17 ottobre
La leggenda di Luca pittore e iniziatore della tradizione artistica cristiana sorge nel contesto della controversia iconoclastica che sorse tra l’VIII e il IX secolo con una ricerca minuziosa delle antiche tradizioni che avvalorassero l’idea di un’origine apostolica dell’uso delle effigi sacre.
Tali racconti riportano l’esistenza di personaggi che si preoccuparono di
eseguire
ritratti delle figure più importanti che ruotarono attorno a Gesù
durante la sua vita, conservando la memoria del loro aspetto terreno. I ritratti eseguiti da Luca sarebbero stati
conservati per secoli a Roma e a Gerusalemme, dando il via a un’ampia serie di repliche.
LA STORIA DI SAN LUCA
Fu Luca stesso ad avere premura di ricordare, nel prologo del proprio vangelo, di essere stato
molto scrupoloso nel raccogliere informazioni da “testimoni oculari” (1,1-4). Fu, di fatto,
l’unico a inserire nel racconto notizie accurate sulla Vergine e sull’infanzia di Gesù.
D’altra parte, il suo ruolo di medico suggeriva una familiarità con la
pittura, che nella tradizione tardo-antica era ritenuta imprescindibile
strumento

per
la riproduzione, in repertori illustrati, di piante officinali. Agli
stessi artisti è stata sempre necessaria una certa competenza in ambito
botanico per la confezione dei colori.
La più antica attestazione della leggenda è il Trattato sulle sante immagini di Andrea da Creta (VIII secolo), in cui l’autore si dichiara certo dell’accuratezza massima dei ritratti lucani. Nacque una competizione tra Roma e Gerusalemme nella promozione e conservazione degli originali lucani.
Elenco di icone mariane attribuite a San Luca
- Israele –
Madonna Nera nella Cappella di San Marco a
Gerusalemme.
- Polonia -
Icona della Vergine di Częstochowa, nell’omonimo santuario.
- Russia -
La Theotokos di Vladimir, nella Galleria Tret’jakov di Mosca, considerata protettrice della Russia.
- Italia -
La Madonna Costantinopolitana che si trova nella Basilica di santa Giustina a
Padova,
gelosamente custodita perché molto rovinata. Si racconta che il prete
Urio, custode della basilica dei Dodici Apostoli di Costantinopoli, tra
l’VIII e il IX secolo l’avrebbe
portata a Padova, a santa Giustina, insieme al corpo di Luca e alle reliquie di san Mattia per sottrarli alla furia iconoclasta.
Madonna di San Luca
conservata nell’eponimo santuario, a
Bologna; icona bizantina del X-XI secolo, ridipinta nel XIII. A seguito di studi anche radiografici, si è appurata l’esistenza di
un altro dipinto, più antico, sotto l’immagine oggi visibile. Nell’immagine
originaria, la Vergine presenta un setto nasale più sottile e la narice
piccola e rialzata; la bocca ha entrambe le labbra carnose, mentre
l’occhio appare più grande e allungato. Il Bambino, invece, risulta meno
proporzionato, più solido e tornito, nel gesto enfatico di benedizione,
pare alla greca, al contrario dell’immagine attuale, dove è alla
latina.
Un’antica immagine della Vergine, detta
Salus populi romani, conservata nella Cappella Paolina della Basilica di Santa Maria Maggiore di
Roma, nel transetto a

sinistra
dell’Altar Maggiore. L’icona della Madonna è collocata sull’altare in
una cornice di angeli che la recano in gloria, splendendo sul fondo
turchino di un cielo di lapislazzuli. Le lettere greche che campeggiano
ai lati della Vergine sono, di nuovo, l’abbreviazione del suo titolo di
Madre di Dio, affermazione rovesciata e identica della divinità di Gesù.
Madonna d’Aracoeli, nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli sul Campidoglio(Roma); datata al VI-XI secolo.
Icona conservata nella Basilica di Santa Maria in Cosmedin e l’icona conservata in Basilica di Santa Maria del Popolo (Roma).
