Federico II di Svevia, è fatto prigioniero durante la Sesta Crociata. Avrebbe pregato il 5 dicembre 1240 San Nicola prima di addormentarsi nella sua cella. La mattina, si sarebbe svegliato ancora attaccato, sui gradini della chiesa di Saint-Nicolas-de-Port, le catene gli caddero da sé durante l’ufficio che ha poi seguito.»Da allora, ogni anno il sabato prima della festa di San Nicola, si celebra una processione in memoria del famoso “miracolo”.
Nel 1429, prima di lasciare il suo paese per salvare la Francia, Giovanna d’Arco andò a visitare la tomba del santo a Saint-Nicolas-de-Port.
San
Nicola visita le case la notte tra il 5 e il 6 dicembre, spesso
accompagnato dal suo asino e regala dolci e caramelle ai bambini che
cantano il famoso “lamento di San Nicola”.
Nella parte di lingua tedesca della Lorena, San Nicola (Sankt Nikolaus)
è accompagnato tradizionalmente dal suo assistente Rüpelz o Ruprecht
(equivalente spauracchio).Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/San_Nicola_di_Bari; http://www.suditalianews.com/2013/02/07/possible-diplomatic-incident-between-turkey-and-switzerland-over-st-nicholas-remains/?lang=it

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