ANGELO GIUSEPPE RONCALLI
Il futuro papa Giovanni XXIII nacque a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre 1881 da una famiglia povera e numerosa, che lo educò a una fede genuina e forte.
Manifestando fin dalla giovinezza una seria inclinazione alla vita ecclesiastica, si preparò all’ingresso nel seminario diocesano. Iniziano fin da qui le note spirituali del suo “giornale dell’anima”, che redigerà fino agli ultimi suoi giorni e che, poi pubblicato, conoscerà popolarità vastissima. La sua formazione è tradizionale ma segnata dall’instancabile sforzo di aderire totalmente e in verità al modello di prete proposto dai manuali di spiritualità e dal seminario. Scrive nel 1902: «Dio è tutto, io sono nulla», e questa coscienza lo seguirà sempre.
VIDEO-STORIA
Il motto episcopale oboedentia et pax indica la certezza che dall’obbedienza autentica nasce la pace dell’anima e in questa obbedienza umile e totale, innanzitutto a Cristo e alla sua croce, si radica la possibilità di gesti audaci. Scrive nel 1928:
“Una volta che si ha rinunciato a tutto, proprio a tutto, ogni audacia diventa la cosa più semplice e più naturale del mondo.”
Dal 1935 è in Turchia e qui lo raggiunge la tragedia della seconda guerra mondiale, cui fa fronte conservando un prudente atteggiamento di neutralità, che gli permise di svolgere un’efficace azione di assistenza a favore degli ebrei e della popolazione stremata dalla fame.
VIDEO STORICO di RAI3
Nel dicembre del 1944 riceve la nomina a nunzio a Parigi, in una sede esplosiva perl’insorgere di tutti i problemi politici e diplomatici del dopoguerra, ma la sua oggettiva impreparazione non l’abbatte e anzi si approfondisce in lui la convinzione della scelta evangelica sopra ogni ragione di stato;
“Continuo ad accontentarmi della mia bonomia e semplicità di sentimento, di parola, di tatto. Le somme tornano sempre a vantaggio di chi resta fedele alla dottrina e agli esempi del Signore.”
“Quel primo e improvviso fiorire nel nostro cuore e sulle nostre labbra della semplice parola concilio ecumenico [...] fu un tocco inatteso, uno sprazzo di superna luce, una grande soavità negli occhi e nel cuore.”
Le difficoltà e gli ostacoli postigli dalla stessa curia non furono pochi, ma la mite risolutezza di Giovanni XXIII ebbe il sopravvento. La Chiesa cattolica parve risvegliarsi da un lungo torpore e il Concilio fu la risposta ecclesiale alla crisi epocale in corso. Le finalità assegnate all’Assise conciliare erano originali; la dottrina della fede fosse presentata in forma efficace, realizzando «un balzo innanzi verso una penetrazione attenta del nostro tempo». Dal volto del papa emergeva l’uomo evangelico e l’ufficio papale venne vivificato dalla santità.
Il commovente FILM del Papa Buono:
(in italiano con sottotitoli in inglese)1° parte http://www.youtube.com/watch?v=_inqIAnUGdk&feature=related
2° parte http://www.youtube.com/watch?v=Pcro2egDYXU&feature=relmfu
3° parte http://www.youtube.com/watch?v=TLdxfXyT9hg&feature=relmfu
4° parte http://www.youtube.com/watch?v=BCWdmfoawig&feature=relmfu
5° parte http://www.youtube.com/watch?v=UzdseOW57mY&feature=relmfu
Il prestigio e l’ammirazione universali si poterono misurare pienamente in occasione
delle ultime settimane della sua vita, quando tutto il mondo si trovò trepidante attorno al capezzale del papa morente e accolse con profondo dolore la notizia della sua scomparsa il 3 giugno 1963, sera di Pentecoste, sigillo divino di gradimento di quell’offerta ripetuta ancora sul letto di morte:
“Questo letto è un altare, l’altare vuole una vittima: eccomi pronto. Offro la mia vita per la Chiesa, la continuazione del concilio ecumenico, la pace nel mondo, l’unione dei cristiani. Il segreto del mio sacerdozio sta nel crocefisso che volli porre di fronte al mio letto. Egli mi guarda, io gli pario. Nelle lunghe e frequenti conversazioni notturne, il pensiero della redenzione del mondo mi è apparso più urgente che mai [...] Quelle braccia allargate dicono che egli è morto per tutti, per tutti; nessuno è respinto dal suo amore, dal suo perdono.”
E stato beatificato da Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000 e il suo corpo, trovato incorrotto, è stato per la prima volta esposto alla devozione popolare il 3 giugno 2001 in S. Pietro. La sua memoria è stata fissata significativamente all’11 ottobre, data di apertura del Concilio.
Papa Giovanni XXIII e il rosario
Durante il suo pontificato fu pubblicato su “L’Osservatore Romano” un suo “Piccolo saggio di devoti pensieri distribuiti per ogni decina del Rosario, con riferimento alla triplice accentuazione: mistero, riflessione ed intenzione”: in una scrittura limpida e chiara c’è il succo delle riflessioni che egli veniva maturando nella personale preghiera del S. Rosario. “Nell’atto che ripetiamo le Avemarie, quanto è bello contemplare il campo che germina, la messe che s’innalza…”, diceva con efficace metafora presa da quel mondo contadino a lui così familiare. “Ciascuno avverte nei singoli misteri l’opportuno e buon insegnamento per sé, in ordine alla propria santificazione e alle condizioni in cui vive”.Papa Giovanni auspicava che il Rosario venisse recitato ogni sera in casa, nelle famiglie riunite, in ogni luogo della terra. Ma quanti oggi si radunano per fare questo? Il vento gelido della secolarizzazione ha finito per spazzare via questa antica consuetudine. Le case assomigliano oggi a isole di solitudine e incomunicabilità e se ci si riunisce è per celebrare i rituali del “caminetto” televisivo che mescola con la stessa indifferenza massacri etnici e telequiz, futilità e orrori.
Prima di scomparire però le fece una grande raccomandazione: di pregare sempre il rosario. Era il suo chiodo fisso durante la vita, era il segreto della sua santità nell’alba eterna che non conosce tramonto.
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