Madonna di Lidda (l’odierna Lod in Israele), nel monastero di “Santa Maria del Rosario e della Febbre” a Monte Mario (
Roma); collocata anticamente nella chiesa di Santa Maria in Tempulo, poi sino al 1930 nella chiesa dei SS. Domenico e Sisto.
Madonna del Popolo, conservata nella Basilica di San Barnaba (
Marino).La
prima menzione dell’immagine risalirebbe ad un rogito notarile
del 1280, rogato da un tale Pietro notaio in Roma, che asserisce come
l’immagine stessa fosse stata
portata da un esponente della famiglia Colonna a Roma da Costantinopoli,
in un’epoca non meglio identificata. L’immagine venne traslata in
Marino dai Colonna. La Madonna del Popolo venne più volte invocata dal
popolo marinese per vari motivi, per lo più strettamente connessi alla
principale attività economica del luogo, la vitivinicoltura.
Santa Maria di Farfa (Rieti) nell’abbazia di Farfa; sarebbe stata portata in Italia da san Tommaso di Morienna nel VII secolo; ridotta in frammenti.
La
Madonna Nera di Capo Colonna di
Crotone; venerata nella cattedrale locale, ve n’è una copia nel santuario di Capocolonna.
“Santissima Icone” nella cappella omonima del Duomo di
Spoleto (Perugia); la leggenda vuole che questa immagine fu sottratta alla furia degli iconoclasti a Costantinopoli e
donata alla città di Spoleto
da Federico Barbarossa nel 1185 in segno di pace.
Maria SS. delle Vittorie nel duomo di
Piazza Armerina (EN); è un
vessillo di seta dipinto, dono del papa Niccolò II.
Madonna della Civita, nell’omonimo santuario di Itri (Latina). Secondo
tradizione, durante la persecuzione iconoclasta ordita dall’Imperatore
Leone Isaurico a Costantinopoli, VIII secolo, due monaci basiliani vennero sorpresi dai soldati con il dipinto su legno della Madonna. Chiusi in una grande cassa insieme al quadro,furono gettati in mare: “Se veramente è così miracolosa, vi salverà”, dissero. Dopo 54 giorni, questa cassa galleggiante toccò la sponde di Messina e
successivamente di Gaeta. Qui il quadro fu esposto alla venerazione dei
fedeli, ma dopo poco tempo scomparve da quel luogo e venne ritrovato sul Monte Civita,presso Itri, da un pastore sordo e muto che era alla ricerca di una sua bestia smarrita. Egli riacquistò l’udito e la parola e corse lieto in paese (a Itri) a dare la notizia del quadro miracoloso trovato su un leccio. Fu così che il quadro fu affidato ai monaci Benedettini,
che all’epoca erano in Figline, a circa 3 km dalla cima suddetta sulla
strada mulattiera che va verso Fondi. Raggiunse Gaeta portata da alcuni
monaci basiliani che, fuggiti dall’oriente, andavano verso qualche
convento del Lazio. Il quadro fu lasciato ai monaci del monastero di S.
Giovanni in Figline, i quali lo esposero a poca distanza sul Monte
Civita, in un eremitaggio appartenente al loro monastero.
Santa Maria di Costantinopoli, nella Basilica di San Nicola di
Bari.
Maria SS. di Montevergine nell’omonimo Santuario di
Montevergine (Avellino). Si narra che nel 1200, durante una bufera di neve,
una coppia di amanti omosessuali fosse stata
scoperta ed imprigionata ad un albero sul monte
con
delle lastre di ghiaccio: per intercessione della Vergine, un
improvviso raggio di sole colpì la lastra, sciogliendola e salvando i
due innamorati: da quel giorno, ogni anno, in occasione di tale
festività, numerosi gay, lesbiche e transessuali, rendono omaggio alla
Mamma Schiavona con un pellegrinaggio al santuario, chiamata
juta dei femminielli, per poi partecipare, insieme agli altri pellegrini, alle danze, che si svolgono nel piazzale antistante.
Fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Iconografia_attribuita_a_san_Luca
0 commenti:
Posta un commento