Un fatto straordinario del secolo XV attorno al quale Bettola e la sua valle crebbe in importanza storica e religiosa è l’Apparizione della Madonna della Quercia. Nella considerazione di questo evento, che attirò attorno al luogo dell’Apparizione interesse e devozione, Bettola fu definita da alcuni storici la “figlia della Madonna”, comparsa ad una pastorella intorno al 1400 sul Colle dei Frati.Bettola fu definita da alcuni storici la “figlia della Madonna”, comparsa ad una pastorella intorno al 1400 sul Colle dei Frati. Il vecchio santuario venne distrutto e la prima pietra dell’attuale Santuario della Beata Vergine della Quercia fu posta dal Vescovo di Piacenza, Beato Gianbattista Scalabrini, il 5 ottobre 1879.
«Una giovane pastorella se ne stava pascolando il gregge su di un’altura poco lontana dall’abitato e vicino al torrente; mentre le pecorelle se ne stavano brucando fra i cespugli, essa si stava riposando sotto una quercia, quando tutto ad un tratto, fra i rami dell’albero si partiva uno splendore di luce intensa. La giovane alzava lo sguardo e vedeva, in celeste visione, una maestosa Donna, vestita di sole e con in braccio un bambino. All’estasiata giovinetta la Madonna indirizzava un messaggio:
Quando Chiesa e convento furono abbandonati dai religiosi e condannati ad un progressivo ed inarrestabile deperimento, la fede della popolazione salvò la statua della Madonna, che qui si venerava, trasportandole nel 1817, in una piccola Chiesa di Bettola, cioè nell’abitato che si era andato sviluppando lungo il greto del fiume.
La costruzione dell’attuale Santuario della Beata Vergine della Quercia risale quindi al XIX secolo; la prima pietra fu posta dal Vescovo di Piacenza, Beato
La Chiesa venne tutta costruita con i sassi del Nure trasportati a mano dai parrocchiani. Il sig. Perani Giovanni, guardiano delle carceri, suonava la sveglia alle quattro del mattino per risuonarla alle cinque, l’orario d’inizio dei lavori gratuiti. Uomini e donne facevano il « passamani » ammucchiando le pietre davanti all’erigenda Chiesa. Alle 11 un nuovo suono di tromba del Sig. Giovanni per segnalare alle donne l’ora di ritornarsene in casa per preparare il pranzo ai mariti « affamati », che lasciavano il lavoro alle 12 precise. Ovviamente non va sottovalutato l’apporto dei due Parroci del tempo: Don Vincenzo Pettenati che nel 1879 diede inizio alla costruzione e Don Giuseppe Molinari che, succedendogli nel 1882, la condusse a termine.
Santo rito della discesa della statua della Madonna della Quercia
Nell’abside si è voluto giustamente mettere in evidenza la statua della Vergine, il centro ideale ed il motivo di tutta la decorazione; per questo, eliminate le lesine, che ne accentuavano il verticalismo rendendola inadatta allo svolgimento di un tema unico, la statua è stata protesa in avanti su di una mensola, dietro la quale si apre, a mandorla, una nicchia rivestita di mosaico a tessere dorate. La Madonna è avvolta dai rami di una quercia secolare che allarga le sue fronde entro un coro diIn località i Frati, nei pressi dell’ex prigione mandamentale, sorge, nel suo stile rustico-montano, la Cappella dell’Apparizione, fatta costruire da Mons. Luigi Bottazzi nel 1954, il quale tradusse in realtà l’antico sogno dei bettolesi, ovvero quello di avere finalmente un ricordo perpetuo sul luogo dell’apparizione. All’interno della cappella un artistico mosaico del Ricchetti, racconta la scena dell’apparizione con la pastorella che ascolta la Vergine la quale, dall’alto di una quercia, le detta il messaggio da ripetere ai maggiorenti del paese. Sullo sfondo i due borghi lambiti dalle acque chiare del torrente Nure.
« Si può ben dire – scrive il Bordoni – che la tradizione originata dal fatto stesso mai si corruppe, ma intatta e genuina passò fra le diverse generazioni per 5 secoli e tale arrivò fino a che fu scoperto un motivo nuovo di autenticità ».
Fonte: http://www.mariadinazareth.it/apparizione%20bettola.htm
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